Il futuro spiegato
La rete, il web, Internet, la digitalizzazione di alcune delle parti più importanti della nostra vita possono essere altrettanti strumenti di produzione e, più in generale, di facilitazione del sistema entro il quale uomini, donne, imprese, situazioni vivono e interagiscono. Occorre però capire bene per usare al meglio tutto questo. Principio basilare della buona economia così come della buona impresa, ma anche per un’avveduta e consapevole vita sociale, quello della comprensione è nel caso della cosiddetta “era digitale” apparentemente facile da mettere in pratica, in realtà di complessa e alquanto incerta applicazione.
Ci ha provato – con successo -, Luca Tomassini con il suo “Vite connesse. La sfida del futuro nell’era digitale” appena pubblicato.
Tomassini è un imprenditore – ha creato e dirige il Gruppo vetrya attivo nella comunicazione digitale -, ma anche un osservatore della realtà moderna oltre che un utilizzatore, attraverso la sua società, di quanto oggi il digitale può offrire.
Nel volume, poco più di 200 pagine che si leggono con discreta facilità, Tomassini passa in rassegna in una ventina di rapidi capitoli alcuni dei mutamenti legati allo sviluppo delle nuove tecnologie che più hanno segnato e segneranno la nostra vita nel prossimo futuro. Si parte, quindi, da un ragionamento sulla nostra stessa identità, per passare poi all’apparentemente banale racconto di una giornata normale ma da due punti di vista diversi (quello dei giovanissimi e quello non dei “vecchi” ma delle persone nate quando il digitale semplicemente ancora non era come oggi). L’autore poi prende in considerazione il binomio analogico-digitale, il tema delle generazioni, quello dei bambini e del loro approccio alla digitalizzazione dell’esistenza, quello del gioco e poi quello degli adolescenti e della scuola; si passa poi a ragionare sul mondo collegato dal web e quindi di privacy e di sicurezza ma anche di produzione e scambio. Tutto fino ad arrivare al futuro già quasi presente come quello del cloud e del wearable (cioè dei dispositivi indossabili), della comunicazione spinta all’estremo, degli effetti della rete su un nuovo tipo di sviluppo economico ancora da capire fino in fondo.
Tomassini racconta, spiega, illustra con esempi vivaci, approfondisce.
Leggere “Vite connesse” è istruttivo per tutti: per i manager nelle loro vesti di manager ma anche in quelle di padri e madri di famiglia, e anche ovviamente per chi si ritrova a ricoprire il ruolo di imprenditore.
E’ un libro che spiega e fa capire e dà tutto sommato una prospettiva positiva, non crea del panico ma al massimo delle grandi aspettative.
Vite connesse. La sfida del futuro nell’era digitale
Luca Tomassini
Franco Angeli, 2015


La rete, il web, Internet, la digitalizzazione di alcune delle parti più importanti della nostra vita possono essere altrettanti strumenti di produzione e, più in generale, di facilitazione del sistema entro il quale uomini, donne, imprese, situazioni vivono e interagiscono. Occorre però capire bene per usare al meglio tutto questo. Principio basilare della buona economia così come della buona impresa, ma anche per un’avveduta e consapevole vita sociale, quello della comprensione è nel caso della cosiddetta “era digitale” apparentemente facile da mettere in pratica, in realtà di complessa e alquanto incerta applicazione.
Ci ha provato – con successo -, Luca Tomassini con il suo “Vite connesse. La sfida del futuro nell’era digitale” appena pubblicato.
Tomassini è un imprenditore – ha creato e dirige il Gruppo vetrya attivo nella comunicazione digitale -, ma anche un osservatore della realtà moderna oltre che un utilizzatore, attraverso la sua società, di quanto oggi il digitale può offrire.
Nel volume, poco più di 200 pagine che si leggono con discreta facilità, Tomassini passa in rassegna in una ventina di rapidi capitoli alcuni dei mutamenti legati allo sviluppo delle nuove tecnologie che più hanno segnato e segneranno la nostra vita nel prossimo futuro. Si parte, quindi, da un ragionamento sulla nostra stessa identità, per passare poi all’apparentemente banale racconto di una giornata normale ma da due punti di vista diversi (quello dei giovanissimi e quello non dei “vecchi” ma delle persone nate quando il digitale semplicemente ancora non era come oggi). L’autore poi prende in considerazione il binomio analogico-digitale, il tema delle generazioni, quello dei bambini e del loro approccio alla digitalizzazione dell’esistenza, quello del gioco e poi quello degli adolescenti e della scuola; si passa poi a ragionare sul mondo collegato dal web e quindi di privacy e di sicurezza ma anche di produzione e scambio. Tutto fino ad arrivare al futuro già quasi presente come quello del cloud e del wearable (cioè dei dispositivi indossabili), della comunicazione spinta all’estremo, degli effetti della rete su un nuovo tipo di sviluppo economico ancora da capire fino in fondo.
Tomassini racconta, spiega, illustra con esempi vivaci, approfondisce.
Leggere “Vite connesse” è istruttivo per tutti: per i manager nelle loro vesti di manager ma anche in quelle di padri e madri di famiglia, e anche ovviamente per chi si ritrova a ricoprire il ruolo di imprenditore.
E’ un libro che spiega e fa capire e dà tutto sommato una prospettiva positiva, non crea del panico ma al massimo delle grandi aspettative.
Vite connesse. La sfida del futuro nell’era digitale
Luca Tomassini
Franco Angeli, 2015