Immagine e sostanza d’impresa
L’impresa e la sua cultura si riflettono anche nella reputazione che di esse ha il mondo. Soprattutto oggi. E non si tratta solamente di una questione di immagine, ma anche di sostanza. E’ nella reputazione aziendale che si condensa infatti la sostanza dell’agire produttivo, la sintesi dell’organizzazione aziendale, l’accettabilità di quanto l’impresa fa.
Capire come si forma e come si gestisce la reputazione aziendale (corporate reputation), è quindi importante. Ed è utile allora leggere “La reputazione aziendale. Aspetti sociali, di misurazione e di gestione” di Isabella Corradini ed Enrico Nardelli. Docente di Psicologia sociale all’Università dell’Aquila e Presidente del Centro Ricerche Themis la Corradini, Professore ordinario di Informatica presso il Dipartimento di Matematica dell’Università di Roma Tor Vergata Nardelli, hanno lavorato ad un volume che partendo dalla definizione di reputazione aziendale ne sonda i diversi aspetti e i metodi di valutazione, per arrivare ad indicare alcuni strumenti per coltivarne lo sviluppo.
L’idea di base del volume è che sul concetto di reputazione non ci sia ancora un consenso unanime. Ma per quanto riguarda le imprese occorre tenere conto di due circostanze. Da un lato, sono i portatori di interessi rilevanti per l’azienda, i cosiddetti stakeholder, ad avere un ruolo chiave nella costruzione e nel mantenimento della corporate reputation. Dall’altro, oggi l’azienda è totalmente immersa nel flusso delle relazioni mediate dai canali tecnologici e quindi è esposta costantemente a valutazioni e giudizi che possono cambiare totalmente il verso della reputazione acquisita.
La valutazione della reputazione aziendale – spiegano quindi i due autori -, e la conoscenza del proprio valore reputazionale (“cosa”, “come” e “dove” misurare), diventano strategie vantaggiose e tappe obbligate per qualsiasi organizzazione che opera nell’attuale contesto economico e sociale.
Il volume, quindi, inizia con una analisi della letteratura di riferimento e passa poi alla descrizione dei alcuni principali modelli di misurazione della corporate reputation. La parte finale è basata sui significati dell’avere una “buona reputazione” ma soprattutto sull’illustrazione di cosa occorre fare in situazioni di crisi, su quale sia il valore dei legami fra reputazione e persone che lavorano in azienda e sugli aspetti tecnici di gestione della reputazione stessa (monitoraggio, procedure di intervento, procedure di prevenzione).
Il libro di Corradini e Nardelli è interessante da leggere e contiene un messaggio: la corporate reputation non nasce per caso oppure meccanicamente ma è il risultato di un lavoro complesso che sta fra tecnica e organizzazione, cultura e persone d’azienda. A ben vedere, è davvero la sintesi del modo di essere impresa.
La reputazione aziendale. Aspetti sociali, di misurazione e di gestione
Isabella Corradini , Enrico Nardelli
Franco Angeli, 2015
L’impresa e la sua cultura si riflettono anche nella reputazione che di esse ha il mondo. Soprattutto oggi. E non si tratta solamente di una questione di immagine, ma anche di sostanza. E’ nella reputazione aziendale che si condensa infatti la sostanza dell’agire produttivo, la sintesi dell’organizzazione aziendale, l’accettabilità di quanto l’impresa fa.
Capire come si forma e come si gestisce la reputazione aziendale (corporate reputation), è quindi importante. Ed è utile allora leggere “La reputazione aziendale. Aspetti sociali, di misurazione e di gestione” di Isabella Corradini ed Enrico Nardelli. Docente di Psicologia sociale all’Università dell’Aquila e Presidente del Centro Ricerche Themis la Corradini, Professore ordinario di Informatica presso il Dipartimento di Matematica dell’Università di Roma Tor Vergata Nardelli, hanno lavorato ad un volume che partendo dalla definizione di reputazione aziendale ne sonda i diversi aspetti e i metodi di valutazione, per arrivare ad indicare alcuni strumenti per coltivarne lo sviluppo.
L’idea di base del volume è che sul concetto di reputazione non ci sia ancora un consenso unanime. Ma per quanto riguarda le imprese occorre tenere conto di due circostanze. Da un lato, sono i portatori di interessi rilevanti per l’azienda, i cosiddetti stakeholder, ad avere un ruolo chiave nella costruzione e nel mantenimento della corporate reputation. Dall’altro, oggi l’azienda è totalmente immersa nel flusso delle relazioni mediate dai canali tecnologici e quindi è esposta costantemente a valutazioni e giudizi che possono cambiare totalmente il verso della reputazione acquisita.
La valutazione della reputazione aziendale – spiegano quindi i due autori -, e la conoscenza del proprio valore reputazionale (“cosa”, “come” e “dove” misurare), diventano strategie vantaggiose e tappe obbligate per qualsiasi organizzazione che opera nell’attuale contesto economico e sociale.
Il volume, quindi, inizia con una analisi della letteratura di riferimento e passa poi alla descrizione dei alcuni principali modelli di misurazione della corporate reputation. La parte finale è basata sui significati dell’avere una “buona reputazione” ma soprattutto sull’illustrazione di cosa occorre fare in situazioni di crisi, su quale sia il valore dei legami fra reputazione e persone che lavorano in azienda e sugli aspetti tecnici di gestione della reputazione stessa (monitoraggio, procedure di intervento, procedure di prevenzione).
Il libro di Corradini e Nardelli è interessante da leggere e contiene un messaggio: la corporate reputation non nasce per caso oppure meccanicamente ma è il risultato di un lavoro complesso che sta fra tecnica e organizzazione, cultura e persone d’azienda. A ben vedere, è davvero la sintesi del modo di essere impresa.
La reputazione aziendale. Aspetti sociali, di misurazione e di gestione
Isabella Corradini , Enrico Nardelli
Franco Angeli, 2015