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L’impresa orchestrata

Un  Working paper della Fondazione Merloni indica la nuova figura dell’imprenditore-orchestratore come sintesi risultato delle nuove sfide poste di fronte alle organizzazioni della produzione

L’impresa come un’orchestra. L’imprenditore più di un direttore che ispira, coordina, mette insieme singoli strumenti per arrivare al prodotto finale. L’impresa che tutto sommato ha il fascino di un grande gruppo d’artisti. E’ anche questa l’immagine che oggi – ma tutto sommato non solo oggi -, può essere data dell’impresa. Qualcosa di vivo e non solamente di meccanico. Con l’imprenditore-orchestratore, appunto.

Ed è proprio su questa base che si sviluppa l’indagine che Donato Iacobucci (dell’Università Politecnica delle Marche), ha da poco condensato in uno dei Working papers della Fondazione Merloni.

Scrive l’autore nell’introduzione a “L’imprenditore orchestratore”: “Ciò che serve agli imprenditori non è solo individuare il ‘business model’ vincente, che potrebbe diventare rapidamente obsoleto. Occorre cambiare nel profondo il modo di fare impresa al fine di adeguarlo alle nuove sfide; queste implicano non solo la scelta di un business model adeguato ma anche la sua continua ridefinizione in funzione dei cambiamenti di contesto. Nel cambiare il modo di fare impresa occorre anche ripensare al ruolo dell’imprenditore. In sintesi l’imprenditore dovrà passare dal tradizionale ruolo di proprietario-manager di un’impresa a quello di orchestratore di progetti d’impresa”. Figura dinamica, quindi, quella dell’imprenditore (e di fatto dei suoi manager), che plasma di se’ l’impresa ma ne deve cogliere ogni giorno tutte le sfide.

Iacobucci quindi prende in considerazione i diversi aspetti della moderna gestione dell’impresa-orchestra partendo dai suoi risultati – cioè il il prodotto e il servizio -, per arrivare all’evoluzione del modo di fare organizzare la produzione. Quest’ultimo viene studiato nei suoi aspetti più importanti: i modelli di innovazione,  il problema del reperimento delle risorse finanziarie, le modalità di governo dell’organizzazione. Tutto per arrivare ad una conclusione: “L’imprenditore – scrive Iacobucci -, deve cambiare il suo ruolo da proprietario-manager a orchestratore”. Ben più, come si diceva all’inizio, di un direttore (che viene equiparato ad un buon manager). “L’imprenditore orchestratore ha un ruolo diverso – scrive ancora Iacobucci -. A lui spetta il compito di decidere di quali risorse dotarsi, in quale tipologia di esecuzione vuole impegnarli, chi è in grado di assicurare una interpretazione creativa della partitura in modo da ottenere il meglio dalle risorse a disposizione e la maggiore efficacia nell’esecuzione finale. E naturalmente dovrà continuamente verificare se e quando cambiare la tipologia di musica che intende suonare, oppure la singola partitura, modificare l’orchestra, cambiare il direttore”. Da qui l’autore parte per elencare ed analizzare le caratteristiche del buon imprenditore-orchestratore. Qualità che sono la capacità di definire le risorse chiave e le modalità di acquisizione delle stesse, oltre che mantenere il controllo dei risultati.

Alla fine di tutto, poi, Iacobucci indica una condizione determinante: il salto culturale che l’imprenditore deve compiere per ridefinire i suoi valori.

Il contributo di Iacobucci ha un merito: quello di essere chiaro e sintetico. Cosa di non poco conto in un ambito come quello degli studi d’impresa.

L’imprenditore orchestratore

Donato Iacobucci, Università Politecnica delle Marche

Fondazione Merloni, Working papers, 2017, 02.

Un  Working paper della Fondazione Merloni indica la nuova figura dell’imprenditore-orchestratore come sintesi risultato delle nuove sfide poste di fronte alle organizzazioni della produzione

L’impresa come un’orchestra. L’imprenditore più di un direttore che ispira, coordina, mette insieme singoli strumenti per arrivare al prodotto finale. L’impresa che tutto sommato ha il fascino di un grande gruppo d’artisti. E’ anche questa l’immagine che oggi – ma tutto sommato non solo oggi -, può essere data dell’impresa. Qualcosa di vivo e non solamente di meccanico. Con l’imprenditore-orchestratore, appunto.

Ed è proprio su questa base che si sviluppa l’indagine che Donato Iacobucci (dell’Università Politecnica delle Marche), ha da poco condensato in uno dei Working papers della Fondazione Merloni.

Scrive l’autore nell’introduzione a “L’imprenditore orchestratore”: “Ciò che serve agli imprenditori non è solo individuare il ‘business model’ vincente, che potrebbe diventare rapidamente obsoleto. Occorre cambiare nel profondo il modo di fare impresa al fine di adeguarlo alle nuove sfide; queste implicano non solo la scelta di un business model adeguato ma anche la sua continua ridefinizione in funzione dei cambiamenti di contesto. Nel cambiare il modo di fare impresa occorre anche ripensare al ruolo dell’imprenditore. In sintesi l’imprenditore dovrà passare dal tradizionale ruolo di proprietario-manager di un’impresa a quello di orchestratore di progetti d’impresa”. Figura dinamica, quindi, quella dell’imprenditore (e di fatto dei suoi manager), che plasma di se’ l’impresa ma ne deve cogliere ogni giorno tutte le sfide.

Iacobucci quindi prende in considerazione i diversi aspetti della moderna gestione dell’impresa-orchestra partendo dai suoi risultati – cioè il il prodotto e il servizio -, per arrivare all’evoluzione del modo di fare organizzare la produzione. Quest’ultimo viene studiato nei suoi aspetti più importanti: i modelli di innovazione,  il problema del reperimento delle risorse finanziarie, le modalità di governo dell’organizzazione. Tutto per arrivare ad una conclusione: “L’imprenditore – scrive Iacobucci -, deve cambiare il suo ruolo da proprietario-manager a orchestratore”. Ben più, come si diceva all’inizio, di un direttore (che viene equiparato ad un buon manager). “L’imprenditore orchestratore ha un ruolo diverso – scrive ancora Iacobucci -. A lui spetta il compito di decidere di quali risorse dotarsi, in quale tipologia di esecuzione vuole impegnarli, chi è in grado di assicurare una interpretazione creativa della partitura in modo da ottenere il meglio dalle risorse a disposizione e la maggiore efficacia nell’esecuzione finale. E naturalmente dovrà continuamente verificare se e quando cambiare la tipologia di musica che intende suonare, oppure la singola partitura, modificare l’orchestra, cambiare il direttore”. Da qui l’autore parte per elencare ed analizzare le caratteristiche del buon imprenditore-orchestratore. Qualità che sono la capacità di definire le risorse chiave e le modalità di acquisizione delle stesse, oltre che mantenere il controllo dei risultati.

Alla fine di tutto, poi, Iacobucci indica una condizione determinante: il salto culturale che l’imprenditore deve compiere per ridefinire i suoi valori.

Il contributo di Iacobucci ha un merito: quello di essere chiaro e sintetico. Cosa di non poco conto in un ambito come quello degli studi d’impresa.

L’imprenditore orchestratore

Donato Iacobucci, Università Politecnica delle Marche

Fondazione Merloni, Working papers, 2017, 02.

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