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Innovazione, resilienza e dimensione d’impresa

Una ricerca della Sapienza, mette in luce i legami forti tra Pmi e capacità di rinnovare metodi e strategie di produzione

Spesso fare innovazione nell’impresa equivale, in quanto a dimensione aziendale, a pensare ad una piccola o media organizzazione della produzione. Parrebbe quasi che l’ambiente giusto per la creatività, la ricerca e l’innovazione sia quello costituito da una Pmi. Immagine da prendersi con grande cautela, naturalmente, ma che ha più di un fondamento nella realtà. Renato Fontana, Ernesto Dario Calò e Milena Cassella (dell’Università Sapienza Roma), con il loro contributo appena pubblicato sulla “Rivista Trimestrale di Scienza dell’amministrazione. Studi di teorie e ricerca sociale” hanno cercato di capire meglio il tema guardando con attenzione alle PMI neo-costituite, le start-up.

“Ripartire dall’innovazione: PMI e start-up in Italia Quali sono, quanto contano, come cambiano” è un contributo di ricerca che ha l’obiettivo di ragionare sulla portata e il significato delle piccole e medie imprese in Italia, soprattutto nella più recente forma di start-up innovative, con particolare attenzione alla loro distribuzione regionale.

L’indagine inizia con una buona sintesi della storia delle PMI italiane per passare poi ad approfondire l’argomento delle relazioni tra queste imprese e le start-up innovative nel tessuto imprenditoriale italiano e quindi delineandone le caratteristiche con particolare attenzione ai loro legami con il territorio, con la “qualità” del capitale umano e con il livello di conoscenza presente. Tutto, poi, viene collegato alla nuova situazione che si è generata a seguito di Covid-19. Per la ripresa di un ipotetico scenario post-pandemico – viene spiegato dagli autori -,  alcuni tra i possibili rimedi passano dalla lunga e importante storia delle PMI, che più di altre interseca la necessità di innovazione organizzativa e sistemica dettata dalla trasformazione digitale e dalla crescente esigenza di resilienza e flessibilità. In altri termini, al di là della disponibilità di capitali, la forza delle PMI nei confronti dell’innovazione viene individuata nelle loro capacità di mettere insieme l’organizzazione con la resilienza, la capacità di strutturarsi con la flessibilità. Le PMI, in altri termini, costituiscono la forma concreta di quella cultura d’impresa che può costituire una delle risorse più importanti del sistema industriale italiano.

 

 

Ripartire dall’innovazione: PMI e start-up in Italia Quali sono, quanto contano, come cambiano

Renato Fontana, Ernesto Dario Calò, Milena Cassella (Università Sapienza Roma)

Rivista Trimestrale di Scienza dell’amministrazione. Studi di teorie e ricerca sociale, 3/2021

Una ricerca della Sapienza, mette in luce i legami forti tra Pmi e capacità di rinnovare metodi e strategie di produzione

Spesso fare innovazione nell’impresa equivale, in quanto a dimensione aziendale, a pensare ad una piccola o media organizzazione della produzione. Parrebbe quasi che l’ambiente giusto per la creatività, la ricerca e l’innovazione sia quello costituito da una Pmi. Immagine da prendersi con grande cautela, naturalmente, ma che ha più di un fondamento nella realtà. Renato Fontana, Ernesto Dario Calò e Milena Cassella (dell’Università Sapienza Roma), con il loro contributo appena pubblicato sulla “Rivista Trimestrale di Scienza dell’amministrazione. Studi di teorie e ricerca sociale” hanno cercato di capire meglio il tema guardando con attenzione alle PMI neo-costituite, le start-up.

“Ripartire dall’innovazione: PMI e start-up in Italia Quali sono, quanto contano, come cambiano” è un contributo di ricerca che ha l’obiettivo di ragionare sulla portata e il significato delle piccole e medie imprese in Italia, soprattutto nella più recente forma di start-up innovative, con particolare attenzione alla loro distribuzione regionale.

L’indagine inizia con una buona sintesi della storia delle PMI italiane per passare poi ad approfondire l’argomento delle relazioni tra queste imprese e le start-up innovative nel tessuto imprenditoriale italiano e quindi delineandone le caratteristiche con particolare attenzione ai loro legami con il territorio, con la “qualità” del capitale umano e con il livello di conoscenza presente. Tutto, poi, viene collegato alla nuova situazione che si è generata a seguito di Covid-19. Per la ripresa di un ipotetico scenario post-pandemico – viene spiegato dagli autori -,  alcuni tra i possibili rimedi passano dalla lunga e importante storia delle PMI, che più di altre interseca la necessità di innovazione organizzativa e sistemica dettata dalla trasformazione digitale e dalla crescente esigenza di resilienza e flessibilità. In altri termini, al di là della disponibilità di capitali, la forza delle PMI nei confronti dell’innovazione viene individuata nelle loro capacità di mettere insieme l’organizzazione con la resilienza, la capacità di strutturarsi con la flessibilità. Le PMI, in altri termini, costituiscono la forma concreta di quella cultura d’impresa che può costituire una delle risorse più importanti del sistema industriale italiano.

 

 

Ripartire dall’innovazione: PMI e start-up in Italia Quali sono, quanto contano, come cambiano

Renato Fontana, Ernesto Dario Calò, Milena Cassella (Università Sapienza Roma)

Rivista Trimestrale di Scienza dell’amministrazione. Studi di teorie e ricerca sociale, 3/2021

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