Imprese, lavori, società. Cinque letture per capire meglio
La cinquina del Premio Biella letteratura e Industria racconta aspetti diversi del produrre e del lavorare
Raccontare l’impresa e le imprese. E soprattutto chi vi lavora. Operazione da compiere a tutto tondo, non guardando solamente all’industria ma al più vasto e complesso sistema della produzione. Raccontare, e quindi anche e soprattutto dire delle vicende umane attorno e dentro i luoghi della produzione, delle strutture sociali che si formano, delle aspirazioni e dei sogni dei singoli e dei gruppi, delle vittorie e delle sconfitte, di ciò che andrebbe corretto e di quello che va invece ricordato, valorizzato, trasmesso.
E’ tutto questo anche fare cultura d’impresa di alto livello. Che non significa cultura per pochi, ma cultura comprensibile, per molti, per tutti.
Ed è il senso dei cinque libri che da pochi giorni sono stati indicati come finalisti dell’edizione 2020 del Premio Biella Letteratura e Industria, che ogni anno si pone l’obiettivo di riconoscere romanzi o saggi che siano capaci di cogliere le trasformazioni che stanno avvenendo nell’economia e nella società e di indagare i collegamenti – spesso forti – tra fare letteratura e fare industria.
Attorno al nodo di argomenti che vanno dal contesto nel quale si svolge la produzione alle esperienze di singoli imprenditori, dall’analisi di aspetti quasi dimenticati del produrre a quella dell’attuale possibile assetto sociale della modernità, fino ad arrivare a storie emblematiche dell’Italia industriale, attorno a tutto questo ruota la cinquina di titoli che si contendono, da qui fino a novembre, il premio.
Michele Ainis (“Demofollia. La Repubblica dei paradossi”), scrive così un saggio che mette in luce tutte le incongruenze, i cortocircuiti, le manchevolezze e i paradossi di un sistema democratico che, per essere rimesso in sesto, va prima analizzato e compreso. E’ il disegno della cornice entro la quale la produzione è costretta a stare. Scrive l’autore: “La democrazia italiana è lunatica come un adolescente implume, come una ballerina di flamenco. Da qui la sua cifra distintiva: gli sbalzi d’umore, l’incoerenza, le scelte capricciose”.
La storia di un imprenditore del quale ancora si sente la mancanza, è quella scritta invece da Maria Paola Merloni (“Oggi è già domani. Vittorio Merloni vita di un imprenditore”), che del padre racconta la vita tra impegno sociale e aziendale, scrivendo qualcosa che ha l’obiettivo di delineare un modello per il coraggio delle scelte, la passione per il lavoro, la responsabilità verso il bene collettivo. “La sua è una lontananza diversa, fatta non di spazio, ma di tempo e di assenza. Di vuoto”, scrive l’autrice che ricorda di “quando gli operai che da una vita hanno lavorato per lui, per la sua azienda, scendendo in piazza a manifestare, preoccupati per il futuro, decidono di indossare una maglietta azzurra con la sua foto e la scritta: ‘Uno di noi. Ci manchi’”.
L’attenzione ai dimenticati, invece, caratterizza il saggio di Adriano Prosperi (“Un volgo disperso. Contadini d’Italia nell’Ottocento”), che descrive la subalternità della realtà contadina nella storia europea dei secoli scorsi e racconta di una classe cancellata dalla cultura dominante. “Quel passato – scrive l’autore -, si cancella vertiginosamente nel mutamento che ha visto l’Italia diventare una grande potenza industriale”. Altro quindi rispetto alle vicende dell’industria e delle nuove tecnologie, che, tuttavia, ha costituito a suo modo la base del progresso di oggi.
Quell’oggi che, invece, Luca Ricolfi (“La società signorile di massa”), spiega delineando quella che è stata definitiva una nuova categoria interpretativa dell’attuale assetto sociale, che viene costruita sulla concomitanza di tre condizioni: il numero di cittadini che non lavorano ha superato ampiamente il numero di cittadini che lavorano, l’accesso ai consumi opulenti ha raggiunto una larga parte della popolazione, l’economia è entrata in stagnazione e la produttività è ferma da vent’anni.
Ma anche l’oggi che arriva dopo un passato fatto anche di sofferenze ed errori, oltre che di sogni, come quello descritto da Salvatore Romeo (“L’acciaio in fumo. L’Ilva di Taranto dal 1945 a oggi”), che ripercorre la vicenda dell’Ilva nella quale storia economica e storia d’impresa, storia urbana e storia ambientale, storia politica e storia sociale si intrecciano facendo emergere il racconto di una città e della sua interazione con la fabbrica. Una vicenda che solo “apparentemente si presenta come una storia locale”.
Cultura d’impresa vasta e complessa quindi, quella raccontata e scandagliata dai cinque titoli in lizza per il Biella letteratura e Industria 2020. Libri buoni per capire meglio cosa è accaduto e cosa accade. E quindi per essere più consapevolmente partecipi delle vicende attuali e di quelle future.
Demofollia. La Repubblica dei paradossi
Michele Ainis
La nave di Teseo, 2019
Oggi è già domani. Vittorio Merloni vita di un imprenditore
Maria Paola Merloni
Marsilio Editori, 2019
Un volgo disperso. Contadini d’Italia nell’Ottocento
Adriano Prosperi
Einaudi Editore, 2019
La società signorile di massa
Luca Ricolfi
La nave di Teseo, 2019
L’Acciaio in Fumo. L’Ilva di Taranto dal 1945 a oggi.
Salvatore Romeo
Donzelli Editore, 2019
La cinquina del Premio Biella letteratura e Industria racconta aspetti diversi del produrre e del lavorare
Raccontare l’impresa e le imprese. E soprattutto chi vi lavora. Operazione da compiere a tutto tondo, non guardando solamente all’industria ma al più vasto e complesso sistema della produzione. Raccontare, e quindi anche e soprattutto dire delle vicende umane attorno e dentro i luoghi della produzione, delle strutture sociali che si formano, delle aspirazioni e dei sogni dei singoli e dei gruppi, delle vittorie e delle sconfitte, di ciò che andrebbe corretto e di quello che va invece ricordato, valorizzato, trasmesso.
E’ tutto questo anche fare cultura d’impresa di alto livello. Che non significa cultura per pochi, ma cultura comprensibile, per molti, per tutti.
Ed è il senso dei cinque libri che da pochi giorni sono stati indicati come finalisti dell’edizione 2020 del Premio Biella Letteratura e Industria, che ogni anno si pone l’obiettivo di riconoscere romanzi o saggi che siano capaci di cogliere le trasformazioni che stanno avvenendo nell’economia e nella società e di indagare i collegamenti – spesso forti – tra fare letteratura e fare industria.
Attorno al nodo di argomenti che vanno dal contesto nel quale si svolge la produzione alle esperienze di singoli imprenditori, dall’analisi di aspetti quasi dimenticati del produrre a quella dell’attuale possibile assetto sociale della modernità, fino ad arrivare a storie emblematiche dell’Italia industriale, attorno a tutto questo ruota la cinquina di titoli che si contendono, da qui fino a novembre, il premio.
Michele Ainis (“Demofollia. La Repubblica dei paradossi”), scrive così un saggio che mette in luce tutte le incongruenze, i cortocircuiti, le manchevolezze e i paradossi di un sistema democratico che, per essere rimesso in sesto, va prima analizzato e compreso. E’ il disegno della cornice entro la quale la produzione è costretta a stare. Scrive l’autore: “La democrazia italiana è lunatica come un adolescente implume, come una ballerina di flamenco. Da qui la sua cifra distintiva: gli sbalzi d’umore, l’incoerenza, le scelte capricciose”.
La storia di un imprenditore del quale ancora si sente la mancanza, è quella scritta invece da Maria Paola Merloni (“Oggi è già domani. Vittorio Merloni vita di un imprenditore”), che del padre racconta la vita tra impegno sociale e aziendale, scrivendo qualcosa che ha l’obiettivo di delineare un modello per il coraggio delle scelte, la passione per il lavoro, la responsabilità verso il bene collettivo. “La sua è una lontananza diversa, fatta non di spazio, ma di tempo e di assenza. Di vuoto”, scrive l’autrice che ricorda di “quando gli operai che da una vita hanno lavorato per lui, per la sua azienda, scendendo in piazza a manifestare, preoccupati per il futuro, decidono di indossare una maglietta azzurra con la sua foto e la scritta: ‘Uno di noi. Ci manchi’”.
L’attenzione ai dimenticati, invece, caratterizza il saggio di Adriano Prosperi (“Un volgo disperso. Contadini d’Italia nell’Ottocento”), che descrive la subalternità della realtà contadina nella storia europea dei secoli scorsi e racconta di una classe cancellata dalla cultura dominante. “Quel passato – scrive l’autore -, si cancella vertiginosamente nel mutamento che ha visto l’Italia diventare una grande potenza industriale”. Altro quindi rispetto alle vicende dell’industria e delle nuove tecnologie, che, tuttavia, ha costituito a suo modo la base del progresso di oggi.
Quell’oggi che, invece, Luca Ricolfi (“La società signorile di massa”), spiega delineando quella che è stata definitiva una nuova categoria interpretativa dell’attuale assetto sociale, che viene costruita sulla concomitanza di tre condizioni: il numero di cittadini che non lavorano ha superato ampiamente il numero di cittadini che lavorano, l’accesso ai consumi opulenti ha raggiunto una larga parte della popolazione, l’economia è entrata in stagnazione e la produttività è ferma da vent’anni.
Ma anche l’oggi che arriva dopo un passato fatto anche di sofferenze ed errori, oltre che di sogni, come quello descritto da Salvatore Romeo (“L’acciaio in fumo. L’Ilva di Taranto dal 1945 a oggi”), che ripercorre la vicenda dell’Ilva nella quale storia economica e storia d’impresa, storia urbana e storia ambientale, storia politica e storia sociale si intrecciano facendo emergere il racconto di una città e della sua interazione con la fabbrica. Una vicenda che solo “apparentemente si presenta come una storia locale”.
Cultura d’impresa vasta e complessa quindi, quella raccontata e scandagliata dai cinque titoli in lizza per il Biella letteratura e Industria 2020. Libri buoni per capire meglio cosa è accaduto e cosa accade. E quindi per essere più consapevolmente partecipi delle vicende attuali e di quelle future.
Demofollia. La Repubblica dei paradossi
Michele Ainis
La nave di Teseo, 2019
Oggi è già domani. Vittorio Merloni vita di un imprenditore
Maria Paola Merloni
Marsilio Editori, 2019
Un volgo disperso. Contadini d’Italia nell’Ottocento
Adriano Prosperi
Einaudi Editore, 2019
La società signorile di massa
Luca Ricolfi
La nave di Teseo, 2019
L’Acciaio in Fumo. L’Ilva di Taranto dal 1945 a oggi.
Salvatore Romeo
Donzelli Editore, 2019