Ingranaggi in cambiamento
Competitività e velocità. A voler sintetizzare le più importanti caratteristiche delle aziende “vincenti” del giorno d’oggi, certamente potrebbero essere questi due dei termini da usare. Dietro di essi, culture d’impresa diverse dal passato, che fanno, appunto, della velocità di risposta una delle basi di sviluppo. Accanto, ovviamente, alla qualità del prodotto e alla qualità dei rapporti umani che, alla fine, deve permeare il tutto se davvero l’impresa vuole darsi un orizzonte di crescita completo.
Concetti difficili, quelli di competitività, velocità e qualità d’impresa, che occorre capire a fondo, anche con esempi concreti. E’ interessante, così, leggere il lavoro di Anna Posenato (laureata da poco all’Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Tecnica e Gestione dei Sistemi Industriali, Corso di Laurea Triennale in Ingegneria Gestionale). “Analisi delle tecniche di organizzazione e gestione dei sistemi produttivi nelle imprese manifatturiere: il profilo di 3 casi studio”, dopo una parte teorica esamina tre casi aziendali con particolare attenzione al supply chain management (la gestione della catena di distribuzione), che è diventato uno dei punti strategici per molte aziende. La ricerca ha però un aspetto particolare che la rende più interessante. Il lavoro fa parte di un progetto internazionale indicato come “High Performance Manufacturing” (HPM) iniziato negli USA nel 1989 e attualmente condotto da gruppi di ricerca di oltre 50 università in Europa, Asia, Nord e Sud America. L’HPM project è essenzialmente un progetto di benchmarking internazionale che ha lo scopo di valutare la capacità delle aziende manifatturiere di raggiungere obiettivi di miglioramento continuo mediante le pratiche di gestione della produzione e con l’applicazione di tecniche di organizzazione e management dei sistemi produttivi, che permettono di ottenere un certo livello di competitività globale.
“E’ stato possibile – viene spiegato nel lavoro -, toccare con mano quali siano le reali conseguenze, all’interno di un’azienda, derivanti dall’implementazione più o meno efficiente di una particolare tecnica organizzativa, piuttosto di un’altra”. Un obiettivo importante anche se semplice: capire cosa accade quando in un’organizzazione complessa cambia qualcosa, un ingranaggio, un metodo, un approccio gestionale. Il confronto fra i tre casi aziendali – resi anonimi – arriva così ad indicare analogie, differenze, sacche di inefficienza, punti di forza che emergono quando, appunto, la tecnologia cambia e la cultura d’impresa si trasforma.
Analisi delle tecniche di organizzazione e gestione dei sistemi produttivi nelle imprese manifatturiere: il profilo di 3 casi studio
Anna Posenato (Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Tecnica e Gestione dei Sistemi Industriali, Corso di Laurea Triennale in Ingegneria Gestionale)
Tesi di Laurea, A.A. 2013-2014
Competitività e velocità. A voler sintetizzare le più importanti caratteristiche delle aziende “vincenti” del giorno d’oggi, certamente potrebbero essere questi due dei termini da usare. Dietro di essi, culture d’impresa diverse dal passato, che fanno, appunto, della velocità di risposta una delle basi di sviluppo. Accanto, ovviamente, alla qualità del prodotto e alla qualità dei rapporti umani che, alla fine, deve permeare il tutto se davvero l’impresa vuole darsi un orizzonte di crescita completo.
Concetti difficili, quelli di competitività, velocità e qualità d’impresa, che occorre capire a fondo, anche con esempi concreti. E’ interessante, così, leggere il lavoro di Anna Posenato (laureata da poco all’Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Tecnica e Gestione dei Sistemi Industriali, Corso di Laurea Triennale in Ingegneria Gestionale). “Analisi delle tecniche di organizzazione e gestione dei sistemi produttivi nelle imprese manifatturiere: il profilo di 3 casi studio”, dopo una parte teorica esamina tre casi aziendali con particolare attenzione al supply chain management (la gestione della catena di distribuzione), che è diventato uno dei punti strategici per molte aziende. La ricerca ha però un aspetto particolare che la rende più interessante. Il lavoro fa parte di un progetto internazionale indicato come “High Performance Manufacturing” (HPM) iniziato negli USA nel 1989 e attualmente condotto da gruppi di ricerca di oltre 50 università in Europa, Asia, Nord e Sud America. L’HPM project è essenzialmente un progetto di benchmarking internazionale che ha lo scopo di valutare la capacità delle aziende manifatturiere di raggiungere obiettivi di miglioramento continuo mediante le pratiche di gestione della produzione e con l’applicazione di tecniche di organizzazione e management dei sistemi produttivi, che permettono di ottenere un certo livello di competitività globale.
“E’ stato possibile – viene spiegato nel lavoro -, toccare con mano quali siano le reali conseguenze, all’interno di un’azienda, derivanti dall’implementazione più o meno efficiente di una particolare tecnica organizzativa, piuttosto di un’altra”. Un obiettivo importante anche se semplice: capire cosa accade quando in un’organizzazione complessa cambia qualcosa, un ingranaggio, un metodo, un approccio gestionale. Il confronto fra i tre casi aziendali – resi anonimi – arriva così ad indicare analogie, differenze, sacche di inefficienza, punti di forza che emergono quando, appunto, la tecnologia cambia e la cultura d’impresa si trasforma.
Analisi delle tecniche di organizzazione e gestione dei sistemi produttivi nelle imprese manifatturiere: il profilo di 3 casi studio
Anna Posenato (Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Tecnica e Gestione dei Sistemi Industriali, Corso di Laurea Triennale in Ingegneria Gestionale)
Tesi di Laurea, A.A. 2013-2014