Il passato che diventa presente
Il significato della digitalizzazione di archivi e musei d’impresa. Il caso del comparto della moda
Buona cultura d’impresa che si mette in mostra, sfruttando anche gli strumenti della digitalizzazione ormai a disposizione. E’ accaduto anche nei mesi scorsi, quando il sistema economico e sociale si è confrontato con gli effetti devastanti della pandemia di Covid-19. Accanto alla diffusione della conoscenza, quanto avvenuto ha dato modo di valutare meglio – e in corso d’opera -, quanta strada occorra ancora fare per l’uso più efficace delle nuove tecnologie per la diffusione dell’attività d’impresa.
L’analisi di quanto è accaduto viene svolta – per il comparto della moda -, da Chiara Pompa (ricercatrice presso il Dipartimento di Scienza per la qualità della vita dell’Università di Bologna), nel suo “La memoria ‘estesa’ della moda. Come valorizzare l’heritage aziendale con la tecnologia” apparso qualche settimana fa in ZoneModa Journal
L’indagine prende proprio le mosse dalla constatazione di come negli ultimi mesi di lockdown e allontanamento sociale, necessari per contrastare la diffusione del Pandemia Covid-19, il mondo della moda abbia aperto le porte dei suoi database digitali, condividendo il patrimonio culturale con la comunità web. Segnale di grande cultura d’impresa che si mette a disposizione di tutti, ma anche iniziativa, spiega Chiara Pompa, “capace di stimolare una riflessione sulla dimensione dell’accessibilità agli archivi di moda, nonché sugli usi che se ne possono fare”.
Quanto accaduto viene analizzato quindi da diverse prospettive: se da un lato, infatti, l’apertura digitale degli archivi ha potuto fornire informazioni utili sui progressi della digitalizzazione, dall’altro ha sottolineato il limitato utilizzo della cosiddetta Extended Reality negli archivi aziendali e nei musei del “sistema moda” che ha adottato questa tecnologia principalmente nella vendita al dettaglio B2B e B2C.
Chiara Pompa, partendo quindi dall’analisi dello stato dell’arte, ha cercato di tracciare potenziali percorsi per future ricerche in questo campo, con l’obiettivo di aiutare la fruizione e valorizzazione del patrimonio fashion attraverso tecnologie di realtà aumentata e virtuale. Ne deriva anche una valorizzazione dell’utilità degli archivi e musei d’impresa che, se ben interpretati, possono svolgere non solo la funzione di “raccolte storiche” ma anche e soprattutto quella di “luoghi vivi di lavoro” a disposizione delle imprese e non solo.
La memoria ‘estesa’ della moda. Come valorizzare l’heritage aziendale con la tecnologia
Chiara Pompa (Università di Bologna)
ZoneModa Journal. Vol.10 n.2 (2020)
Il significato della digitalizzazione di archivi e musei d’impresa. Il caso del comparto della moda
Buona cultura d’impresa che si mette in mostra, sfruttando anche gli strumenti della digitalizzazione ormai a disposizione. E’ accaduto anche nei mesi scorsi, quando il sistema economico e sociale si è confrontato con gli effetti devastanti della pandemia di Covid-19. Accanto alla diffusione della conoscenza, quanto avvenuto ha dato modo di valutare meglio – e in corso d’opera -, quanta strada occorra ancora fare per l’uso più efficace delle nuove tecnologie per la diffusione dell’attività d’impresa.
L’analisi di quanto è accaduto viene svolta – per il comparto della moda -, da Chiara Pompa (ricercatrice presso il Dipartimento di Scienza per la qualità della vita dell’Università di Bologna), nel suo “La memoria ‘estesa’ della moda. Come valorizzare l’heritage aziendale con la tecnologia” apparso qualche settimana fa in ZoneModa Journal
L’indagine prende proprio le mosse dalla constatazione di come negli ultimi mesi di lockdown e allontanamento sociale, necessari per contrastare la diffusione del Pandemia Covid-19, il mondo della moda abbia aperto le porte dei suoi database digitali, condividendo il patrimonio culturale con la comunità web. Segnale di grande cultura d’impresa che si mette a disposizione di tutti, ma anche iniziativa, spiega Chiara Pompa, “capace di stimolare una riflessione sulla dimensione dell’accessibilità agli archivi di moda, nonché sugli usi che se ne possono fare”.
Quanto accaduto viene analizzato quindi da diverse prospettive: se da un lato, infatti, l’apertura digitale degli archivi ha potuto fornire informazioni utili sui progressi della digitalizzazione, dall’altro ha sottolineato il limitato utilizzo della cosiddetta Extended Reality negli archivi aziendali e nei musei del “sistema moda” che ha adottato questa tecnologia principalmente nella vendita al dettaglio B2B e B2C.
Chiara Pompa, partendo quindi dall’analisi dello stato dell’arte, ha cercato di tracciare potenziali percorsi per future ricerche in questo campo, con l’obiettivo di aiutare la fruizione e valorizzazione del patrimonio fashion attraverso tecnologie di realtà aumentata e virtuale. Ne deriva anche una valorizzazione dell’utilità degli archivi e musei d’impresa che, se ben interpretati, possono svolgere non solo la funzione di “raccolte storiche” ma anche e soprattutto quella di “luoghi vivi di lavoro” a disposizione delle imprese e non solo.
La memoria ‘estesa’ della moda. Come valorizzare l’heritage aziendale con la tecnologia
Chiara Pompa (Università di Bologna)
ZoneModa Journal. Vol.10 n.2 (2020)