Imprese di casa e “capitali stranieri”
Cosa accade quando in un sistema industriale consolidato, con una forte cultura d’impresa e una spiccata identità nazionale, arrivano forze esterne, idee nuove e, soprattutto, risorse finanziarie? La domanda non è retorica, perché rappresenta ciò che oggi può accadere molto spesso. Per capire di più, pero’, non basta la teoria. Ci vuole la pratica, l’osservazione empirica, l’esperienza di chi ci è già passato.
Per questo è interessante leggere “Foreign Investors as Change Agents: The Swedish Firm Experience” uno studio apparso a maggio sotto l’egida dello svedese Royal Institute of Technology e firmato da Kathy S. Fogel, Kevin K. Lee, Wayne Y. Lee e Johanna Palmberg (i primi tre ricercatori nelle università di California e dell’Arkansas, l’ultima Direttore di Ricerca del Royal Institute of Technology).
La ricerca è un’esplorazione – condotta appunto con strumenti teorici ed empirici – su come “gli investitori stranieri possono agire come agenti di cambiamento nel governo societario” delle imprese. Il sistema preso ad esempio, è quello dell’economia industriale svedese sotto l’impatto dell’arrivo di grandi capitali esteri. Un caso studio ideale, visto che la Svezia è stata per molto tempo caratterizzata da una forte “nazionalismo economico”.
Ma al di là della storia e dei numeri, i quattro autori scoprono quanto forse pochi si aspettavano: le imprese svedesi sotto l’influsso dei capitali stranieri hanno fatto un salto culturale. “Ciò che è notevole in Svezia – spiegano nelle conclusioni i ricercatori – è che i proprietari hanno collaborato concedendo alcuni diritti di controllo agli investitori stranieri”. Una mossa che ha avuto l’effetto di rendere le imprese più snelle e attuare cambiamenti importanti in materia di governo societario.
Ciò che a prima vista poteva apparire come una colonizzazione da parte di capitali stranieri, si risolve così in una leva di cambiamento, non solo tecnico e finanziario ma anche e soprattutto culturale.
Foreign Investors as Change Agents: The Swedish Firm Experience
Kathy S. Fogel, Kevin K. Lee, Wayne Y. Lee e Johanna Palmberg
The Royal Institute of technology, maggio 2013
Cosa accade quando in un sistema industriale consolidato, con una forte cultura d’impresa e una spiccata identità nazionale, arrivano forze esterne, idee nuove e, soprattutto, risorse finanziarie? La domanda non è retorica, perché rappresenta ciò che oggi può accadere molto spesso. Per capire di più, pero’, non basta la teoria. Ci vuole la pratica, l’osservazione empirica, l’esperienza di chi ci è già passato.
Per questo è interessante leggere “Foreign Investors as Change Agents: The Swedish Firm Experience” uno studio apparso a maggio sotto l’egida dello svedese Royal Institute of Technology e firmato da Kathy S. Fogel, Kevin K. Lee, Wayne Y. Lee e Johanna Palmberg (i primi tre ricercatori nelle università di California e dell’Arkansas, l’ultima Direttore di Ricerca del Royal Institute of Technology).
La ricerca è un’esplorazione – condotta appunto con strumenti teorici ed empirici – su come “gli investitori stranieri possono agire come agenti di cambiamento nel governo societario” delle imprese. Il sistema preso ad esempio, è quello dell’economia industriale svedese sotto l’impatto dell’arrivo di grandi capitali esteri. Un caso studio ideale, visto che la Svezia è stata per molto tempo caratterizzata da una forte “nazionalismo economico”.
Ma al di là della storia e dei numeri, i quattro autori scoprono quanto forse pochi si aspettavano: le imprese svedesi sotto l’influsso dei capitali stranieri hanno fatto un salto culturale. “Ciò che è notevole in Svezia – spiegano nelle conclusioni i ricercatori – è che i proprietari hanno collaborato concedendo alcuni diritti di controllo agli investitori stranieri”. Una mossa che ha avuto l’effetto di rendere le imprese più snelle e attuare cambiamenti importanti in materia di governo societario.
Ciò che a prima vista poteva apparire come una colonizzazione da parte di capitali stranieri, si risolve così in una leva di cambiamento, non solo tecnico e finanziario ma anche e soprattutto culturale.
Foreign Investors as Change Agents: The Swedish Firm Experience
Kathy S. Fogel, Kevin K. Lee, Wayne Y. Lee e Johanna Palmberg
The Royal Institute of technology, maggio 2013