Imprenditori impossibili
Generosi, creativi, orgogliosi, egocentrici. Sono i tratti comuni dei protagonisti di “Impresa impossibile” libro di poco più di cento pagine appena uscito e che si legge d’un fiato. Tratti che, a ben vedere, sono quelli propri di ogni imprenditore, uniti ad un senso della sfida e a una cocciutaggine che riescono a far superare anche i momenti più difficili. E proprio di imprese e imprenditori racconta il volume: otto storie d’aziende che instillano un senso di positività e di fiducia nel futuro. Corrado Formigli – giornalista con cui magari non tutti sono sempre d’accordo ma che ha il pregio di scrivere chiaro – ha condensato in un breve spazio il ritratto di un’Italia delle imprese che nonostante tutto, come si dice spesso oggi, è riuscita a farcela. Non è un libro di teoria dell’impresa con qualche caso studio. Al contrario, è un libro di racconti d’impresa che dichiara alla fine, a proposito delle soluzioni possibili alla crisi, di non aver ricette ne’ risposte e che forse ricette e risposte, almeno tracce di queste, si ritrovano negli esempi che il volume mette in fila.
“Impresa impossibile” raccoglie così storie di uomini che vanno sotto il nome di “Imprenditori” ma che sono l’uno diverso dall’altro per alcuni tratti e molti simili per altri uniti come sono da un’idea d’impresa che è anche fatto sociale, impegno civile, azzardo calcolato e passione sfrenata.
Si inizia così con la Rizoma di Gallarate – specializzata in accessori per moto – e si finisce con la marchigiana Loccioni specializzata nei “sistemi automatici di misura e controllo”. In mezzo le storie di nomi noti come Alessi, Mutti e Venchi, ma anche sconosciuti ai più come Blackshape (aeroplani), Era Ora (ristorazione), Bruzziches (borse). Di tutte le vicende Formigli esplora non tanto il risultato economico, ma soprattutto gli aspetti umani: l’imprenditore e se’ stesso, lui e i suoi operai e collaboratori, l’azienda vista come parte di una società e non come una macchina.
Emerge allora un made in Italy insospettato e vero “che non è costituito da una categoria specifica di prodotto – scrive alla fine Formigli -, ma da un metodo. E si regge sulla perseveranza e la competenza”.
Impresa impossibile. Storie di italiani che hanno combattuto e vinto la crisi
Corrado Formigli
Mondadori, gennaio 2014.
Generosi, creativi, orgogliosi, egocentrici. Sono i tratti comuni dei protagonisti di “Impresa impossibile” libro di poco più di cento pagine appena uscito e che si legge d’un fiato. Tratti che, a ben vedere, sono quelli propri di ogni imprenditore, uniti ad un senso della sfida e a una cocciutaggine che riescono a far superare anche i momenti più difficili. E proprio di imprese e imprenditori racconta il volume: otto storie d’aziende che instillano un senso di positività e di fiducia nel futuro. Corrado Formigli – giornalista con cui magari non tutti sono sempre d’accordo ma che ha il pregio di scrivere chiaro – ha condensato in un breve spazio il ritratto di un’Italia delle imprese che nonostante tutto, come si dice spesso oggi, è riuscita a farcela. Non è un libro di teoria dell’impresa con qualche caso studio. Al contrario, è un libro di racconti d’impresa che dichiara alla fine, a proposito delle soluzioni possibili alla crisi, di non aver ricette ne’ risposte e che forse ricette e risposte, almeno tracce di queste, si ritrovano negli esempi che il volume mette in fila.
“Impresa impossibile” raccoglie così storie di uomini che vanno sotto il nome di “Imprenditori” ma che sono l’uno diverso dall’altro per alcuni tratti e molti simili per altri uniti come sono da un’idea d’impresa che è anche fatto sociale, impegno civile, azzardo calcolato e passione sfrenata.
Si inizia così con la Rizoma di Gallarate – specializzata in accessori per moto – e si finisce con la marchigiana Loccioni specializzata nei “sistemi automatici di misura e controllo”. In mezzo le storie di nomi noti come Alessi, Mutti e Venchi, ma anche sconosciuti ai più come Blackshape (aeroplani), Era Ora (ristorazione), Bruzziches (borse). Di tutte le vicende Formigli esplora non tanto il risultato economico, ma soprattutto gli aspetti umani: l’imprenditore e se’ stesso, lui e i suoi operai e collaboratori, l’azienda vista come parte di una società e non come una macchina.
Emerge allora un made in Italy insospettato e vero “che non è costituito da una categoria specifica di prodotto – scrive alla fine Formigli -, ma da un metodo. E si regge sulla perseveranza e la competenza”.
Impresa impossibile. Storie di italiani che hanno combattuto e vinto la crisi
Corrado Formigli
Mondadori, gennaio 2014.