L’azienda produttrice di contenuti
L’impresa produce anche “contenuti” e quindi cultura. L’affermazione appare scontata ma non lo è. Per tanto tempo – forse troppo – l’impresa è stata pensata, soprattutto quella manifatturiera, come un’entità in grado di sfornare (in molti casi letteralmente), prodotti fisici oppure servizi destinati ad altre aziende oppure al mercato finale. Certo, è sempre così. Ma non solo. Oggi – ma probabilmente anche ieri -, l’impresa produce anche altro rispetto a quanto si è portati a credere. E’ quanto affianca, precede, segue il prodotto.
E’ il “Branded Content”, oggetto ancora di incerta definizione che, tuttavia, costituisce uno degli impegni maggiori di numerose grandi aziende e che, gradualmente, si fa strada anche in quelle medie. Per capire meglio cosa sta accadendo è utile leggere il bel libro di Paolo Bonsignore e Joseph Sassoon composto da due parti: un forte inquadramento teorico e una serie di casi d’impresa importanti per comprendere da vicino la realtà. Ad iniziare dal tentativo di definizione dello stesso “Branded Content” indicato come “un nuovo modo di comunicare che modifica radicalmente le relazioni che l’azienda intrattiene con i suoi pubblici, le sue agenzie di comunicazione e i media, nonché la natura stessa dell’azienda, la sua missione e la sua struttura organizzativa”. Insomma, il “Branded Content” è una specie di rivoluzione – spesso forzata -, che cambia la natura stessa dell’impresa e la sua cultura.
“Branded Content La nuova frontiera della comunicazione d’impresa”, indica in tre gli elementi principali che alimentano la diffusione di questo nuovo modo di intendere la comunicazione e la cultura d’impresa: l’esigenza per le aziende di limitare costosi investimenti in pubblicità; la spinta dei social media che stimola le aziende a diventare “editori” capaci di proporre validi contenuti informativi ed educativi; la notevole disponibilità di canali, anche televisivi, interessati a ospitare contenuti di qualità di fonte aziendale, a costi molto bassi o nulli.
Bonsignore e Sassoon, come si è detto, non si accontentano però solo della teoria, ma raccontano cinque casi d’azienda che fanno capire molto. Si tratta di Illy, Hyunday, CocaCola, Lacta Greece, IBM. Ed è dalla pratica che si comprende molto di più di ciò che sta accadendo.
Bonsignore e Sassoon sono riusciti a condensare in poco più di cento pagine le migliori informazioni sui nuovi orizzonti della comunicazione e della produzione di molte imprese: il loro è un testo che fa bene a tutti leggere.
Branded Content La nuova frontiera della comunicazione d’impresa
Paolo Bonsignore, Joseph Sassoon
Franco Angeli, 2014
L’impresa produce anche “contenuti” e quindi cultura. L’affermazione appare scontata ma non lo è. Per tanto tempo – forse troppo – l’impresa è stata pensata, soprattutto quella manifatturiera, come un’entità in grado di sfornare (in molti casi letteralmente), prodotti fisici oppure servizi destinati ad altre aziende oppure al mercato finale. Certo, è sempre così. Ma non solo. Oggi – ma probabilmente anche ieri -, l’impresa produce anche altro rispetto a quanto si è portati a credere. E’ quanto affianca, precede, segue il prodotto.
E’ il “Branded Content”, oggetto ancora di incerta definizione che, tuttavia, costituisce uno degli impegni maggiori di numerose grandi aziende e che, gradualmente, si fa strada anche in quelle medie. Per capire meglio cosa sta accadendo è utile leggere il bel libro di Paolo Bonsignore e Joseph Sassoon composto da due parti: un forte inquadramento teorico e una serie di casi d’impresa importanti per comprendere da vicino la realtà. Ad iniziare dal tentativo di definizione dello stesso “Branded Content” indicato come “un nuovo modo di comunicare che modifica radicalmente le relazioni che l’azienda intrattiene con i suoi pubblici, le sue agenzie di comunicazione e i media, nonché la natura stessa dell’azienda, la sua missione e la sua struttura organizzativa”. Insomma, il “Branded Content” è una specie di rivoluzione – spesso forzata -, che cambia la natura stessa dell’impresa e la sua cultura.
“Branded Content La nuova frontiera della comunicazione d’impresa”, indica in tre gli elementi principali che alimentano la diffusione di questo nuovo modo di intendere la comunicazione e la cultura d’impresa: l’esigenza per le aziende di limitare costosi investimenti in pubblicità; la spinta dei social media che stimola le aziende a diventare “editori” capaci di proporre validi contenuti informativi ed educativi; la notevole disponibilità di canali, anche televisivi, interessati a ospitare contenuti di qualità di fonte aziendale, a costi molto bassi o nulli.
Bonsignore e Sassoon, come si è detto, non si accontentano però solo della teoria, ma raccontano cinque casi d’azienda che fanno capire molto. Si tratta di Illy, Hyunday, CocaCola, Lacta Greece, IBM. Ed è dalla pratica che si comprende molto di più di ciò che sta accadendo.
Bonsignore e Sassoon sono riusciti a condensare in poco più di cento pagine le migliori informazioni sui nuovi orizzonti della comunicazione e della produzione di molte imprese: il loro è un testo che fa bene a tutti leggere.
Branded Content La nuova frontiera della comunicazione d’impresa
Paolo Bonsignore, Joseph Sassoon
Franco Angeli, 2014