Lavorare nell’impresa del futuro
Come sarà l’ufficio del futuro? E come sarà l’impresa del futuro? Non si tratta di interrogativi teorici, ma di domande alle quali occorre essere capaci di rispondere. Soprattutto perché, dalle risposte che si daranno dipenderà l’evoluzione della cultura della produzione che darà l’impronta di se’ all’impresa. Sono, a ben vedere, domande alle quali è possibile far seguire prove letterarie importanti oppure un articolo scientifico. E’ ciò che ha provato a fare Marea Saldarriaga Bueno della Brunel University di Uxbridge Middlesex (Regno Unito) con “The office of the future: a vision for stimulating working environments” appena pubblicato in rete: nemmeno dieci cartelle che forniscono una bella sintesi della storia dell’evoluzione del modo di lavorare nelle imprese e, soprattutto, qualche indicazione su cosa ci si può aspettare.
Marea Saldarriaga racconta i cambiamenti fondamentali negli ambienti sociali, economici e tecnologici che potranno avere un impatto significativo sugli ambienti di lavoro non solo dal punto di vista fisico ma anche da quello immateriale.
Il ragionamento è condotto sulla base di uno schema iniziale che inquadra l’organizzazione degli uffici e delle imprese in tre tappe. All’inizio del XX secolo si lavora e basta, a metà del XX secolo accanto al lavoro viene posta la “piacevolezza” degli ambienti, all’inizio del XXI secolo si aggiungono la conoscenza e l’apprendimento. Il lavoro e l’impresa, si fanno così più complessi e variegati: non si produce e basta, si crea qualcosa che prima non c’era, si guarda verso l’esterno dell’impresa. E non solo per fini commerciali.
Ma Saldarriaga Bueno va oltre e spiega come ambienti di lavoro e impostazione della cultura d’impresa, cambino anche in funzione della tecnologia e dell’innovazione, così come delle esigenze sociali dei lavoratori. E arriva a ragionare sul lavoro “in mobilità” oppure “da casa”. Ponendo l’accento però su aspetti delicati come le relazioni interpersonali, lo spirito di gruppo, l’organizzazione gerarchica. Creare – spiega la ricercatrice nelle conclusioni – “una cultura d’impresa in una squadra dispersa geograficamente è molto difficile”. Per questo, aggiunge, ciò che “finirà per unire le persone e servire come collante aziendale non sarà l’area di lavoro ma i valori dell’azienda” e quindi occorre che “la visione della società, la cultura che si intende realizzare” siano “comunicati a tutta l’organizzazione in modo che tutte le persone coinvolte sappiano dove l’imbarcazione si sta dirigendo ed esattamente che cosa si sta cercando di realizzare”.
“The office of the future”, si legge in poco tempo, ma è utile rileggerlo e ragionarlo a lungo.
The office of the future: a vision for stimulating working environments
Marea Saldarriaga Bueno
Brunel University, Uxbridge Middlesex (UK)
Come sarà l’ufficio del futuro? E come sarà l’impresa del futuro? Non si tratta di interrogativi teorici, ma di domande alle quali occorre essere capaci di rispondere. Soprattutto perché, dalle risposte che si daranno dipenderà l’evoluzione della cultura della produzione che darà l’impronta di se’ all’impresa. Sono, a ben vedere, domande alle quali è possibile far seguire prove letterarie importanti oppure un articolo scientifico. E’ ciò che ha provato a fare Marea Saldarriaga Bueno della Brunel University di Uxbridge Middlesex (Regno Unito) con “The office of the future: a vision for stimulating working environments” appena pubblicato in rete: nemmeno dieci cartelle che forniscono una bella sintesi della storia dell’evoluzione del modo di lavorare nelle imprese e, soprattutto, qualche indicazione su cosa ci si può aspettare.
Marea Saldarriaga racconta i cambiamenti fondamentali negli ambienti sociali, economici e tecnologici che potranno avere un impatto significativo sugli ambienti di lavoro non solo dal punto di vista fisico ma anche da quello immateriale.
Il ragionamento è condotto sulla base di uno schema iniziale che inquadra l’organizzazione degli uffici e delle imprese in tre tappe. All’inizio del XX secolo si lavora e basta, a metà del XX secolo accanto al lavoro viene posta la “piacevolezza” degli ambienti, all’inizio del XXI secolo si aggiungono la conoscenza e l’apprendimento. Il lavoro e l’impresa, si fanno così più complessi e variegati: non si produce e basta, si crea qualcosa che prima non c’era, si guarda verso l’esterno dell’impresa. E non solo per fini commerciali.
Ma Saldarriaga Bueno va oltre e spiega come ambienti di lavoro e impostazione della cultura d’impresa, cambino anche in funzione della tecnologia e dell’innovazione, così come delle esigenze sociali dei lavoratori. E arriva a ragionare sul lavoro “in mobilità” oppure “da casa”. Ponendo l’accento però su aspetti delicati come le relazioni interpersonali, lo spirito di gruppo, l’organizzazione gerarchica. Creare – spiega la ricercatrice nelle conclusioni – “una cultura d’impresa in una squadra dispersa geograficamente è molto difficile”. Per questo, aggiunge, ciò che “finirà per unire le persone e servire come collante aziendale non sarà l’area di lavoro ma i valori dell’azienda” e quindi occorre che “la visione della società, la cultura che si intende realizzare” siano “comunicati a tutta l’organizzazione in modo che tutte le persone coinvolte sappiano dove l’imbarcazione si sta dirigendo ed esattamente che cosa si sta cercando di realizzare”.
“The office of the future”, si legge in poco tempo, ma è utile rileggerlo e ragionarlo a lungo.
The office of the future: a vision for stimulating working environments
Marea Saldarriaga Bueno
Brunel University, Uxbridge Middlesex (UK)