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Imprenditori fatti in casa

Per capire chi è e come lavora un imprenditore occorre conoscerne uno, anzi più di uno. Perché la teoria dei libri serve, ma la pratica della produzione e della gestione è – alla fine -, tutta un’altra cosa. Anche, e forse soprattutto, in tempi complessi come quelli che si stanno attraversando. Avere cognizione, quindi, delle storie d’impresa è determinante per comprendere le imprese stesse.

A questo serve l’ultima fatica di Eugenio Dal Pane (scrittore e insegnante oltre che editore), che con “Il lampo. Storia di genti meccaniche” appena pubblicato, ha voluto raccontare per davvero una storia aziendale.

Si tratta della vicenda della CM, azienda metalmeccanica nata nel ’74 a San Potito frazione di Lugo di Romagna e cresciuta nel tempo con un percorso comune a molte altre aziende romagnole e italiane. Oggi, la CM produce macchine come elevatori e rovesciatori idraulici, esporta in 35 Paesi, ha collezionato tre brevetti. Dal Pane ne racconta la storia iniziando con semplice chiarezza: “È il 20 marzo 1974. Due giovani di ventiquattro e ventisei anni, Domenico Calonaci e Gabriele Calini, si presentano davanti al notaio per costituire la CM”. E così va avanti cercando di rispondere ad una serie di domande: “Ma chi è l’imprenditore? Cosa muove un uomo, una donna a investire il talento ricevuto e a sacrificarsi per costruire qualcosa di buono per sé e per tutti, in mezzo alle gioie e ai dolori, alle speranze e ai drammi propri del vivere? Quali sono i fattori che permettono all’impresa di crescere e di durare nel tempo?”.

Il racconto della CM serve per arrivare alle risposte giuste. La vicenda, quindi, si dipana partendo dalla fondazione dell’azienda davanti al notaio, passando per le innovazioni escogitate in officina, proseguendo  con le iniziali esplorazioni alle fiere di settore, con le prime assunzioni arrivate a sorpresa e raccontate con animo da romanzo –  (“Davanti a quell’officina dalla porta stretta passava ogni giorno una ragazza di sedici anni per accompagnare all’asilo con la bicicletta i due nipotini, ignara di ciò che il destino stava preparando per lei”) -, per giungere al primo brevetto conquistato. Dal Pane, poi, racconta, anzi fa raccontare ai protagonisti della storia, come nascono le idee di nuovi prodotti, come ci si organizza fra produzione e vendite, cosa accade quando nella vita aziendale irrompono i fatti della vita di fuori, come avviene quella “ripresa” che spinge avanti l’imprenditore nonostante tutto. E poi ancora le fasi di passaggio comuni a tutte le imprese, il consolidamento dell’attività, le sconfitte accanto ai successi, l’individuazione dei valori aziendali (la “correttezza”, per esempio), l’uso dei nuovi strumenti di produzione e di conoscenza, il valore dei collaboratori, il senso vero della squadra.

Il libro di Dal Pane si legge in un mattino. E’ denso quanto basta, scorrevole il giusto. Ed è anche bella la postfazione di Paolo Preti (che insegna Organizzazione delle Piccole e Medie Imprese alla Bocconi), che a proposito degli imprenditori scrive qualcosa solo apparentemente scontato: “Non eroi, né moderni miti, ma uomini e donne di cui la nostra società ha particolarmente bisogno e a cui essere riconoscenti per la funzione che assolvono, anche se questa, almeno quando le cose vanno bene, risulta essere ben retribuita”.

Il lampo. Storia di genti meccaniche

Eugenio Dal Pane

Itaca, 2014

Per capire chi è e come lavora un imprenditore occorre conoscerne uno, anzi più di uno. Perché la teoria dei libri serve, ma la pratica della produzione e della gestione è – alla fine -, tutta un’altra cosa. Anche, e forse soprattutto, in tempi complessi come quelli che si stanno attraversando. Avere cognizione, quindi, delle storie d’impresa è determinante per comprendere le imprese stesse.

A questo serve l’ultima fatica di Eugenio Dal Pane (scrittore e insegnante oltre che editore), che con “Il lampo. Storia di genti meccaniche” appena pubblicato, ha voluto raccontare per davvero una storia aziendale.

Si tratta della vicenda della CM, azienda metalmeccanica nata nel ’74 a San Potito frazione di Lugo di Romagna e cresciuta nel tempo con un percorso comune a molte altre aziende romagnole e italiane. Oggi, la CM produce macchine come elevatori e rovesciatori idraulici, esporta in 35 Paesi, ha collezionato tre brevetti. Dal Pane ne racconta la storia iniziando con semplice chiarezza: “È il 20 marzo 1974. Due giovani di ventiquattro e ventisei anni, Domenico Calonaci e Gabriele Calini, si presentano davanti al notaio per costituire la CM”. E così va avanti cercando di rispondere ad una serie di domande: “Ma chi è l’imprenditore? Cosa muove un uomo, una donna a investire il talento ricevuto e a sacrificarsi per costruire qualcosa di buono per sé e per tutti, in mezzo alle gioie e ai dolori, alle speranze e ai drammi propri del vivere? Quali sono i fattori che permettono all’impresa di crescere e di durare nel tempo?”.

Il racconto della CM serve per arrivare alle risposte giuste. La vicenda, quindi, si dipana partendo dalla fondazione dell’azienda davanti al notaio, passando per le innovazioni escogitate in officina, proseguendo  con le iniziali esplorazioni alle fiere di settore, con le prime assunzioni arrivate a sorpresa e raccontate con animo da romanzo –  (“Davanti a quell’officina dalla porta stretta passava ogni giorno una ragazza di sedici anni per accompagnare all’asilo con la bicicletta i due nipotini, ignara di ciò che il destino stava preparando per lei”) -, per giungere al primo brevetto conquistato. Dal Pane, poi, racconta, anzi fa raccontare ai protagonisti della storia, come nascono le idee di nuovi prodotti, come ci si organizza fra produzione e vendite, cosa accade quando nella vita aziendale irrompono i fatti della vita di fuori, come avviene quella “ripresa” che spinge avanti l’imprenditore nonostante tutto. E poi ancora le fasi di passaggio comuni a tutte le imprese, il consolidamento dell’attività, le sconfitte accanto ai successi, l’individuazione dei valori aziendali (la “correttezza”, per esempio), l’uso dei nuovi strumenti di produzione e di conoscenza, il valore dei collaboratori, il senso vero della squadra.

Il libro di Dal Pane si legge in un mattino. E’ denso quanto basta, scorrevole il giusto. Ed è anche bella la postfazione di Paolo Preti (che insegna Organizzazione delle Piccole e Medie Imprese alla Bocconi), che a proposito degli imprenditori scrive qualcosa solo apparentemente scontato: “Non eroi, né moderni miti, ma uomini e donne di cui la nostra società ha particolarmente bisogno e a cui essere riconoscenti per la funzione che assolvono, anche se questa, almeno quando le cose vanno bene, risulta essere ben retribuita”.

Il lampo. Storia di genti meccaniche

Eugenio Dal Pane

Itaca, 2014

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