L’impresa “civilmente responsabile”
Impresa e profitto, ma anche impresa e responsabilità. Su più fronti: economico, umano, sociale e, adesso, civile. Certo, può essere complicato guardare alle fabbriche come luoghi di una responsabilità che va al di là della produzione e del profitto. Complicato soprattutto oggi. Ma è sempre di più così. Almeno quanto si pensi a quelle imprese che davvero siano tali. La regola – forse – è però stata, per molto tempo, quella di un mercato capitalistico popolato da aziende che perseguono il fine di massimizzare il profitto nel mero rispetto delle norme di legge.
Nel dibattito attorno all’impresa, tuttavia, si è fatta sempre più strada l’idea che la sua responsabilità legale non basti e che ad essa vada aggiunta una responsabilità sociale. Oggi Stefano Zamagni – ordinario di Economia politica nell’Università di Bologna e Adjunct Professor of International Political Economy alla Johns Hopkins University -, aggiunge un altro concetto: l’impresa moderna deve avere anche una responsabilità civile. Concetto affascinante, quello dell’impresa civilmente responsabile, che guarda al ruolo e all’attività dei luoghi di produzione che arrivano ad avere una sorta di “cittadinanza globale”. Qualcosa che va naturalmente al di là del profitto, ma che supera anche l’idea di responsabilità sociale della produzione.
E’ lo stesso Zamagni che spiega (in un intervento nell’ambito del Forum Nazionale di Etica Applicata), quale sia la sua idea: “L’impresa socialmente responsabile ha certamente conseguito traguardi importanti sul fronte della civilizzazione del mercato. Ma questi non bastano. Già oggi, e sempre più nel prossimo futuro, all’impresa si chiederà non solo di produrre ricchezza in modo socialmente accettabile, ma anche di concorrere, assieme allo Stato e alla società civile organizzata, a ridisegnare l’assetto economico-istituzionale ereditato dal recente passato”. In gioco, quindi, il nostro stesso futuro nel quale proprio i luoghi e la cultura d’impresa possono avere un ruolo determinante per contrastare il declino dell’economia e promuovere modelli alternativi di crescita e sviluppo.
Tutto, condensato in 170 pagine dense, ma da leggere con la consapevolezza di scorrere una possibile strada verso il futuro.
Impresa responsabile e mercato civile
Stefano Zamagni
Il Mulino, maggio 2013
Impresa e profitto, ma anche impresa e responsabilità. Su più fronti: economico, umano, sociale e, adesso, civile. Certo, può essere complicato guardare alle fabbriche come luoghi di una responsabilità che va al di là della produzione e del profitto. Complicato soprattutto oggi. Ma è sempre di più così. Almeno quanto si pensi a quelle imprese che davvero siano tali. La regola – forse – è però stata, per molto tempo, quella di un mercato capitalistico popolato da aziende che perseguono il fine di massimizzare il profitto nel mero rispetto delle norme di legge.
Nel dibattito attorno all’impresa, tuttavia, si è fatta sempre più strada l’idea che la sua responsabilità legale non basti e che ad essa vada aggiunta una responsabilità sociale. Oggi Stefano Zamagni – ordinario di Economia politica nell’Università di Bologna e Adjunct Professor of International Political Economy alla Johns Hopkins University -, aggiunge un altro concetto: l’impresa moderna deve avere anche una responsabilità civile. Concetto affascinante, quello dell’impresa civilmente responsabile, che guarda al ruolo e all’attività dei luoghi di produzione che arrivano ad avere una sorta di “cittadinanza globale”. Qualcosa che va naturalmente al di là del profitto, ma che supera anche l’idea di responsabilità sociale della produzione.
E’ lo stesso Zamagni che spiega (in un intervento nell’ambito del Forum Nazionale di Etica Applicata), quale sia la sua idea: “L’impresa socialmente responsabile ha certamente conseguito traguardi importanti sul fronte della civilizzazione del mercato. Ma questi non bastano. Già oggi, e sempre più nel prossimo futuro, all’impresa si chiederà non solo di produrre ricchezza in modo socialmente accettabile, ma anche di concorrere, assieme allo Stato e alla società civile organizzata, a ridisegnare l’assetto economico-istituzionale ereditato dal recente passato”. In gioco, quindi, il nostro stesso futuro nel quale proprio i luoghi e la cultura d’impresa possono avere un ruolo determinante per contrastare il declino dell’economia e promuovere modelli alternativi di crescita e sviluppo.
Tutto, condensato in 170 pagine dense, ma da leggere con la consapevolezza di scorrere una possibile strada verso il futuro.
Impresa responsabile e mercato civile
Stefano Zamagni
Il Mulino, maggio 2013