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L’impresa alla finestra

La buona impresa non cerca solo nuove occasioni d’affari e nuovi mercati. Perché l’imprenditore per essere davvero tale, passa anche un po’ del suo tempo “alla finestra”. Così i suoi manager. Guardare al mondo che circonda l’organizzazione della produzione, il suo farsi e il suo inventare nuove attività, è determinante. Si tratta di buona impresa e buona cultura della produzione.

Per tutti i protagonisti della produzione aziendale, quindi, è importante avere a disposizione strumenti di conoscenza di ciò che è all’esterno della loro realtà quotidiana di lavoro.

E’ il caso del “Rapporto sulla situazione sociale del Paese 2015” redatto dalla Fondazione CENSIS. Pubblicazione ormai attesa nel calendario annuale italiano, il Rapporto fornisce una fotografia aggiornata, interessante e disincantata del sistema sociale del Paese, guardando i movimenti e i mutamenti più importanti.

Al di là degli approfondimenti tecnici, il cuore del Rapporto è nelle Considerazioni generali  che quest’anno partono da un’istantanea che fotografa la società di oggi come “sconnessa”, quasi sull’orlo di un precipizio nel quale il Paese rischia continuamente di cadere. E’ in questo contesto che anche le imprese agiscono, lavorando però a forme nuove di organizzazione della propria attività, sensibili ai suggerimenti che arrivano dalla società, attente – nella maggior parte dei casi -, a quanto comunque si muove verso lo sviluppo.

Scrive infatti il Rapporto: “(…) se l’abisso non arriva mai, la ragione sta verosimilmente nel fatto che questa società  sconnessa e sempre in pericolo finisce, anche in questo frangente, per fare il suo cammino, il suo carattere, la sua identità collettiva”.

L’Italia fissata dalle pagine del Rapporto CENSIS, e nella quale le imprese si trovano a vivere e lavorare, non è quindi tutta negativa.

Anzi, il CENSIS spiega come la società italiana stia seguendo uno sviluppo costruito sulla sua storia di lungo periodo, sulla capacità inventiva, sulla naturalezza dei processi oggi vincenti: un impasto che connota un “resto” che non entra nella cronaca e nel dibattito socio-politico, e non accede al proscenio della visibilità mediatica, ma anima il “racconto” reale del Paese ed è fatto, per esempio, di nuove imprese (quelle che vengono chiamate start up), spesso condotte da giovani imprenditori. “Si va così costruendo, nell’indifferenza del dibattito socio-politico  – si legge nelle Considerazioni generali -, uno sviluppo fatto di basi storiche e di capacità inventiva (…). Colpisce, in questa prospettiva, la crescente naturalezza dei processi oggi vincenti”.

E’, quindi, il Rapporto una sorta di vademecum sulla società italiana contemporanea che andrebbe letto tutto e confrontato con quanto l’impresa vede affacciandosi alla finestra dei suoi uffici. Una buona lettura, dunque, per tutti.

Rapporto sulla situazione sociale del Paese 2015 

CENSIS, 2015

La buona impresa non cerca solo nuove occasioni d’affari e nuovi mercati. Perché l’imprenditore per essere davvero tale, passa anche un po’ del suo tempo “alla finestra”. Così i suoi manager. Guardare al mondo che circonda l’organizzazione della produzione, il suo farsi e il suo inventare nuove attività, è determinante. Si tratta di buona impresa e buona cultura della produzione.

Per tutti i protagonisti della produzione aziendale, quindi, è importante avere a disposizione strumenti di conoscenza di ciò che è all’esterno della loro realtà quotidiana di lavoro.

E’ il caso del “Rapporto sulla situazione sociale del Paese 2015” redatto dalla Fondazione CENSIS. Pubblicazione ormai attesa nel calendario annuale italiano, il Rapporto fornisce una fotografia aggiornata, interessante e disincantata del sistema sociale del Paese, guardando i movimenti e i mutamenti più importanti.

Al di là degli approfondimenti tecnici, il cuore del Rapporto è nelle Considerazioni generali  che quest’anno partono da un’istantanea che fotografa la società di oggi come “sconnessa”, quasi sull’orlo di un precipizio nel quale il Paese rischia continuamente di cadere. E’ in questo contesto che anche le imprese agiscono, lavorando però a forme nuove di organizzazione della propria attività, sensibili ai suggerimenti che arrivano dalla società, attente – nella maggior parte dei casi -, a quanto comunque si muove verso lo sviluppo.

Scrive infatti il Rapporto: “(…) se l’abisso non arriva mai, la ragione sta verosimilmente nel fatto che questa società  sconnessa e sempre in pericolo finisce, anche in questo frangente, per fare il suo cammino, il suo carattere, la sua identità collettiva”.

L’Italia fissata dalle pagine del Rapporto CENSIS, e nella quale le imprese si trovano a vivere e lavorare, non è quindi tutta negativa.

Anzi, il CENSIS spiega come la società italiana stia seguendo uno sviluppo costruito sulla sua storia di lungo periodo, sulla capacità inventiva, sulla naturalezza dei processi oggi vincenti: un impasto che connota un “resto” che non entra nella cronaca e nel dibattito socio-politico, e non accede al proscenio della visibilità mediatica, ma anima il “racconto” reale del Paese ed è fatto, per esempio, di nuove imprese (quelle che vengono chiamate start up), spesso condotte da giovani imprenditori. “Si va così costruendo, nell’indifferenza del dibattito socio-politico  – si legge nelle Considerazioni generali -, uno sviluppo fatto di basi storiche e di capacità inventiva (…). Colpisce, in questa prospettiva, la crescente naturalezza dei processi oggi vincenti”.

E’, quindi, il Rapporto una sorta di vademecum sulla società italiana contemporanea che andrebbe letto tutto e confrontato con quanto l’impresa vede affacciandosi alla finestra dei suoi uffici. Una buona lettura, dunque, per tutti.

Rapporto sulla situazione sociale del Paese 2015 

CENSIS, 2015

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