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L’agile cultura d’impresa

Un articolo appena pubblicato negli Usa, indaga sui legami fra specificità aziendali e capacità di affrontare i cambiamenti di mercato

L’impresa più efficiente e veloce vince nella competizione in un mercato che ha fatto proprio della velocità (forse ancora più che dell’efficienza), il suo mantra. L’indicazione arriva da numerosi manuali di gestione d’impresa, permea quasi la moderna cultura della produzione. Prima della qualità, della correttezza nell’attività produttiva, dell’attenzione ad aspetti particolari come quelli legati alla responsabilità sociale dell’agire imprenditoriale, in molti ambienti è l’esser veloce ciò che caratterizza il buon imprenditore.

La ricerca di Jennifer Heckler e Anne Powell (entrambe della Southern Illinois University), parte da un presupposto diverso. Ed è interessante da leggere proprio per questo motivo. “IT and Organizational Agility: A Review of Major Findings” ragiona sul concetto di agilità come presupposto base del successo d’impresa, interpretandolo però in modo diverso dal solito. Spiegano le autrici che un particolare approccio di gestione aziendale porta  a considerare l’agilità come

la capacità di adattarsi con rapidità al cambiamento. Una dote resa ancora più efficace dall’uso dei mezzi messi a disposizione dall’IT. Più le imprese sono agili da questo punto di vista, e più hanno successo nei loro mercati di riferimento. Ma questa tipologia d’impresa non precede il cambiamento: si adatta semplicemente ad esso seppur con grande capacità e velocità.

Heckler e Powell spiegano di condividere la necessità di affrontare la competizione globale dotandosi  di un’agilità veloce e “adattativa”. Ma aggiungono anche dell’altro. “Un’organizzazione – scrivono -, non può semplicemente compilare una lista di controllo e pensare di essere agile”. Il riconoscimento e l’uso dei valori fondamentali della cultura aziendale, la presenza di elementi chiave caratteristici di ogni imprenditore è, per le due ricercatrici dell’Illinois, il di più che fa passare un’impresa semplicemente veloce ad adattarsi al cambiamento ad un’impresa capace di prevenire il cambiamento.

L’impresa che davvero ha successo, quindi, non è solamente quella capace di adattarsi con agilità alle circostanze, ma soprattutto quella che partendo dalla sua natura, dalla sua storia, dalla realtà vissuta in fabbrica, riesce a colloquiare con il mercato in maniera efficace. Anche usando in maniera diversa l’IT. In altre parole, oltre alle liste di controllo, contano il modello e la cultura del produrre propri di ogni realtà d’impresa.

L’articolo di Heckler e Powell suggerisce a chi legge una visione non meccanicistica delle procedure di adattamento all’ambiente circostante viste  come elemento di successo dell’impresa stessa.

IT and Organizational Agility: A Review of Major Findings

Jennifer Heckler, Anne Powell

Association for Information Systems AIS Electronic Library (AISeL), Spring, 2016

Un articolo appena pubblicato negli Usa, indaga sui legami fra specificità aziendali e capacità di affrontare i cambiamenti di mercato

L’impresa più efficiente e veloce vince nella competizione in un mercato che ha fatto proprio della velocità (forse ancora più che dell’efficienza), il suo mantra. L’indicazione arriva da numerosi manuali di gestione d’impresa, permea quasi la moderna cultura della produzione. Prima della qualità, della correttezza nell’attività produttiva, dell’attenzione ad aspetti particolari come quelli legati alla responsabilità sociale dell’agire imprenditoriale, in molti ambienti è l’esser veloce ciò che caratterizza il buon imprenditore.

La ricerca di Jennifer Heckler e Anne Powell (entrambe della Southern Illinois University), parte da un presupposto diverso. Ed è interessante da leggere proprio per questo motivo. “IT and Organizational Agility: A Review of Major Findings” ragiona sul concetto di agilità come presupposto base del successo d’impresa, interpretandolo però in modo diverso dal solito. Spiegano le autrici che un particolare approccio di gestione aziendale porta  a considerare l’agilità come

la capacità di adattarsi con rapidità al cambiamento. Una dote resa ancora più efficace dall’uso dei mezzi messi a disposizione dall’IT. Più le imprese sono agili da questo punto di vista, e più hanno successo nei loro mercati di riferimento. Ma questa tipologia d’impresa non precede il cambiamento: si adatta semplicemente ad esso seppur con grande capacità e velocità.

Heckler e Powell spiegano di condividere la necessità di affrontare la competizione globale dotandosi  di un’agilità veloce e “adattativa”. Ma aggiungono anche dell’altro. “Un’organizzazione – scrivono -, non può semplicemente compilare una lista di controllo e pensare di essere agile”. Il riconoscimento e l’uso dei valori fondamentali della cultura aziendale, la presenza di elementi chiave caratteristici di ogni imprenditore è, per le due ricercatrici dell’Illinois, il di più che fa passare un’impresa semplicemente veloce ad adattarsi al cambiamento ad un’impresa capace di prevenire il cambiamento.

L’impresa che davvero ha successo, quindi, non è solamente quella capace di adattarsi con agilità alle circostanze, ma soprattutto quella che partendo dalla sua natura, dalla sua storia, dalla realtà vissuta in fabbrica, riesce a colloquiare con il mercato in maniera efficace. Anche usando in maniera diversa l’IT. In altre parole, oltre alle liste di controllo, contano il modello e la cultura del produrre propri di ogni realtà d’impresa.

L’articolo di Heckler e Powell suggerisce a chi legge una visione non meccanicistica delle procedure di adattamento all’ambiente circostante viste  come elemento di successo dell’impresa stessa.

IT and Organizational Agility: A Review of Major Findings

Jennifer Heckler, Anne Powell

Association for Information Systems AIS Electronic Library (AISeL), Spring, 2016

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