La buona cultura d’impresa attraversa le generazioni
Una ricerca dell’Università di Urbino fornisce una prova empirica dei legami fra produzione e imprenditoria
L’impresa non è solo profitto ma anche altro. Un altro complesso, fatto di sentimenti, emozioni, vissuti quotidiani, esperienze del passato e del presente, sogni. L’impresa viva, in altre parole, è il risultato di qualcosa che va al di là della chiusura del bilancio contabile per arrivare a qualcosa di più coinvolgente e certamente affascinante. Qualcosa che non è teoria, ma pratica di vita.
Mauro Dini, Annalisa Sentuti e Tonino Pencarelli (tutti ricercatori in management all’Università di Urbino), hanno provato ad individuare i tratti di tutto questo attraverso l’applicazione empirica della prospettiva Socioemotional–Wealth (SEW) cioè – per dirla con le loro stesse parole -, dell’espressione con la quale si fa riferimento a tutti quegli aspetti non finanziari dell’impresa che soddisfano i bisogni affettivi della famiglia, come ad esempio l’identità e l’immagine familiare, la capacità della famiglia di esercitare la sua influenza e la perpetuazione della dinastia familiare. “Socioemotional wealth, passaggio generazionale e sviluppo dell’impresa familiare. Analisi di un caso aziendale”, è il risultato di quest’indagine che, in particolare, ha avuto l’obiettivo di comprendere e spiegare le dinamiche di sviluppo e miglioramento delle prestazioni di un’impresa familiare di terza generazione in una situazione di crisi economica.
L’intervento, dopo un inquadramento teorico delle relazioni fra impresa e SEW, definisce il metodo di ricerca e quindi illustra i risultati della stessa partendo dal racconto della storia dell’impresa assunta come caso studio per arrivare, quindi, ad individuare le relazioni di questa con la SEW.
Spiegano quindi Dini, Sentuti e Pencarelli che se da un lato numerose indagini mettono in evidenza che le diverse generazioni che si susseguono al comando dell’impresa familiare si caratterizzano per un livello di SEW decrescente – grazie al progressivo distaccamento emotivo della famiglia dall’impresa, che permette una maggiore concentrazione sugli obiettivi economici e finanziari -, l’indagine condotta pare avere evidenziato che alcune particolari condizioni di contesto possono rafforzare il legame affettivo e l’identificazione tra successore/ famiglia e impresa. Il maggior orientamento verso gli obiettivi di natura economico finanziaria può, quindi, essere dettato non necessariamente da un più basso livello di SEW, ma dalla volontà di recuperare quelle che oggi si chiamano performance con l’obiettivo di salvare l’impresa, che continua ad essere percepita come fonte del patrimonio socio-emozionale e finanziario della famiglia.
La ricerca di Dini, Sentuti e Pencarelli è un’utile lettura per comprendere meglio come la realtà possa davvero confermare la teoria della buona cultura d’impresa.
Socioemotional wealth, passaggio generazionale e sviluppo dell’impresa familiare. Analisi di un caso aziendale
Mauro Dini, Annalisa Sentuti, Tonino Pencarelli
Sinergie. Italian journal of management, Vol. 37, Issue 1, 2019
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Una ricerca dell’Università di Urbino fornisce una prova empirica dei legami fra produzione e imprenditoria
L’impresa non è solo profitto ma anche altro. Un altro complesso, fatto di sentimenti, emozioni, vissuti quotidiani, esperienze del passato e del presente, sogni. L’impresa viva, in altre parole, è il risultato di qualcosa che va al di là della chiusura del bilancio contabile per arrivare a qualcosa di più coinvolgente e certamente affascinante. Qualcosa che non è teoria, ma pratica di vita.
Mauro Dini, Annalisa Sentuti e Tonino Pencarelli (tutti ricercatori in management all’Università di Urbino), hanno provato ad individuare i tratti di tutto questo attraverso l’applicazione empirica della prospettiva Socioemotional–Wealth (SEW) cioè – per dirla con le loro stesse parole -, dell’espressione con la quale si fa riferimento a tutti quegli aspetti non finanziari dell’impresa che soddisfano i bisogni affettivi della famiglia, come ad esempio l’identità e l’immagine familiare, la capacità della famiglia di esercitare la sua influenza e la perpetuazione della dinastia familiare. “Socioemotional wealth, passaggio generazionale e sviluppo dell’impresa familiare. Analisi di un caso aziendale”, è il risultato di quest’indagine che, in particolare, ha avuto l’obiettivo di comprendere e spiegare le dinamiche di sviluppo e miglioramento delle prestazioni di un’impresa familiare di terza generazione in una situazione di crisi economica.
L’intervento, dopo un inquadramento teorico delle relazioni fra impresa e SEW, definisce il metodo di ricerca e quindi illustra i risultati della stessa partendo dal racconto della storia dell’impresa assunta come caso studio per arrivare, quindi, ad individuare le relazioni di questa con la SEW.
Spiegano quindi Dini, Sentuti e Pencarelli che se da un lato numerose indagini mettono in evidenza che le diverse generazioni che si susseguono al comando dell’impresa familiare si caratterizzano per un livello di SEW decrescente – grazie al progressivo distaccamento emotivo della famiglia dall’impresa, che permette una maggiore concentrazione sugli obiettivi economici e finanziari -, l’indagine condotta pare avere evidenziato che alcune particolari condizioni di contesto possono rafforzare il legame affettivo e l’identificazione tra successore/ famiglia e impresa. Il maggior orientamento verso gli obiettivi di natura economico finanziaria può, quindi, essere dettato non necessariamente da un più basso livello di SEW, ma dalla volontà di recuperare quelle che oggi si chiamano performance con l’obiettivo di salvare l’impresa, che continua ad essere percepita come fonte del patrimonio socio-emozionale e finanziario della famiglia.
La ricerca di Dini, Sentuti e Pencarelli è un’utile lettura per comprendere meglio come la realtà possa davvero confermare la teoria della buona cultura d’impresa.
Socioemotional wealth, passaggio generazionale e sviluppo dell’impresa familiare. Analisi di un caso aziendale
Mauro Dini, Annalisa Sentuti, Tonino Pencarelli
Sinergie. Italian journal of management, Vol. 37, Issue 1, 2019
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