Imprese consapevoli
L’impresa cambia con il mondo che la circonda. Organizzazione non impermeabile, quella imprenditoriale nasce, cresce, si sviluppa anche sotto le sollecitazioni di agenti esterni ad essa che ne influenzano la vita e che da questa ne vengono influenzati. Oggi, è l’epoca dell’impresa e del capitalismo consapevoli. Entità apparentemente nuove all’orizzonte, di fatto frutto dell’evoluzione del capitalismo e del modo stesso di fare produzione.
Leggere “Le nuove contaminazioni tra profit e non profit: l’impresa consapevole” di Gianluca De Nardi (Retail Training Manager, Ecor NaturaSì; Membro Consiglio Direttivo, Ca’ Foscari Alumni), è molto utile per comprendere cosa sta evolvendo e, soprattutto, la natura dell’impresa consapevole oggi.
Scrive l’autore nell’incipit della sua ricerca: “Il mondo economico sta lentamente maturando una nuova e più elevata consapevolezza del fare impresa. È possibile constatarlo osservando le varie iniziative che in diverse parti del mondo nascono a livello imprenditoriale da parte di aziende che, nonostante la crisi economica mondiale, hanno mantenuto e continuano a raggiungere performance significativamente alte: dal movimento del Conscious Capitalism (traducibile in italiano in Capitalismo Consapevole) negli Stati Uniti (…), al progetto veneto di Innovarea e l’Impresa Significante”. Il ragionamento di De Nardi si dipana partendo da questa constatazione.
Ma cos’è l’impresa consapevole? Sostanzialmente si tratta di un’organizzazione basata su quattro pilastri: una “grande missione”, un “orientamento agli stakeholder”, una “leadership consapevole” e una “cultura consapevole”. De Nardi quindi analizza ognuno dei pilastri, approfondendo dell’impresa consapevole cultura, aspetti, missione, organizzazione. L’orizzonte che si delinea è quello di un’impresa che si muove fra il profit e il no-profit, ma che nella quadratura del bilancio ha uno dei suoi cardini, così come in quello dell’attenzione verso il mondo che circonda. De Nardi, per ragionare, porta alcuni esempi, anche inaspettati, come Apple, Google oppure, negli Usa, la catena di prodotti naturali Whole Foods Market e ancora la Bosch, la Carl Zeiss, la EcorNaturaSì e altre ancora.
Con un linguaggio limpido e in poche pagine, De Nardi racconti così un nuovo orizzonte – ancora piuttosto vago in Italia -, e scrive: “La scelta che si pone oggi per le aziende è tra una logica push e una logica pull, tra essere attori o spettatori di questo cambiamento”. Gli imprenditori e i manager consapevoli non avranno problemi a scegliere.
Le nuove contaminazioni tra profit e non profit: l’impresa consapevole
Gianluca De Nardi
in “30+ anni di aziendalisti in Laguna Gli studi manageriali a Venezia”, Edizioni Cà Foscari, 2015
L’impresa cambia con il mondo che la circonda. Organizzazione non impermeabile, quella imprenditoriale nasce, cresce, si sviluppa anche sotto le sollecitazioni di agenti esterni ad essa che ne influenzano la vita e che da questa ne vengono influenzati. Oggi, è l’epoca dell’impresa e del capitalismo consapevoli. Entità apparentemente nuove all’orizzonte, di fatto frutto dell’evoluzione del capitalismo e del modo stesso di fare produzione.
Leggere “Le nuove contaminazioni tra profit e non profit: l’impresa consapevole” di Gianluca De Nardi (Retail Training Manager, Ecor NaturaSì; Membro Consiglio Direttivo, Ca’ Foscari Alumni), è molto utile per comprendere cosa sta evolvendo e, soprattutto, la natura dell’impresa consapevole oggi.
Scrive l’autore nell’incipit della sua ricerca: “Il mondo economico sta lentamente maturando una nuova e più elevata consapevolezza del fare impresa. È possibile constatarlo osservando le varie iniziative che in diverse parti del mondo nascono a livello imprenditoriale da parte di aziende che, nonostante la crisi economica mondiale, hanno mantenuto e continuano a raggiungere performance significativamente alte: dal movimento del Conscious Capitalism (traducibile in italiano in Capitalismo Consapevole) negli Stati Uniti (…), al progetto veneto di Innovarea e l’Impresa Significante”. Il ragionamento di De Nardi si dipana partendo da questa constatazione.
Ma cos’è l’impresa consapevole? Sostanzialmente si tratta di un’organizzazione basata su quattro pilastri: una “grande missione”, un “orientamento agli stakeholder”, una “leadership consapevole” e una “cultura consapevole”. De Nardi quindi analizza ognuno dei pilastri, approfondendo dell’impresa consapevole cultura, aspetti, missione, organizzazione. L’orizzonte che si delinea è quello di un’impresa che si muove fra il profit e il no-profit, ma che nella quadratura del bilancio ha uno dei suoi cardini, così come in quello dell’attenzione verso il mondo che circonda. De Nardi, per ragionare, porta alcuni esempi, anche inaspettati, come Apple, Google oppure, negli Usa, la catena di prodotti naturali Whole Foods Market e ancora la Bosch, la Carl Zeiss, la EcorNaturaSì e altre ancora.
Con un linguaggio limpido e in poche pagine, De Nardi racconti così un nuovo orizzonte – ancora piuttosto vago in Italia -, e scrive: “La scelta che si pone oggi per le aziende è tra una logica push e una logica pull, tra essere attori o spettatori di questo cambiamento”. Gli imprenditori e i manager consapevoli non avranno problemi a scegliere.
Le nuove contaminazioni tra profit e non profit: l’impresa consapevole
Gianluca De Nardi
in “30+ anni di aziendalisti in Laguna Gli studi manageriali a Venezia”, Edizioni Cà Foscari, 2015