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Le condizioni di Industria 4.0

Una tesi discussa alla LUISS approfondisce caratteristiche ed effetti della quarta rivoluzione industriale

 

Aver chiari i termini e le condizioni dell’innovazione serve per applicare meglio la stessa innovazione. Questione di informazione consapevole. E condizione che vale anche per il “nuovo” paradigma di Industria 4.0. “Industria 4.0: la chiave per la competitività delle PMI italiane” – tesi di Marco Cocco presso il Dipartimento di Economia e Management, Cattedra di Organizzazione Aziendale, alla LUISS -, è una lettura utile proprio per farsi un’idea affidabile delle condizioni di applicazione e degli effetti di Industria 4.0 con un occhio particolare alle piccole e medie imprese italiane.

L’obiettivo dichiarato dell’indagine di Cocco è quello di “dimostrare che l’adozione dell’Industria 4.0, attraverso la progressiva automazione ed innovazione dei processi produttivi, contribuisce al miglioramento della produttività e della redditività delle PMI italiane, consentendo a quest’ultime di incrementare la competitività e di favorirne la crescita”.

Traguardo raggiunto attraverso un percorso a tappe che – giustamente -, prende le mosse dalla storia ed in particolare dall’individuazione delle altre tre “rivoluzioni industriali”, per arrivare quindi a delineare le caratteristiche delle “quarta rivoluzione” costituita dall’introduzione nelle organizzazioni della produzione dei principi di Industria 4.0. Successivamente l’autore approfondisce la condizione italiana e quindi l’intervento dello Stato con il Piano Calenda. La teoria, quindi, viene resa viva dall’osservazione di un caso aziendale.

“La realizzazione del processo di innovazione dei processi produttivi e della supply chain, su cui si fonda il paradigma 4.0 – scrivo Cocco nelle conclusioni -, ha consentito alle PMI italiane di ottenere importanti benefici in termini di miglioramento della qualità dei prodotti, grazie alla riduzione di errori e sprechi, e in termini di flessibilità produttiva, attraverso una maggiore abilità di adattamento alla mutevolezza delle preferenze dei consumatori, consentendo di passare dalla produzione di massa alla personalizzazione di massa”.

Certo, è possibile che chi legge non sia completamente d’accordo con quanto esposto dalla tesi, ma rimane un dato di fondo: quanto scritto è un onesto e chiaro punto della situazione si Industria 4.0.

Industria 4.0: la chiave per la competitività delle PMI italiane

Marco Cocco

Tesi, Dipartimento di Economia e Management, Cattedra di Organizzazione Aziendale, LUISS, 2018

Una tesi discussa alla LUISS approfondisce caratteristiche ed effetti della quarta rivoluzione industriale

 

Aver chiari i termini e le condizioni dell’innovazione serve per applicare meglio la stessa innovazione. Questione di informazione consapevole. E condizione che vale anche per il “nuovo” paradigma di Industria 4.0. “Industria 4.0: la chiave per la competitività delle PMI italiane” – tesi di Marco Cocco presso il Dipartimento di Economia e Management, Cattedra di Organizzazione Aziendale, alla LUISS -, è una lettura utile proprio per farsi un’idea affidabile delle condizioni di applicazione e degli effetti di Industria 4.0 con un occhio particolare alle piccole e medie imprese italiane.

L’obiettivo dichiarato dell’indagine di Cocco è quello di “dimostrare che l’adozione dell’Industria 4.0, attraverso la progressiva automazione ed innovazione dei processi produttivi, contribuisce al miglioramento della produttività e della redditività delle PMI italiane, consentendo a quest’ultime di incrementare la competitività e di favorirne la crescita”.

Traguardo raggiunto attraverso un percorso a tappe che – giustamente -, prende le mosse dalla storia ed in particolare dall’individuazione delle altre tre “rivoluzioni industriali”, per arrivare quindi a delineare le caratteristiche delle “quarta rivoluzione” costituita dall’introduzione nelle organizzazioni della produzione dei principi di Industria 4.0. Successivamente l’autore approfondisce la condizione italiana e quindi l’intervento dello Stato con il Piano Calenda. La teoria, quindi, viene resa viva dall’osservazione di un caso aziendale.

“La realizzazione del processo di innovazione dei processi produttivi e della supply chain, su cui si fonda il paradigma 4.0 – scrivo Cocco nelle conclusioni -, ha consentito alle PMI italiane di ottenere importanti benefici in termini di miglioramento della qualità dei prodotti, grazie alla riduzione di errori e sprechi, e in termini di flessibilità produttiva, attraverso una maggiore abilità di adattamento alla mutevolezza delle preferenze dei consumatori, consentendo di passare dalla produzione di massa alla personalizzazione di massa”.

Certo, è possibile che chi legge non sia completamente d’accordo con quanto esposto dalla tesi, ma rimane un dato di fondo: quanto scritto è un onesto e chiaro punto della situazione si Industria 4.0.

Industria 4.0: la chiave per la competitività delle PMI italiane

Marco Cocco

Tesi, Dipartimento di Economia e Management, Cattedra di Organizzazione Aziendale, LUISS, 2018

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