Accedi all’Archivio online
Esplora l’Archivio online per trovare fonti e materiali. Seleziona la tipologia di supporto documentale che più ti interessa e inserisci le parole chiave della tua ricerca.
    Seleziona una delle seguenti categorie:
  • Documenti
  • Fotografie
  • Disegni e manifesti
  • Audiovisivi
  • Pubblicazioni e riviste
  • Tutti
Assistenza alla consultazione
Per richiedere la consultazione del materiale conservato nell’Archivio Storico e nelle Biblioteche della Fondazione Pirelli al fine di studi e ricerche e conoscere le modalità di utilizzo dei materiali per prestiti e mostre, compila il seguente modulo.
Riceverai una mail di conferma dell'avvenuta ricezione della richiesta e sarai ricontattato.
Percorsi Fondazione Pirelli Educational

Seleziona il grado di istruzione della scuola di appartenenza
Back
Scuola Primaria
Percorsi Fondazione Pirelli Educational
Lasciate i vostri dati per essere ricontattati dallo staff di Fondazione Pirelli Educational e concordare le date del percorso.

Dichiaro di avere preso visione dell’informativa relativa al trattamento dei miei dati personali, e autorizzo la Fondazione Pirelli al trattamento dei miei dati personali per l’invio, anche a mezzo e-mail, di comunicazioni relative ad iniziative/convegni organizzati dalla Fondazione Pirelli..

Back
Scuole secondarie di I grado
Percorsi Fondazione Pirelli Educational
Lasciate i vostri dati per essere ricontattati dallo staff di Fondazione Pirelli Educational e concordare le date del percorso.
Back
Scuole secondarie di II grado
Percorsi Fondazione Pirelli Educational
Lasciate i vostri dati per essere ricontattati dallo staff di Fondazione Pirelli Educational e concordare le date del percorso.
Back
Università
Percorsi Fondazione Pirelli Educational

Vuoi organizzare un percorso personalizzato con i tuoi studenti? Per informazioni e prenotazioni scrivi a universita@fondazionepirelli.org

Visita la Fondazione
Per informazioni sulle attività della Fondazione e l’accessiblità agli spazi
contattare il numero 0264423971 o scrivere a visite@fondazionepirelli.org

Il Papa e Tacito, Assonime e Assolombarda: l’impegno diffuso contro mafia e corruzione, freni per lo sviluppo

La corruzione? “Una piaga putrefatta della società”. La definizione, durissima, è di Papa Francesco, nel giorno dell’annuncio del Giubileo, a metà aprile. Ripete, con sempre maggior forza, le altre prese di posizione del Pontefice, in stimolo alla crescita d’una maggiore e migliore moralità, pubblica e privata. E continua a trovare ampia eco e solidi consensi in molti settori politici, economici, culturali. Sono oramai parecchie, d’altronde, le voci che si levano contro la corruzione, una degenerazione della vita pubblica, ma anche dell’economia, del mercato e delle relazioni sociali: la Banca d’Italia, la Confindustria (in prima linea, l’Assolombarda, promotrice di una diffusa cultura della legalità), ma anche associazioni, fondazioni, organizzazioni attive nella vita sociale. Ed è netta la relazione che si mette in risalto tra crescita della corruzione e presenza della mafia (‘ndrangheta, camorra, Cosa Nostra siciliana) non solo nel Mezzogiorno, ma anche in molte aree del Nord. MiWorld, associazione di personalità dell’impresa, della cultura e dell’università, attiva nel dibattito milanese, ha messo a punto, di recente, uno studio sulla diffusione della cultura come antidoto alla corruzione e alla criminalità (è stato presentato a Milano il 24 aprile, alla Triennale). E il giudizio suona simile a quello pronunciato da Francis Fukuyama in uno dei suoi libri più importanti, “Political order and political decay” (due volumi, il primo del 2011 e il secondo del 2014) e ripreso da Stefano Micossi, direttore generale di Assonime, l’associazione delle maggiori imprese italiane quotate in Borsa: “Fukuyama spiega che il clientelismo si estende nei Paesi in cui la democrazia si è affermata più rapidamente dei livelli educativi e culturali necessari per un uso consapevole dei diritti di voto. E’ un fenomeno diffuso nelle democrazie nascenti, nelle quali il consenso è fragile e l’educazione media della popolazione è ancora inadeguata”. Ma anche in Paesi di democrazia più solida, come in Italia, il degrado clientelare e culturale, unito a un’eccessiva presenza della mano pubblica (e dei partiti) negli ambiti economici e nella gestione della spesa pubblica è una fortissima molla alla diffusione della corruzione. Viene in mente l’antica lezione di Tacito: “Moltissime sono le leggi quando lo Stato è corrotto”.

Nasce anche da questi giudizi l’impegno pubblico di Assonime, alla fine del marzo scorso, a presentare pubblicamente “Otto linee d’azione per le politiche di contrasto alla corruzione”: 1) dare piena attuazione alle misure esistenti (dalla legge Severino alle recenti modifiche del governo Renzi); 2) distinguere i ruoli della politica (scelte strategiche e indirizzo) da quelle dell’amministrazione (trasparenza, selezione meritocratica del personale della pubblica amministrazione, responsabilità e valutazione dei risultati); 3) circoscrivere le aree di contatto pubblico-privato (semplificando le procedure amministrative, eliminando le autorizzazioni non necessarie, riducendo le “stazioni appaltanti”; anche qui: trasparenza ed efficacia); 4) semplificare la normativa e migliorare la qualità della regolazione (le norme opache e di difficile comprensione e applicazione agevolano i corrotti e i corruttori); 5) assicurare efficacia e trasparenza nell’esercizio dell’azione amministrativa (trasparenza delle scelte fatte, rigorosi controlli sui risultati); 6) adottare un nuovo approccio nella disciplina dei contratti pubblici (semplificare il quadro normativo e rafforzare capacità gestionale e professionalità delle stazioni appaltanti); 7) rafforzare l’azione preventiva nelle imprese (un buon passo avanti è stato fatto con la legge 231 del 2001, adesso bisogna andare avanti anche con i “protocolli di legalità”, i “rating di legalità” e “migliori politiche di corporate social responsibility”); 8) promuovere la cultura della legalità nella società civile (“per combattere la corruzione occorre scardinare la cultura che la sostiene ed elevare il grado di avversione etica nei confronti della stessa”).

Temi forti, impegnativi. Cari, oltre che ad Assonime, anche ad Assolombarda che della legalità e della lotta alla mafia, oltre che del sostegno all’efficienza e all’efficacia dell’amministrazione della Giustizia, ha fatto obiettivi chiave delle iniziative di competitività e della diffusione della buona cultura d’impresa e del mercato, nel programma “Far volare Milano per far volare l’Italia”.

Lotta alla corruzione, dunque, come scelta morale e civile. Ma anche come scelta economica, cardine di concorrenza e sviluppo.

La corruzione? “Una piaga putrefatta della società”. La definizione, durissima, è di Papa Francesco, nel giorno dell’annuncio del Giubileo, a metà aprile. Ripete, con sempre maggior forza, le altre prese di posizione del Pontefice, in stimolo alla crescita d’una maggiore e migliore moralità, pubblica e privata. E continua a trovare ampia eco e solidi consensi in molti settori politici, economici, culturali. Sono oramai parecchie, d’altronde, le voci che si levano contro la corruzione, una degenerazione della vita pubblica, ma anche dell’economia, del mercato e delle relazioni sociali: la Banca d’Italia, la Confindustria (in prima linea, l’Assolombarda, promotrice di una diffusa cultura della legalità), ma anche associazioni, fondazioni, organizzazioni attive nella vita sociale. Ed è netta la relazione che si mette in risalto tra crescita della corruzione e presenza della mafia (‘ndrangheta, camorra, Cosa Nostra siciliana) non solo nel Mezzogiorno, ma anche in molte aree del Nord. MiWorld, associazione di personalità dell’impresa, della cultura e dell’università, attiva nel dibattito milanese, ha messo a punto, di recente, uno studio sulla diffusione della cultura come antidoto alla corruzione e alla criminalità (è stato presentato a Milano il 24 aprile, alla Triennale). E il giudizio suona simile a quello pronunciato da Francis Fukuyama in uno dei suoi libri più importanti, “Political order and political decay” (due volumi, il primo del 2011 e il secondo del 2014) e ripreso da Stefano Micossi, direttore generale di Assonime, l’associazione delle maggiori imprese italiane quotate in Borsa: “Fukuyama spiega che il clientelismo si estende nei Paesi in cui la democrazia si è affermata più rapidamente dei livelli educativi e culturali necessari per un uso consapevole dei diritti di voto. E’ un fenomeno diffuso nelle democrazie nascenti, nelle quali il consenso è fragile e l’educazione media della popolazione è ancora inadeguata”. Ma anche in Paesi di democrazia più solida, come in Italia, il degrado clientelare e culturale, unito a un’eccessiva presenza della mano pubblica (e dei partiti) negli ambiti economici e nella gestione della spesa pubblica è una fortissima molla alla diffusione della corruzione. Viene in mente l’antica lezione di Tacito: “Moltissime sono le leggi quando lo Stato è corrotto”.

Nasce anche da questi giudizi l’impegno pubblico di Assonime, alla fine del marzo scorso, a presentare pubblicamente “Otto linee d’azione per le politiche di contrasto alla corruzione”: 1) dare piena attuazione alle misure esistenti (dalla legge Severino alle recenti modifiche del governo Renzi); 2) distinguere i ruoli della politica (scelte strategiche e indirizzo) da quelle dell’amministrazione (trasparenza, selezione meritocratica del personale della pubblica amministrazione, responsabilità e valutazione dei risultati); 3) circoscrivere le aree di contatto pubblico-privato (semplificando le procedure amministrative, eliminando le autorizzazioni non necessarie, riducendo le “stazioni appaltanti”; anche qui: trasparenza ed efficacia); 4) semplificare la normativa e migliorare la qualità della regolazione (le norme opache e di difficile comprensione e applicazione agevolano i corrotti e i corruttori); 5) assicurare efficacia e trasparenza nell’esercizio dell’azione amministrativa (trasparenza delle scelte fatte, rigorosi controlli sui risultati); 6) adottare un nuovo approccio nella disciplina dei contratti pubblici (semplificare il quadro normativo e rafforzare capacità gestionale e professionalità delle stazioni appaltanti); 7) rafforzare l’azione preventiva nelle imprese (un buon passo avanti è stato fatto con la legge 231 del 2001, adesso bisogna andare avanti anche con i “protocolli di legalità”, i “rating di legalità” e “migliori politiche di corporate social responsibility”); 8) promuovere la cultura della legalità nella società civile (“per combattere la corruzione occorre scardinare la cultura che la sostiene ed elevare il grado di avversione etica nei confronti della stessa”).

Temi forti, impegnativi. Cari, oltre che ad Assonime, anche ad Assolombarda che della legalità e della lotta alla mafia, oltre che del sostegno all’efficienza e all’efficacia dell’amministrazione della Giustizia, ha fatto obiettivi chiave delle iniziative di competitività e della diffusione della buona cultura d’impresa e del mercato, nel programma “Far volare Milano per far volare l’Italia”.

Lotta alla corruzione, dunque, come scelta morale e civile. Ma anche come scelta economica, cardine di concorrenza e sviluppo.

CIAO, COME POSSO AIUTARTI?