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La buona cultura d’impresa del territorio

Il territorio può esprimere una forte cultura d’impresa oltre che essere un vero “fattore della produzione”. Basta capirlo, usarlo bene, viverlo adeguatamente anche dal punto di vista produttivo, conciliare spinte opposte, istanze diverse. Cosa non facile, ma possibile. Utile sempre, spesso importante ed essenziale per dare orizzonti nuovi a sistemi produttivi logori. Per meglio capire è utile leggere gli  atti del Policy Workshop “La ripresa economica e la politica industriale e regionale: dalla strategia ai progetti” che si ė svolto a Milano il 20 marzo scorso patrocinato dall’Associazione Italiana di Scienze Regionali (AISe) e dalla Società Italiana di Economia e Politica Industriale (SIEPI).  Il volume collettivo ragiona quindi sulle misure da adottare e sugli strumenti da usare per riprendere la crescita del territorio e della manifattura in Italia. Un passaggio significativo che spiega l’idea guida di tutto è che occorre partire dalla “imprescindibilità del territorio”, cioè dalla “constatazione che politiche esclusivamente votate ai fattori di offerta risulteranno poco efficaci se non accompagnate da misure tese a intercettare la domanda di nuovi beni e servizi e, in particolare, i bisogni, largamente insoddisfatti, di un ambiente e di una qualità della vita migliori. Questi ultimi si esprimono in modo differenziato nei territori e possono rappresentare una rilevante opportunità per investire in nuove attività e posti di lavoro”. Territorio, dunque, come strumento di produzione ma prima di tutto come fonte di ispirazione per nuove imprese, nuovi modi di produrre e di stare insieme; con un’attenzione particolare alla città vista come riferimento ideale è come perno attorno al quale far ruotare tutte le iniziative.

Questi principi di fondo sono quindi esplicitati e analizzati attraverso un percorso in cinque tappe: crescita europea, imprese, lavoro, strumenti finanziari, progetti territoriali. Per ogni tema vengono colti gli aspetti teorici e pratici, verificate le cose fatte e quelle da fare. Chiude il tutto un’ultimo passaggio che delinea un progetto complessivo di buon uso del territorio.

Il volume non è sempre di facile lettura, ma costituisce una buona raccolta dello stato dell’arte degli studi e delle pratiche progettuali attorno al territorio e ai suoi vari significati. Lettura utile anche e soprattutto per manager e imprenditori avveduti.

Investimenti, innovazione e città. Una nuova politica industriale per la crescita  

AA.VV.

Egea, 2015

Il territorio può esprimere una forte cultura d’impresa oltre che essere un vero “fattore della produzione”. Basta capirlo, usarlo bene, viverlo adeguatamente anche dal punto di vista produttivo, conciliare spinte opposte, istanze diverse. Cosa non facile, ma possibile. Utile sempre, spesso importante ed essenziale per dare orizzonti nuovi a sistemi produttivi logori. Per meglio capire è utile leggere gli  atti del Policy Workshop “La ripresa economica e la politica industriale e regionale: dalla strategia ai progetti” che si ė svolto a Milano il 20 marzo scorso patrocinato dall’Associazione Italiana di Scienze Regionali (AISe) e dalla Società Italiana di Economia e Politica Industriale (SIEPI).  Il volume collettivo ragiona quindi sulle misure da adottare e sugli strumenti da usare per riprendere la crescita del territorio e della manifattura in Italia. Un passaggio significativo che spiega l’idea guida di tutto è che occorre partire dalla “imprescindibilità del territorio”, cioè dalla “constatazione che politiche esclusivamente votate ai fattori di offerta risulteranno poco efficaci se non accompagnate da misure tese a intercettare la domanda di nuovi beni e servizi e, in particolare, i bisogni, largamente insoddisfatti, di un ambiente e di una qualità della vita migliori. Questi ultimi si esprimono in modo differenziato nei territori e possono rappresentare una rilevante opportunità per investire in nuove attività e posti di lavoro”. Territorio, dunque, come strumento di produzione ma prima di tutto come fonte di ispirazione per nuove imprese, nuovi modi di produrre e di stare insieme; con un’attenzione particolare alla città vista come riferimento ideale è come perno attorno al quale far ruotare tutte le iniziative.

Questi principi di fondo sono quindi esplicitati e analizzati attraverso un percorso in cinque tappe: crescita europea, imprese, lavoro, strumenti finanziari, progetti territoriali. Per ogni tema vengono colti gli aspetti teorici e pratici, verificate le cose fatte e quelle da fare. Chiude il tutto un’ultimo passaggio che delinea un progetto complessivo di buon uso del territorio.

Il volume non è sempre di facile lettura, ma costituisce una buona raccolta dello stato dell’arte degli studi e delle pratiche progettuali attorno al territorio e ai suoi vari significati. Lettura utile anche e soprattutto per manager e imprenditori avveduti.

Investimenti, innovazione e città. Una nuova politica industriale per la crescita  

AA.VV.

Egea, 2015

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