Imprese d’immigranti
Una ricerca a cavallo fra analisi d’impresa e scienze sociali, esplora il vasto e sconosciuto molto delle aziende create da immigrati
La globalizzazione porta gli imprenditori ovunque. E spesso crea imprenditori nuovi anche nei contesti sociali più inconsueti e apparentemente più lontani dall’organizzazione della produzione. E’ il caso delle imprese create da immigrati. Fenomeno non nuovo, questo, che tuttavia appare talvolta come quasi sconosciuto. Esempio di intraprendenza imprenditoriale, l’azienda progettata e gestita da immigrati è oggi un’entità ben definita, con una propria cultura d’impresa, seppur poco esplorata. Leggere l’intervento di Gianfranca Ranisio apparso su EtnoAntropologia è quindi interessante.
“Strategie d’impresa e processi di etnicizzazione in alcuni percorsi lavorativi di migranti” cerca appunto di approfondire la situazione e la cultura delle imprese costituite da immigrati. Il lavoro parte da un esempio classico nella letteratura e forse un po’ meno nelle ricerche di organizzazione d’impresa: il venditore di tappeti. Sulla vicenda reale di uno di questi, però, la Ranisio costruisce una analisi approfondita della realtà odierna delle imprese create da immigrati in Italia. Certo, spiega quasi subito l’autrice, occorre tenere conto “dei differenti percorsi migratori individuali e anche delle differenti modalità di accesso al lavoro, che caratterizzano le storie lavorative dei singoli e si accompagnano al fare impresa” in Italia”. Ma il risultato dell’indagine merita di essere letto.
Il testo nella prima parte fornisce un inquadramento del concetto di “capitale etnico” ma anche una rielaborazione dell’idea stessa di imprenditore affrontata non solo dal punto di vista economico ma più in generale da quello delle scienze sociali. La seconda parte affronta il tema del quadro teorico di riferimento che è possibile utilizzare per analizzare le imprese di immigranti e la loro situazione in Italia. La terza parte, infine, è una carrellata di imprese e imprenditori immigrati nell’area di Napoli.
Ne emerge un quadro complesso, non negativo ma, anzi, indicatore di una cultura d’impresa che si aggiorna, cambia, si evolve, si fa più interessante e variegata. Bello uno degli ultimi ragionamenti dell’autrice: “L’appartenenza può indirizzare, se non condizionare, le
scelte lavorative e diventare essa stessa parte del capitale culturale che entra in gioco, in quanto assunta come differenza percepita e/o prodotta dello sguardo esterno. In questi casi infatti l’etnicità da un lato diventa l’attribuzione di una competenza assegnata da parte degli altri, dall’altra è esibita come autoaffermazione di una competenza che si rivendica come propria e quindi si traduce in risorsa. Coloro che sono oggetto di stereotipi diventano essi stessi mercanti della propria cultura, ma con meccanismi per cui l’identità si rafforza”. Cultura d’impresa che si basa sulle differenze e che però si fa più forte attraverso di esse.
Strategie d’impresa e processi di etnicizzazione in alcuni percorsi lavorativi di migranti
Gianfranca Ranisio
EtnoAntropologia, 4 (2) 2016 – ISSN 2284-0176
Una ricerca a cavallo fra analisi d’impresa e scienze sociali, esplora il vasto e sconosciuto molto delle aziende create da immigrati
La globalizzazione porta gli imprenditori ovunque. E spesso crea imprenditori nuovi anche nei contesti sociali più inconsueti e apparentemente più lontani dall’organizzazione della produzione. E’ il caso delle imprese create da immigrati. Fenomeno non nuovo, questo, che tuttavia appare talvolta come quasi sconosciuto. Esempio di intraprendenza imprenditoriale, l’azienda progettata e gestita da immigrati è oggi un’entità ben definita, con una propria cultura d’impresa, seppur poco esplorata. Leggere l’intervento di Gianfranca Ranisio apparso su EtnoAntropologia è quindi interessante.
“Strategie d’impresa e processi di etnicizzazione in alcuni percorsi lavorativi di migranti” cerca appunto di approfondire la situazione e la cultura delle imprese costituite da immigrati. Il lavoro parte da un esempio classico nella letteratura e forse un po’ meno nelle ricerche di organizzazione d’impresa: il venditore di tappeti. Sulla vicenda reale di uno di questi, però, la Ranisio costruisce una analisi approfondita della realtà odierna delle imprese create da immigrati in Italia. Certo, spiega quasi subito l’autrice, occorre tenere conto “dei differenti percorsi migratori individuali e anche delle differenti modalità di accesso al lavoro, che caratterizzano le storie lavorative dei singoli e si accompagnano al fare impresa” in Italia”. Ma il risultato dell’indagine merita di essere letto.
Il testo nella prima parte fornisce un inquadramento del concetto di “capitale etnico” ma anche una rielaborazione dell’idea stessa di imprenditore affrontata non solo dal punto di vista economico ma più in generale da quello delle scienze sociali. La seconda parte affronta il tema del quadro teorico di riferimento che è possibile utilizzare per analizzare le imprese di immigranti e la loro situazione in Italia. La terza parte, infine, è una carrellata di imprese e imprenditori immigrati nell’area di Napoli.
Ne emerge un quadro complesso, non negativo ma, anzi, indicatore di una cultura d’impresa che si aggiorna, cambia, si evolve, si fa più interessante e variegata. Bello uno degli ultimi ragionamenti dell’autrice: “L’appartenenza può indirizzare, se non condizionare, le
scelte lavorative e diventare essa stessa parte del capitale culturale che entra in gioco, in quanto assunta come differenza percepita e/o prodotta dello sguardo esterno. In questi casi infatti l’etnicità da un lato diventa l’attribuzione di una competenza assegnata da parte degli altri, dall’altra è esibita come autoaffermazione di una competenza che si rivendica come propria e quindi si traduce in risorsa. Coloro che sono oggetto di stereotipi diventano essi stessi mercanti della propria cultura, ma con meccanismi per cui l’identità si rafforza”. Cultura d’impresa che si basa sulle differenze e che però si fa più forte attraverso di esse.
Strategie d’impresa e processi di etnicizzazione in alcuni percorsi lavorativi di migranti
Gianfranca Ranisio
EtnoAntropologia, 4 (2) 2016 – ISSN 2284-0176