La Stele di Rosetta delle imprese
Si fa presto a dire cultura d’impresa. Interrogati su di essa, ci si ritrova nell’imbarazzo di fornire una spiegazione completa e sintetica. E’ un po’ come il concetto di tempo di S. Agostino che scrisse: “Che cos’è dunque il tempo? Quando nessuno me lo chiede, lo so; ma se qualcuno me lo chiede e voglio spiegarglielo, non lo so”. Perché tutto sommato è già complicato spiegare che cosa sia veramente la cultura; se poi ad essa si aggiunge l’impresa, ciò che ne nasce è affascinante, ma difficile da sintetizzare in una definizione. Eppure, è proprio sull’idea di cultura d’impresa che si basa gran parte delle idee in campo organizzativo, gestionale e consulenziale.
Kathy Brady e William Lowell (dell’University of Wisconsin-Whitewater), nel loro “Theory vs. Practice: A Study of Business Consultants and Their Utilization of Corporate Culture in Daily Practice”, hanno provato a sistemare la questione partendo dalla pratica e aggiungendo la teoria. La ricerca ha utilizzato quindi un’indagine empirica fra consulenti aziendali e imprenditori per capire il concetto di cultura aziendale più diffuso. L’analisi dei dati raccolti ha mostrato che, nonostante un utilizzo intenso del concetto di cultura aziendale nel loro lavoro di consulenza/gestione, gli intervistati non solo non hanno una definizione unitaria della cultura aziendale, ma le definizioni di cui fanno uso sono molto diverse. La cultura d’impresa, allora, risiede per alcuni nella leadership organizzativa e quindi nella sua capacità di coinvolgere i collaboratori, di far crescere un’impresa, di motivare il personale ma anche avere un approccio alla vita e al lavoro costruttivi e positivi. Per altri, invece, la vera cultura d’impresa risiede nei lavoratori e nel modo con sui si sentono parte di un tutto, nell’approccio che hanno con l’estero dell’azienda, nelle norme e nei vincoli (magari non scritti) che vengono seguiti. Per altri ancora, la cultura d’impresa è nella “missione” che l’impresa si dà, nelle modalità di sviluppo del lavoro, nei sistemi di valorizzazione delle persone e in molto altro ancora.
Arriva infine anche un tentativo suggestivo di definizione da parte dei due ricercatori: “Come una moderna Stele di Rosetta, la cultura d’impresa risiede nei simboli comportamentali di un’organizzazione”.
“Theory vs. Practice” ha un merito: costituisce un’esplorazione interessante di un mondo che è come il tempo di S. Agostino: tutti sanno che cos’è, ma nessuno lo sa raccontare compiutamente.
Theory vs. Practice: A Study of Business Consultants and Their Utilization of Corporate Culture in Daily Practice
Kathy Brady, University of Wisconsin-Whitewater
William Lowell, University of Wisconsin-Whitewater Journal of Practical Consulting, Vol. 5 Iss. 1, 2014
Si fa presto a dire cultura d’impresa. Interrogati su di essa, ci si ritrova nell’imbarazzo di fornire una spiegazione completa e sintetica. E’ un po’ come il concetto di tempo di S. Agostino che scrisse: “Che cos’è dunque il tempo? Quando nessuno me lo chiede, lo so; ma se qualcuno me lo chiede e voglio spiegarglielo, non lo so”. Perché tutto sommato è già complicato spiegare che cosa sia veramente la cultura; se poi ad essa si aggiunge l’impresa, ciò che ne nasce è affascinante, ma difficile da sintetizzare in una definizione. Eppure, è proprio sull’idea di cultura d’impresa che si basa gran parte delle idee in campo organizzativo, gestionale e consulenziale.
Kathy Brady e William Lowell (dell’University of Wisconsin-Whitewater), nel loro “Theory vs. Practice: A Study of Business Consultants and Their Utilization of Corporate Culture in Daily Practice”, hanno provato a sistemare la questione partendo dalla pratica e aggiungendo la teoria. La ricerca ha utilizzato quindi un’indagine empirica fra consulenti aziendali e imprenditori per capire il concetto di cultura aziendale più diffuso. L’analisi dei dati raccolti ha mostrato che, nonostante un utilizzo intenso del concetto di cultura aziendale nel loro lavoro di consulenza/gestione, gli intervistati non solo non hanno una definizione unitaria della cultura aziendale, ma le definizioni di cui fanno uso sono molto diverse. La cultura d’impresa, allora, risiede per alcuni nella leadership organizzativa e quindi nella sua capacità di coinvolgere i collaboratori, di far crescere un’impresa, di motivare il personale ma anche avere un approccio alla vita e al lavoro costruttivi e positivi. Per altri, invece, la vera cultura d’impresa risiede nei lavoratori e nel modo con sui si sentono parte di un tutto, nell’approccio che hanno con l’estero dell’azienda, nelle norme e nei vincoli (magari non scritti) che vengono seguiti. Per altri ancora, la cultura d’impresa è nella “missione” che l’impresa si dà, nelle modalità di sviluppo del lavoro, nei sistemi di valorizzazione delle persone e in molto altro ancora.
Arriva infine anche un tentativo suggestivo di definizione da parte dei due ricercatori: “Come una moderna Stele di Rosetta, la cultura d’impresa risiede nei simboli comportamentali di un’organizzazione”.
“Theory vs. Practice” ha un merito: costituisce un’esplorazione interessante di un mondo che è come il tempo di S. Agostino: tutti sanno che cos’è, ma nessuno lo sa raccontare compiutamente.
Theory vs. Practice: A Study of Business Consultants and Their Utilization of Corporate Culture in Daily Practice
Kathy Brady, University of Wisconsin-Whitewater
William Lowell, University of Wisconsin-Whitewater Journal of Practical Consulting, Vol. 5 Iss. 1, 2014