Italia, come fare?
Un ragionamento sulle cause del declino italiano e sul possibile percorso di rilancio e sviluppo
Una Paese in declino che può risollevarsi. Un percorso virtuoso al quale è possibile (e doveroso) partecipare e nel quale istituzioni, imprese e cittadini possono avere un ruolo nuovo. E’ il messaggio positivo che arriva da “Declino Italia” di Andrea Capussela ragionamento letterario appena pubblicato in poco più di un centinaio di pagine sui mali dell’Italia e sui percorsi per risolverli.
Il succo delle tesi dell’autore – che scrive partendo dalla propria esperienza di economista sul campo e sulla base di un’analisi più vasta del Paese -, è che l’Italia sia in declino perché è organizzata in modo iniquo e inefficiente. Le rendite di pochi – viene spiegato nella presentazione del libro e nelle sue prime pagine -, comprimono le opportunità di molti e sono protette dalla tensione tra la razionalità individuale e l’interesse collettivo. Si tratta di una logica ferrea ma reversibile e che è quindi possibile cambiare rifondando delle basi di convivenza civile sulla fiducia, su aspettative (anche delle imprese) che possono essere soddisfatte e su una libertà fatta di regole condivise.
Per arrivare a delineare un orizzonte di questo genere, Capussela in qualche decina di pagine sintetizza efficacemente prima il percorso delle cause economiche e politiche del declino dell’Italia: un cammino lungo un quarto di secolo e che appare quello di un Paese altro dalla compagine economica e sociale che è stata capace di risorgere dalla guerra e di dare vita al boom. L’autore spiega quindi che il Paese appare essere organizzato in modo meno equo ed efficiente dei suoi pari: la supremazia della legge e la responsabilità politica sono più deboli, in particolare, e ciò comprime sia la produttività delle imprese sia le opportunità dei cittadini. E’ da queste condizioni che scaturisce una situazione nella quale prevale la “difesa della rendita” piuttosto che la ricerca dello sviluppo economico e dell’inclusività, una realtà che sembra pervasa da una forza dovuta alla “tensione tra la razionalità individuale e l’interesse collettivo”. Ed è da questa fotografia, tuttavia, che Capussela trae gli elementi per un rilancio, leve che possono concretizzarsi attraverso una battaglia di idee che liberi “energie civili e risorse materiali ora sperperate”.
Il libro di Andrea Capussela non sempre appare facile da leggere, ma deve essere letto da chi voglia darsi una prospettiva diversa del presente. E, come sempre accade per i libri che fanno pensare, non è obbligatorio essere totalmente d’accordo con l’autore, mentre è obbligatorio prestargli attenzione.
Declino Italia
Andrea Capussela
Einaudi, 2021
Un ragionamento sulle cause del declino italiano e sul possibile percorso di rilancio e sviluppo
Una Paese in declino che può risollevarsi. Un percorso virtuoso al quale è possibile (e doveroso) partecipare e nel quale istituzioni, imprese e cittadini possono avere un ruolo nuovo. E’ il messaggio positivo che arriva da “Declino Italia” di Andrea Capussela ragionamento letterario appena pubblicato in poco più di un centinaio di pagine sui mali dell’Italia e sui percorsi per risolverli.
Il succo delle tesi dell’autore – che scrive partendo dalla propria esperienza di economista sul campo e sulla base di un’analisi più vasta del Paese -, è che l’Italia sia in declino perché è organizzata in modo iniquo e inefficiente. Le rendite di pochi – viene spiegato nella presentazione del libro e nelle sue prime pagine -, comprimono le opportunità di molti e sono protette dalla tensione tra la razionalità individuale e l’interesse collettivo. Si tratta di una logica ferrea ma reversibile e che è quindi possibile cambiare rifondando delle basi di convivenza civile sulla fiducia, su aspettative (anche delle imprese) che possono essere soddisfatte e su una libertà fatta di regole condivise.
Per arrivare a delineare un orizzonte di questo genere, Capussela in qualche decina di pagine sintetizza efficacemente prima il percorso delle cause economiche e politiche del declino dell’Italia: un cammino lungo un quarto di secolo e che appare quello di un Paese altro dalla compagine economica e sociale che è stata capace di risorgere dalla guerra e di dare vita al boom. L’autore spiega quindi che il Paese appare essere organizzato in modo meno equo ed efficiente dei suoi pari: la supremazia della legge e la responsabilità politica sono più deboli, in particolare, e ciò comprime sia la produttività delle imprese sia le opportunità dei cittadini. E’ da queste condizioni che scaturisce una situazione nella quale prevale la “difesa della rendita” piuttosto che la ricerca dello sviluppo economico e dell’inclusività, una realtà che sembra pervasa da una forza dovuta alla “tensione tra la razionalità individuale e l’interesse collettivo”. Ed è da questa fotografia, tuttavia, che Capussela trae gli elementi per un rilancio, leve che possono concretizzarsi attraverso una battaglia di idee che liberi “energie civili e risorse materiali ora sperperate”.
Il libro di Andrea Capussela non sempre appare facile da leggere, ma deve essere letto da chi voglia darsi una prospettiva diversa del presente. E, come sempre accade per i libri che fanno pensare, non è obbligatorio essere totalmente d’accordo con l’autore, mentre è obbligatorio prestargli attenzione.
Declino Italia
Andrea Capussela
Einaudi, 2021