Il futuro nella circolarità
Una indagine effettuata dall’Università di Macerata contribuisce alla comprensione di un tema complesso è in divenire
Nuove tecnologie da conquistare ed applicare per non rimanere indietro. Vale per tutte le realtà d’impresa, anche quelle piccole e medie, ma si tratta di un’indicazione il cui raggiungimento cambia a seconda dell’impresa che vi si cimenta. Questione di dimensioni e di capacità, di vera cultura del produrre così come di disponibilità finanziaria. Comprendere le molte evoluzioni della relazione tra innovazione e imprese, è comunque sempre un’operazione da fare. Ed è quanto hanno compiuto Rebecca Colanero e Dominique Lepore (dell’Università degli Studi di Macerata-Dipartimento di Giurisprudenza) con “Economia circolare e Industria 4.0: il futuro del Made in Italy”, ricerca pubblicata da poche settimane.
L’obiettivo dell’indagine è quello di analizzare le opportunità e le criticità riscontrate dalle micro e piccole imprese (MPI) italiane nell’adozione di modelli di gestione orientati all’economia circolare, considerando il ruolo strategico delle tecnologie dell’Industria 4.0. Due traguardi certamente complessi da raggiungere ma altrettanto certamente sfidanti e, per certi versi, obbligatori da conquistare.
Il contributo, combinando dati primari e secondari, prende in esame una micro e due piccole imprese delle Marche (“Feleppa SV” del comparto dell’abbigliamento, “TM Italia” legno-arredo e “A Mare” attiva nel settore della calzature) che hanno investito in processi e prodotti “circolari”, sfruttando il potenziale delle tecnologie dell’Industria 4.0.
Dopo due parti iniziali che hanno l’obiettivo di inquadrare il tema, le due ricercatrici analizzano le esperienze delle tre realtà imprenditoriali riscontrando, di fatto, gli stessi ostacoli dal punto di vista finanziario, normativo e culturale, ostacoli che rallentano il loro processo di cambiamento. Ed è sulla base delle evidenze raccolte che vengono discussi una serie di fattori abilitanti in grado di sostenere le imprese nel processo di transizione. Si tratta di elementi che toccano anche la disponibilità di risorse economiche, ma che includono anche la capacità di dare vita a reti adeguate di relazioni tra imprese e tra queste e il mondo della ricerca, importanti in alcuni casi sono anche la chiarezza delle norme e la presenza di infrastrutture.
L’articolo di Colanero e Lepore ha il grande merito della chiarezza (utili le tabelle di sintesi e confronto tra le diverse realtà d’impresa) e della capacità di fornire in uno spazio breve quanto serve per aiutare la comprensione di un fenomeno complesso e in divenire.
Economia circolare e Industria 4.0: il futuro del Made in Italy
Rebecca Colanero, Dominique Lepore
ECONOMIA MARCHE Journal of Applied Economics, Vol. XLI, No. 2, Dicembre 2022
Una indagine effettuata dall’Università di Macerata contribuisce alla comprensione di un tema complesso è in divenire
Nuove tecnologie da conquistare ed applicare per non rimanere indietro. Vale per tutte le realtà d’impresa, anche quelle piccole e medie, ma si tratta di un’indicazione il cui raggiungimento cambia a seconda dell’impresa che vi si cimenta. Questione di dimensioni e di capacità, di vera cultura del produrre così come di disponibilità finanziaria. Comprendere le molte evoluzioni della relazione tra innovazione e imprese, è comunque sempre un’operazione da fare. Ed è quanto hanno compiuto Rebecca Colanero e Dominique Lepore (dell’Università degli Studi di Macerata-Dipartimento di Giurisprudenza) con “Economia circolare e Industria 4.0: il futuro del Made in Italy”, ricerca pubblicata da poche settimane.
L’obiettivo dell’indagine è quello di analizzare le opportunità e le criticità riscontrate dalle micro e piccole imprese (MPI) italiane nell’adozione di modelli di gestione orientati all’economia circolare, considerando il ruolo strategico delle tecnologie dell’Industria 4.0. Due traguardi certamente complessi da raggiungere ma altrettanto certamente sfidanti e, per certi versi, obbligatori da conquistare.
Il contributo, combinando dati primari e secondari, prende in esame una micro e due piccole imprese delle Marche (“Feleppa SV” del comparto dell’abbigliamento, “TM Italia” legno-arredo e “A Mare” attiva nel settore della calzature) che hanno investito in processi e prodotti “circolari”, sfruttando il potenziale delle tecnologie dell’Industria 4.0.
Dopo due parti iniziali che hanno l’obiettivo di inquadrare il tema, le due ricercatrici analizzano le esperienze delle tre realtà imprenditoriali riscontrando, di fatto, gli stessi ostacoli dal punto di vista finanziario, normativo e culturale, ostacoli che rallentano il loro processo di cambiamento. Ed è sulla base delle evidenze raccolte che vengono discussi una serie di fattori abilitanti in grado di sostenere le imprese nel processo di transizione. Si tratta di elementi che toccano anche la disponibilità di risorse economiche, ma che includono anche la capacità di dare vita a reti adeguate di relazioni tra imprese e tra queste e il mondo della ricerca, importanti in alcuni casi sono anche la chiarezza delle norme e la presenza di infrastrutture.
L’articolo di Colanero e Lepore ha il grande merito della chiarezza (utili le tabelle di sintesi e confronto tra le diverse realtà d’impresa) e della capacità di fornire in uno spazio breve quanto serve per aiutare la comprensione di un fenomeno complesso e in divenire.
Economia circolare e Industria 4.0: il futuro del Made in Italy
Rebecca Colanero, Dominique Lepore
ECONOMIA MARCHE Journal of Applied Economics, Vol. XLI, No. 2, Dicembre 2022