Innovazione e cambiamento climatico. Cosa fare?
La diverse interpretazioni economiche di quanto sta accadendo
Crescita e ambiente, impresa e territorio. Passando per tutte le sfumature date dall’umanità coinvolta nella produzione. E nei mercati. E tenendo conto dell’innovazione come carburante per fare di più e meglio. Tema trasversale, quello delle relazioni tra ricerca, impresa, ambiente e territorio. Tema che va continuamente esplorato e “rinfrescato”. Con attenzione alle sue numerose interpretazioni. E’ quanto fa Fabio Menghini con il suo intervento “Pensiero economico, innovazione e cambiamento climatico” apparso recentemente in Equilibri.
Menghini guarda al tema dal punto di vista della scienza economica e con una constatazione: l’economia sembra incapace di dare contributi decisivi al dibattito sul cambiamento climatico. La motivazione di questa incapacità potrebbe essere, di fatto, una sola: i modelli dell’economia non comprendono, se non come variabili esogene al sistema che stanno studiando, i grandi temi ambientali che stanno condizionando in modo significativo le sorti del nostro Pianeta. Limitazione importante perché, come tecnicamente ormai appurato, la produzione e l’organizzazione necessaria per ottenerla, sono sempre più connesse proprio con l’ambiente che, appunto, non viene però considerato come variabile economica. Da qui il divario tra economia e realtà produttiva. Una questione anche culturale, che determina analisi distorte e dannose.
Il contributo di Menghini non si ferma qui, ma prosegue prendendo in considerazione alcuni esempi di interpretazioni economiche di quello che sta accadendo. Esempi diametralmente opposti, che fanno comprendere molto bene la difficoltà del tema. In particolare, l’autore affronta tre analisi diverse. Quanto delineato dall’interpretazione che vede l’innovazione e la crescita come concluse e prevede un’era di stagnazione secolare, il quadro descritto da chi vede il progresso tecnologico come inarrestabile e in grado di sostenere la crescita e risolvere i problemi del degrado ambientale e, infine, la visione di chi pensa l’innovazione, come motore del cambiamento, sia necessaria per contrastare il cambiamento climatico, sostenuta però dal ruolo attivo dello Stato e da una forte politica economica.
L’articolo di Fabio Menghini è un buon strumento per comprendere di più uno dei temi fondamentali di analisi di quanto sta accadendo.
Pensiero economico, innovazione e cambiamento climatico
Fabio Menghini, Equilibri, 1-2/2022, pag. 53-69
La diverse interpretazioni economiche di quanto sta accadendo
Crescita e ambiente, impresa e territorio. Passando per tutte le sfumature date dall’umanità coinvolta nella produzione. E nei mercati. E tenendo conto dell’innovazione come carburante per fare di più e meglio. Tema trasversale, quello delle relazioni tra ricerca, impresa, ambiente e territorio. Tema che va continuamente esplorato e “rinfrescato”. Con attenzione alle sue numerose interpretazioni. E’ quanto fa Fabio Menghini con il suo intervento “Pensiero economico, innovazione e cambiamento climatico” apparso recentemente in Equilibri.
Menghini guarda al tema dal punto di vista della scienza economica e con una constatazione: l’economia sembra incapace di dare contributi decisivi al dibattito sul cambiamento climatico. La motivazione di questa incapacità potrebbe essere, di fatto, una sola: i modelli dell’economia non comprendono, se non come variabili esogene al sistema che stanno studiando, i grandi temi ambientali che stanno condizionando in modo significativo le sorti del nostro Pianeta. Limitazione importante perché, come tecnicamente ormai appurato, la produzione e l’organizzazione necessaria per ottenerla, sono sempre più connesse proprio con l’ambiente che, appunto, non viene però considerato come variabile economica. Da qui il divario tra economia e realtà produttiva. Una questione anche culturale, che determina analisi distorte e dannose.
Il contributo di Menghini non si ferma qui, ma prosegue prendendo in considerazione alcuni esempi di interpretazioni economiche di quello che sta accadendo. Esempi diametralmente opposti, che fanno comprendere molto bene la difficoltà del tema. In particolare, l’autore affronta tre analisi diverse. Quanto delineato dall’interpretazione che vede l’innovazione e la crescita come concluse e prevede un’era di stagnazione secolare, il quadro descritto da chi vede il progresso tecnologico come inarrestabile e in grado di sostenere la crescita e risolvere i problemi del degrado ambientale e, infine, la visione di chi pensa l’innovazione, come motore del cambiamento, sia necessaria per contrastare il cambiamento climatico, sostenuta però dal ruolo attivo dello Stato e da una forte politica economica.
L’articolo di Fabio Menghini è un buon strumento per comprendere di più uno dei temi fondamentali di analisi di quanto sta accadendo.
Pensiero economico, innovazione e cambiamento climatico
Fabio Menghini, Equilibri, 1-2/2022, pag. 53-69