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Inventare saltando gli schemi, ma con giudizio

I veri imprenditori, si sa, non sono persone comuni. Hanno coraggio ed inventiva, osano, azzardano ma con calcolo, entusiasmano e sorprendono. Esulano dai soliti schemi per crearne altri e poi distruggerli. Apparentemente agiscono senza logica. Ma in realtà vivono e lavorano con una logica propria. Non ve ne sono moltissimi, ma non sono certo pochi. Altrimenti l’economia sarebbe tutta diversa. Capire come ragionano è stato importante sempre, anche e forse soprattutto oggi. Specialmente quando, in tempi di crisi, è necessario inventare cose nuove per far sopravvivere la propria azienda.

Luc de Brabandere e Alan Iny (entrambi di Boston Consulting Group), hanno scritto un libro che aiuta proprio a capire l’essenza degli imprenditori e, soprattutto, come è possibile ragionare per inventare cose nuove stando con i piedi per terra.

Le scatole delle idee” è un libro che vuole insegnare una nuova forma di intendere l’impresa, il suo lavoro, la sua creatività, la trasformazione della sua cultura. Il volume – di circa 260 pagine -, spiega che la gestione delle imprese e la creatività sono fatte alla fine dei conti da pragmatismo e “creazione di idee in totale libertà”. Nel sommario di questo libro i capitoli principali hanno dei titoli belli che già da soli fanno capire molto: dubitare di tutto, esplorare, divergere, convergere, rivalutare. Si tratta dei cinque passi che imprenditori o manager d’azienda possono compiere per arrivare a soluzioni diverse dal convenzionale. Passi da conquistare uno per uno, ma che possono cambiare il modo d’intendere la gestione  della produzione e dei mercati.

E’ bello uno degli esempi posti nel libro. Bic inventò la penna a sfera e divenne leader negli strumenti per scrivere. Ad un certo punto, per crescere ulteriormente, qualcuno suggerì di produrre degli accendini. Un’idea assurda, a prima vista. Certamente senza senso se si pensa che Bic era ed è un produttore di penne. Cosa c’entrano gli accendini? Ma se si pensa a Bic come un produttore di oggetti a basso costo usa e getta l’idea appare subito meno assurda. Anzi, inizia a sembrare una buona idea. Come poi è stato. Bic divenne leader anche nel mercato degli accendini, e poi dei rasoi. Alla base di tutto una sola mossa: liberarsi da uno schema che ne limitava le possibilità.  “Eppure – scrivono i due autori nell’introduzione – il nostro cervello ci conduce sistematicamente alle cose familiari (…). Per alcuni è utile, e perfino inevitabile, utilizzare i modelli esistenti per semplificare l’incognito infinito, ma basandosi esclusivamente, o troppo a lungo, su di essi si rischia fortemente di perdere grandi opportunità. Possono, infatti, impedirci  di vedere che il recinto è scomparso”.

Cambiare, dunque, è alla base di tutto. Occorre farlo però in maniera accorta e consapevole.  Perché non tutto ciò che è nuovo è anche utile. De Brabandere e Iny possono essere utili per arrivare a questo traguardo.

Le scatole delle idee

Luc de Brabandere, Alain Iny

Egea, 2014

I veri imprenditori, si sa, non sono persone comuni. Hanno coraggio ed inventiva, osano, azzardano ma con calcolo, entusiasmano e sorprendono. Esulano dai soliti schemi per crearne altri e poi distruggerli. Apparentemente agiscono senza logica. Ma in realtà vivono e lavorano con una logica propria. Non ve ne sono moltissimi, ma non sono certo pochi. Altrimenti l’economia sarebbe tutta diversa. Capire come ragionano è stato importante sempre, anche e forse soprattutto oggi. Specialmente quando, in tempi di crisi, è necessario inventare cose nuove per far sopravvivere la propria azienda.

Luc de Brabandere e Alan Iny (entrambi di Boston Consulting Group), hanno scritto un libro che aiuta proprio a capire l’essenza degli imprenditori e, soprattutto, come è possibile ragionare per inventare cose nuove stando con i piedi per terra.

Le scatole delle idee” è un libro che vuole insegnare una nuova forma di intendere l’impresa, il suo lavoro, la sua creatività, la trasformazione della sua cultura. Il volume – di circa 260 pagine -, spiega che la gestione delle imprese e la creatività sono fatte alla fine dei conti da pragmatismo e “creazione di idee in totale libertà”. Nel sommario di questo libro i capitoli principali hanno dei titoli belli che già da soli fanno capire molto: dubitare di tutto, esplorare, divergere, convergere, rivalutare. Si tratta dei cinque passi che imprenditori o manager d’azienda possono compiere per arrivare a soluzioni diverse dal convenzionale. Passi da conquistare uno per uno, ma che possono cambiare il modo d’intendere la gestione  della produzione e dei mercati.

E’ bello uno degli esempi posti nel libro. Bic inventò la penna a sfera e divenne leader negli strumenti per scrivere. Ad un certo punto, per crescere ulteriormente, qualcuno suggerì di produrre degli accendini. Un’idea assurda, a prima vista. Certamente senza senso se si pensa che Bic era ed è un produttore di penne. Cosa c’entrano gli accendini? Ma se si pensa a Bic come un produttore di oggetti a basso costo usa e getta l’idea appare subito meno assurda. Anzi, inizia a sembrare una buona idea. Come poi è stato. Bic divenne leader anche nel mercato degli accendini, e poi dei rasoi. Alla base di tutto una sola mossa: liberarsi da uno schema che ne limitava le possibilità.  “Eppure – scrivono i due autori nell’introduzione – il nostro cervello ci conduce sistematicamente alle cose familiari (…). Per alcuni è utile, e perfino inevitabile, utilizzare i modelli esistenti per semplificare l’incognito infinito, ma basandosi esclusivamente, o troppo a lungo, su di essi si rischia fortemente di perdere grandi opportunità. Possono, infatti, impedirci  di vedere che il recinto è scomparso”.

Cambiare, dunque, è alla base di tutto. Occorre farlo però in maniera accorta e consapevole.  Perché non tutto ciò che è nuovo è anche utile. De Brabandere e Iny possono essere utili per arrivare a questo traguardo.

Le scatole delle idee

Luc de Brabandere, Alain Iny

Egea, 2014

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