Imprese a impatto sociale
Un libro appena pubblicato raccoglie teoria e pratica delle nuove forme di organizzazione della produzione
Coniugare profitto con attenzione all’impatto sociale dell’agire dell’impresa. Traguardo importante, raggiunto da molte realtà produttive, ma lontano ancora per altrettante. Traguardo che si delinea quando, nell’ambito dell’organizzazione della produzione, si fa strada una visione diversa della produzione. Leggere la fatica letteraria collettanea curata da
Giorgio Fiorentini, senior professor in Management delle Imprese Sociali in Università Bocconi, aiuta moltissimo nella comprensione di quanto occorra per arrivare ad una sintesi tra profitto economico e profitto sociale dell’agire d’impresa.
“Tutte le imprese devono essere sociali”, curato da Fiorentini con il contributo di una serie importante di ricercatori, parte da una constatazione: tutte le imprese devono essere sociali non è una raccomandazione, ma una prassi e una condizione per lo sviluppo del sistema socio economico e per la sostenibilità dell’ecosistema. Non una scelta, quindi, ma quasi un percorso obbligato.
Anche perché, è l’idea che sostiene il libro, profitto e impatto sociale sono due facce della stessa medaglia: l’impresa ad impatto sociale (IIS). Esse sono complementari per la sostenibilità e sono “sostanza” delle imprese sociali profit e non profit.
Il profitto (massimizzazione relativa del profitto) e l’equilibrio economico finanziario si ottengono gestendo bene l’azienda; l’impatto sociale positivo è il senso e la connotazione non estetica e non riduttiva dell’imprenditorialità (formula imprenditoriale sociale) oltre che la condizione necessaria per lo sviluppo del sistema.
Detto in altre parole, un’impresa di successo non è quella che riesce solo a far profitto per i suoi azionisti, ma quella che ha dentro un “finalismo sociale” (insieme a quello ambientale) che la rende pressoché unica. E che riesce a conciliare produttività economica con produttività sociale e territoriale.
È importante però – viene sottolineato -, misurare e valutare l’impatto sociale per avere un rating sociale di riferimento. Anche perché l’impatto sociale è interno (per esempio welfare aziendale) ed esterno (per esempio commitment e sviluppo del territorio come “luogo” e “comunità”) e porta a reddito la social reputation.
E’ tutto questo che unisce i 22 contributi di studiosi e operatori raccolti nel libro. Interventi che prendono in considerazione per esempio la collocazione dell’impresa sociale all’interno della teoria aziendale, le situazioni di confine, le imprese sociali ibride, le relazioni tra imprese profit e non profit, il profitto del volontariato e molto altro ancora. Tutto è preceduto da una lunga e ampia introduzione dello stesso Fiorentini che serve per inquadrare un tema comunque in evoluzione.
Tutte le imprese devono essere sociali
Fiorentini Giorgio (a cura di)
Franco Angeli, 2021
Un libro appena pubblicato raccoglie teoria e pratica delle nuove forme di organizzazione della produzione
Coniugare profitto con attenzione all’impatto sociale dell’agire dell’impresa. Traguardo importante, raggiunto da molte realtà produttive, ma lontano ancora per altrettante. Traguardo che si delinea quando, nell’ambito dell’organizzazione della produzione, si fa strada una visione diversa della produzione. Leggere la fatica letteraria collettanea curata da
Giorgio Fiorentini, senior professor in Management delle Imprese Sociali in Università Bocconi, aiuta moltissimo nella comprensione di quanto occorra per arrivare ad una sintesi tra profitto economico e profitto sociale dell’agire d’impresa.
“Tutte le imprese devono essere sociali”, curato da Fiorentini con il contributo di una serie importante di ricercatori, parte da una constatazione: tutte le imprese devono essere sociali non è una raccomandazione, ma una prassi e una condizione per lo sviluppo del sistema socio economico e per la sostenibilità dell’ecosistema. Non una scelta, quindi, ma quasi un percorso obbligato.
Anche perché, è l’idea che sostiene il libro, profitto e impatto sociale sono due facce della stessa medaglia: l’impresa ad impatto sociale (IIS). Esse sono complementari per la sostenibilità e sono “sostanza” delle imprese sociali profit e non profit.
Il profitto (massimizzazione relativa del profitto) e l’equilibrio economico finanziario si ottengono gestendo bene l’azienda; l’impatto sociale positivo è il senso e la connotazione non estetica e non riduttiva dell’imprenditorialità (formula imprenditoriale sociale) oltre che la condizione necessaria per lo sviluppo del sistema.
Detto in altre parole, un’impresa di successo non è quella che riesce solo a far profitto per i suoi azionisti, ma quella che ha dentro un “finalismo sociale” (insieme a quello ambientale) che la rende pressoché unica. E che riesce a conciliare produttività economica con produttività sociale e territoriale.
È importante però – viene sottolineato -, misurare e valutare l’impatto sociale per avere un rating sociale di riferimento. Anche perché l’impatto sociale è interno (per esempio welfare aziendale) ed esterno (per esempio commitment e sviluppo del territorio come “luogo” e “comunità”) e porta a reddito la social reputation.
E’ tutto questo che unisce i 22 contributi di studiosi e operatori raccolti nel libro. Interventi che prendono in considerazione per esempio la collocazione dell’impresa sociale all’interno della teoria aziendale, le situazioni di confine, le imprese sociali ibride, le relazioni tra imprese profit e non profit, il profitto del volontariato e molto altro ancora. Tutto è preceduto da una lunga e ampia introduzione dello stesso Fiorentini che serve per inquadrare un tema comunque in evoluzione.
Tutte le imprese devono essere sociali
Fiorentini Giorgio (a cura di)
Franco Angeli, 2021