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Il passato nel futuro presente

Imprese nuove accanto a fabbriche vecchie. Manifatture cariche di storia vicino a moderni laboratori carichi di tecnologia. In Italia il confronto fra le “tute blu” e i “colletti bianchi”, diventati spesso “camici bianchi”, non è finito ma si è trasformato. Così come è accaduto in molte altre aree industriali europee. Il passato non è stato cancellato del tutto: convive con il futuro passando per il presente. Così è anche della cultura d’impresa. E’ per questo che vale sempre porsi una domanda: come cambia un’area di vecchia industrializzazione sottoposta ai colpi e contraccolpi della crisi e alle spinte dello globalizzazione?

A Torino hanno provato a dare risposte alcuni ricercatori (Moneyba Gonzalez-Médina, Monica Patrizio, Nicoletta Torichio, Diletta Valentini, coordinati da Erica Melloni dell’Istituto per la ricerca sociale con la consulenza di Bruno Dente del Politecnico di Torino, nell’ambito delle iniziative di Torino Strategica), che, in un volume unico, hanno preso in considerazione i diversi aspetti legati all’internazionalizzazione dell’area metropolitana piemontese, cioè di uno dei territori più travagliati dal punto di vista industriale ed economico e quindi anche sotto il profilo della cultura d’impresa, passato dalla “fabbrica dell’auto” a quella della “manifattura d’alto livello”, ma anche a quella dei servizi, dell’ICT e della cultura a tutto tondo.

La ricerca che ha dato vita al libro “Torino Metropoli 2025. Internazionalizzazione  dell’area metropolitana  di Torino”, è stata realizzata nella seconda metà del 2014 anche con una serie di interviste ad attori del territorio. Nel volume, viene condotta una indagine accurata di Torino al cospetto del mondo. Si parte quindi dall’esame dei diversi attori economici e sociali presenti, si passa all’analisi del quadro geografico, all’approfondimento dei diversi elementi utili all’internazionalizzazione del territorio, per arrivare ad una condivisione con i personaggi intervistati. Tre gli ambiti specifici di approfondimento: “Torino nel mondo”, “Il mondo a Torino”, “Torinesi internazionali”. E’ il racconto di imprese e persone che dal locale partono per il globale oppure da questo atterrano nel territorio torinese. Con il risultato di creare, come si diceva prima, un presente in cui il passato vive già un po’ nel futuro. Senza nascondere però i problemi del cambiamento: le fabbriche abbandonate, una cultura della produzione e della convivenza che deve cambiare, le tensioni create dalla coesistenza di persone dalle origini diverse.

Leggere “Torino Metropoli 2025”, è fare una buona lettura (fra l’altro agevolata da una serie di schemi concettuali che aiutano a capire), che serve anche per chi a Torino non vive e non lavora.

Torino Metropoli 2025. Internazionalizzazione  dell’area metropolitana  di Torino 

AA.VV.

IRS, Istituto per la ricerca sociale, 2015

Imprese nuove accanto a fabbriche vecchie. Manifatture cariche di storia vicino a moderni laboratori carichi di tecnologia. In Italia il confronto fra le “tute blu” e i “colletti bianchi”, diventati spesso “camici bianchi”, non è finito ma si è trasformato. Così come è accaduto in molte altre aree industriali europee. Il passato non è stato cancellato del tutto: convive con il futuro passando per il presente. Così è anche della cultura d’impresa. E’ per questo che vale sempre porsi una domanda: come cambia un’area di vecchia industrializzazione sottoposta ai colpi e contraccolpi della crisi e alle spinte dello globalizzazione?

A Torino hanno provato a dare risposte alcuni ricercatori (Moneyba Gonzalez-Médina, Monica Patrizio, Nicoletta Torichio, Diletta Valentini, coordinati da Erica Melloni dell’Istituto per la ricerca sociale con la consulenza di Bruno Dente del Politecnico di Torino, nell’ambito delle iniziative di Torino Strategica), che, in un volume unico, hanno preso in considerazione i diversi aspetti legati all’internazionalizzazione dell’area metropolitana piemontese, cioè di uno dei territori più travagliati dal punto di vista industriale ed economico e quindi anche sotto il profilo della cultura d’impresa, passato dalla “fabbrica dell’auto” a quella della “manifattura d’alto livello”, ma anche a quella dei servizi, dell’ICT e della cultura a tutto tondo.

La ricerca che ha dato vita al libro “Torino Metropoli 2025. Internazionalizzazione  dell’area metropolitana  di Torino”, è stata realizzata nella seconda metà del 2014 anche con una serie di interviste ad attori del territorio. Nel volume, viene condotta una indagine accurata di Torino al cospetto del mondo. Si parte quindi dall’esame dei diversi attori economici e sociali presenti, si passa all’analisi del quadro geografico, all’approfondimento dei diversi elementi utili all’internazionalizzazione del territorio, per arrivare ad una condivisione con i personaggi intervistati. Tre gli ambiti specifici di approfondimento: “Torino nel mondo”, “Il mondo a Torino”, “Torinesi internazionali”. E’ il racconto di imprese e persone che dal locale partono per il globale oppure da questo atterrano nel territorio torinese. Con il risultato di creare, come si diceva prima, un presente in cui il passato vive già un po’ nel futuro. Senza nascondere però i problemi del cambiamento: le fabbriche abbandonate, una cultura della produzione e della convivenza che deve cambiare, le tensioni create dalla coesistenza di persone dalle origini diverse.

Leggere “Torino Metropoli 2025”, è fare una buona lettura (fra l’altro agevolata da una serie di schemi concettuali che aiutano a capire), che serve anche per chi a Torino non vive e non lavora.

Torino Metropoli 2025. Internazionalizzazione  dell’area metropolitana  di Torino 

AA.VV.

IRS, Istituto per la ricerca sociale, 2015

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