L’impresa fucina di conoscenza
Nelle imprese circola conoscenza. E’ un dato di fatto. Ma è ormai sempre più importante capire come questa conoscenza si diffonde e, soprattutto, come farla nascere e circolare meglio. E’ il campo della cosiddetta “conoscenza partecipata” e del knowledge management, cioè di quell’insieme di pratiche, atteggiamenti, abitudini, modalità d’impresa che accrescono il livello di informazioni e di conoscenza comuni fra chi in azienda di fatto passa buona parte del suo tempo. Pratica difficile, quella della “conoscenza partecipata”, che necessita di una gestione accorta e attenta, inusuale per la gran parte delle imprese. Una trasformazione della stessa cultura del produrre che dovrebbe permeare tutte le aziende.
Aiuta quindi leggere “La conoscenza partecipata: nuove pratiche di knowledge management”, l’ultima fatica di Dunia Astrologo e Federica Garbolino (la prima docente di Knowledge Management e Comunicazione organizzativa presso l’Università degli Studi e il Politecnico di Torino, la seconda partner di Coreconsulting), che parte da un’idea: “Considerare la gestione della conoscenza non come una tecnica ma come un processo che deve coinvolgere le persone”. Facile a dirsi, complicato a farsi. Perché ciò che sinteticamente viene definito un “approccio partecipativo” richiede un modo nuovo di gestire le relazioni e la comunicazione con le persone. Il traguardo da raggiungere è la possibilità di creare in azienda processi decisionali efficienti e rapidi, soluzioni a portata di mano; oltre che mettere in condizioni l’impresa di competere con più efficacia.
Il lavoro di Astrologo e Garbolino, tuttavia, non è solamente un ragionamento teorico. Certo, la prima parte ripercorre le principali teorie sull’argomento, ma la seconda analizza casi concreti partendo dall’osservazione delle potenzialità offerte dalle nuove tecnologie e dalla Rete. Sotto la lente d’ingrandimento i casi di Eni, Tyres Campus Pirelli, Sea-Aeroporti di Milano e Selex Elsag.
Alla base di tutto l’incipit del volume: “La maggior parte delle iniziative di knowledge management attuate dalle organizzazioni falliscono perché non tengono sufficientemente conto delle esigenze emozionali, psicologiche e sociali degli individui”.
La conoscenza partecipata: nuove pratiche di knowledge management
Dunia Astrologo, Federica Garbolino
Egea, giugno 2013
Nelle imprese circola conoscenza. E’ un dato di fatto. Ma è ormai sempre più importante capire come questa conoscenza si diffonde e, soprattutto, come farla nascere e circolare meglio. E’ il campo della cosiddetta “conoscenza partecipata” e del knowledge management, cioè di quell’insieme di pratiche, atteggiamenti, abitudini, modalità d’impresa che accrescono il livello di informazioni e di conoscenza comuni fra chi in azienda di fatto passa buona parte del suo tempo. Pratica difficile, quella della “conoscenza partecipata”, che necessita di una gestione accorta e attenta, inusuale per la gran parte delle imprese. Una trasformazione della stessa cultura del produrre che dovrebbe permeare tutte le aziende.
Aiuta quindi leggere “La conoscenza partecipata: nuove pratiche di knowledge management”, l’ultima fatica di Dunia Astrologo e Federica Garbolino (la prima docente di Knowledge Management e Comunicazione organizzativa presso l’Università degli Studi e il Politecnico di Torino, la seconda partner di Coreconsulting), che parte da un’idea: “Considerare la gestione della conoscenza non come una tecnica ma come un processo che deve coinvolgere le persone”. Facile a dirsi, complicato a farsi. Perché ciò che sinteticamente viene definito un “approccio partecipativo” richiede un modo nuovo di gestire le relazioni e la comunicazione con le persone. Il traguardo da raggiungere è la possibilità di creare in azienda processi decisionali efficienti e rapidi, soluzioni a portata di mano; oltre che mettere in condizioni l’impresa di competere con più efficacia.
Il lavoro di Astrologo e Garbolino, tuttavia, non è solamente un ragionamento teorico. Certo, la prima parte ripercorre le principali teorie sull’argomento, ma la seconda analizza casi concreti partendo dall’osservazione delle potenzialità offerte dalle nuove tecnologie e dalla Rete. Sotto la lente d’ingrandimento i casi di Eni, Tyres Campus Pirelli, Sea-Aeroporti di Milano e Selex Elsag.
Alla base di tutto l’incipit del volume: “La maggior parte delle iniziative di knowledge management attuate dalle organizzazioni falliscono perché non tengono sufficientemente conto delle esigenze emozionali, psicologiche e sociali degli individui”.
La conoscenza partecipata: nuove pratiche di knowledge management
Dunia Astrologo, Federica Garbolino
Egea, giugno 2013