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Lavoro, oltre la parola

Pubblicato un nuovo alfabeto del lavorare

Lavorare. Condizione importante per tutti. Atto che dà dignità oltre che sostentamento. Eppure ancora oggi, forse più di un tempo, traguardo che occorre conquistare e mantenere. Situazione, quella del lavorare, dai forti connotati culturali oltre che materiali. Che investe ogni ceto sociale ed economico. E’ anche partendo da queste considerazioni che è bello (e utile) leggere “Lavorare, è una parola. Un alfabeto corale a cinquant’anni dallo Statuto dei lavoratori”, libro appena pubblicato e frutto di un lavoro a più mani curato da Altero Frigeri e Roberta Lisi.

La raccolta di 24 saggi cerca di fissare, in una sorta di dizionario del lavoro, alcuni aspetti del tema partendo da altrettante “parole” sulle quali ragionano alcune delle voci più autorevoli della cultura, dell’economia, del diritto e della politica. Viene delineato così per davvero un nuovo alfabeto del lavoro, dando concretezza e senso a una parola spesso abusata e travisata. Dietro ogni termine scelto c’è la riflessione su un aspetto cruciale: oggi, cioè, non si può ragionare di lavoro senza porre al centro la crisi ambientale, la sicurezza e le nuove malattie professionali, i movimenti migratori, la conciliazione del lavoro femminile con i compiti di cura e la maternità, la disabilità, l’intelligenza artificiale, l’arretratezza del Mezzogiorno.

Niente viene taciuto. Anche aspetti scomodi del lavoro come, per esempio, le dismissioni di interi settori produttivi, le forme di sfruttamento, l’aumento della disoccupazione, le morti. Scorrono poi nelle quasi trecento pagine di testo, capitoli solo in apparenza fuori posto – come quelli dedicati a Bergoglio, alla “generazione del non lavoro”,  a J.M. Keynes, alla mafia, al sapere -, che in realtà costituiscono uno dei pregi di tutta l’opera.

Libro che certamente occorre leggere con attenzione, quello curato da Frigeri e Lisi, e che certamente potrà dare spazio per dibattiti e approfondimenti. Libro comunque che occorre davvero leggere (e adoperare magari proprio come un dizionario al quale tornare), e che può far parte del bagaglio di una cultura del produrre che sia sempre più avveduta e attenta.

Lavorare, è una parola. Un alfabeto corale a cinquant’anni dallo Statuto dei lavoratori

Altero Frigeri e Roberta Lisi (a cura di)

Donzelli, 2020

Pubblicato un nuovo alfabeto del lavorare

Lavorare. Condizione importante per tutti. Atto che dà dignità oltre che sostentamento. Eppure ancora oggi, forse più di un tempo, traguardo che occorre conquistare e mantenere. Situazione, quella del lavorare, dai forti connotati culturali oltre che materiali. Che investe ogni ceto sociale ed economico. E’ anche partendo da queste considerazioni che è bello (e utile) leggere “Lavorare, è una parola. Un alfabeto corale a cinquant’anni dallo Statuto dei lavoratori”, libro appena pubblicato e frutto di un lavoro a più mani curato da Altero Frigeri e Roberta Lisi.

La raccolta di 24 saggi cerca di fissare, in una sorta di dizionario del lavoro, alcuni aspetti del tema partendo da altrettante “parole” sulle quali ragionano alcune delle voci più autorevoli della cultura, dell’economia, del diritto e della politica. Viene delineato così per davvero un nuovo alfabeto del lavoro, dando concretezza e senso a una parola spesso abusata e travisata. Dietro ogni termine scelto c’è la riflessione su un aspetto cruciale: oggi, cioè, non si può ragionare di lavoro senza porre al centro la crisi ambientale, la sicurezza e le nuove malattie professionali, i movimenti migratori, la conciliazione del lavoro femminile con i compiti di cura e la maternità, la disabilità, l’intelligenza artificiale, l’arretratezza del Mezzogiorno.

Niente viene taciuto. Anche aspetti scomodi del lavoro come, per esempio, le dismissioni di interi settori produttivi, le forme di sfruttamento, l’aumento della disoccupazione, le morti. Scorrono poi nelle quasi trecento pagine di testo, capitoli solo in apparenza fuori posto – come quelli dedicati a Bergoglio, alla “generazione del non lavoro”,  a J.M. Keynes, alla mafia, al sapere -, che in realtà costituiscono uno dei pregi di tutta l’opera.

Libro che certamente occorre leggere con attenzione, quello curato da Frigeri e Lisi, e che certamente potrà dare spazio per dibattiti e approfondimenti. Libro comunque che occorre davvero leggere (e adoperare magari proprio come un dizionario al quale tornare), e che può far parte del bagaglio di una cultura del produrre che sia sempre più avveduta e attenta.

Lavorare, è una parola. Un alfabeto corale a cinquant’anni dallo Statuto dei lavoratori

Altero Frigeri e Roberta Lisi (a cura di)

Donzelli, 2020

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