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La sottile alchimia del successo in un Paese nuovo

Locale e globale ormai non si distinguono più. E’ un dato di fatto. Anche per le imprese che – quando vogliono tentar la fortuna dei mercati esteri – devono abituarsi, e in fretta, ad ambienti economici e sociali diversi; spesso culturalmente assai distanti da quelli di origine. Eppure, la strada della crescita è proprio quella. Ma occorre saper dosare le cose: portarsi dietro l’essenza delle proprie origini, il nocciolo della propria cultura d’impresa, e saper cogliere quanto di meglio si trova nei nuovi mercati, l’essenza utile delle altre culture produttive. Anche, e soprattutto, quando oltre confine non si va solo per vendere.

Cosa accada per davvero, però, è ancora materia incerta, da studiare e capire a fondo. Perché il risultato deriva da un equilibrio delicato, e cambia da azienda ad azienda e da luogo a luogo.

A fornire elementi in più di conoscenza, ci hanno provato Tamara Katharina Kürzdörfer e José Carlos Santana Lopes con un lavoro pubblicato per il Master in Business Administration alla svedese Jönköping International Business School. Il lavoro è del maggio scorso e cerca di capire quali siano gli effetti del trasferimento dei modelli organizzativi e culturali di una determinata impresa in altre aree geografiche e culturali. “Oggi – spiegano gli autori -, per le aziende è fondamentale trasferire il loro già sviluppato modello di business in altri paesi con culture diverse”, l’obiettivo è quello di “mantenere un vantaggio competitivo, nonché una posizione forte nel loro settore”.

Il lavoro – “Cultural Influence on the Success. Factors of Business Models” -, non si basa solamente sull’analisi di studi già svolti, ma analizza il caso della Volvo Construction Equipment (Volvo CE) che ha trasferito il proprio modello in Germania, Danimarca, Svezia e Finlandia. L’esplorazione delle diverse esperienze fatte dall’azienda, prova – stando agli autori – due cose. La prima che “il cuore dell’intero modello di business” di una impresa strutturata e importante come Volvo, non è influenzato dalla cultura nazionale dei singoli paesi. La seconda è che la cultura nazionale di un determinato paese può influenzare i fattori di successo di un modello di business, ma limitatamente ad alcuni elementi. E’ appunto dalla fragile alchimia che si crea dalla collocazione di un’impresa in un ambiente nuovo, che può nascere il successo o il fallimento di tante iniziative industriali. Il lavoro che arriva da  Jönköping ne fornisce alcune prove.

Cultural Influence on the Success. Factors of Business Models

Tamara Katharina Kürzdörfer e José Carlos Santana Lopes

Jönköping Internaztional Business School – Jönköping University, maggio 2013.

Locale e globale ormai non si distinguono più. E’ un dato di fatto. Anche per le imprese che – quando vogliono tentar la fortuna dei mercati esteri – devono abituarsi, e in fretta, ad ambienti economici e sociali diversi; spesso culturalmente assai distanti da quelli di origine. Eppure, la strada della crescita è proprio quella. Ma occorre saper dosare le cose: portarsi dietro l’essenza delle proprie origini, il nocciolo della propria cultura d’impresa, e saper cogliere quanto di meglio si trova nei nuovi mercati, l’essenza utile delle altre culture produttive. Anche, e soprattutto, quando oltre confine non si va solo per vendere.

Cosa accada per davvero, però, è ancora materia incerta, da studiare e capire a fondo. Perché il risultato deriva da un equilibrio delicato, e cambia da azienda ad azienda e da luogo a luogo.

A fornire elementi in più di conoscenza, ci hanno provato Tamara Katharina Kürzdörfer e José Carlos Santana Lopes con un lavoro pubblicato per il Master in Business Administration alla svedese Jönköping International Business School. Il lavoro è del maggio scorso e cerca di capire quali siano gli effetti del trasferimento dei modelli organizzativi e culturali di una determinata impresa in altre aree geografiche e culturali. “Oggi – spiegano gli autori -, per le aziende è fondamentale trasferire il loro già sviluppato modello di business in altri paesi con culture diverse”, l’obiettivo è quello di “mantenere un vantaggio competitivo, nonché una posizione forte nel loro settore”.

Il lavoro – “Cultural Influence on the Success. Factors of Business Models” -, non si basa solamente sull’analisi di studi già svolti, ma analizza il caso della Volvo Construction Equipment (Volvo CE) che ha trasferito il proprio modello in Germania, Danimarca, Svezia e Finlandia. L’esplorazione delle diverse esperienze fatte dall’azienda, prova – stando agli autori – due cose. La prima che “il cuore dell’intero modello di business” di una impresa strutturata e importante come Volvo, non è influenzato dalla cultura nazionale dei singoli paesi. La seconda è che la cultura nazionale di un determinato paese può influenzare i fattori di successo di un modello di business, ma limitatamente ad alcuni elementi. E’ appunto dalla fragile alchimia che si crea dalla collocazione di un’impresa in un ambiente nuovo, che può nascere il successo o il fallimento di tante iniziative industriali. Il lavoro che arriva da  Jönköping ne fornisce alcune prove.

Cultural Influence on the Success. Factors of Business Models

Tamara Katharina Kürzdörfer e José Carlos Santana Lopes

Jönköping Internaztional Business School – Jönköping University, maggio 2013.

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