L’intelligenza della produzione
Esiste una produzione intelligente. Ed esiste in Italia. Con fatica, magari. Una produzione arrivata ad essere tale con percorsi tortuosi, non facili, complessi, forse anche dolorosi. Ma che esiste per davvero. Si tratta di fabbriche e imprese, che nel tempo si sono trasformate e che possono, in qualche modo, rappresentare paradigmi di progresso, tracce di sentieri da seguire. Capirne il racconto è importante. Anche perché portano con se’ la storia della trasformazione industriale italiana: la crisi della rappresentanza, l’incognita dell’associazionismo, una nuova cultura d’impresa che prende forma.
Giuseppe Berta – economista e storico dell’economia -, ha provato a raccontare alcuni esempi di produzione intelligente e ne ha cercato le cause e gli effetti. “Produzione intelligente. Un viaggio nelle nuove fabbriche”, è un libro di economia industriale italiana ma è anche un racconto di successi che si possono ripetere. Ma non si tratta solamente di una serie di storie d’impresa (che già sarebbero interessanti di per se’ stesse), c’è qualcosa di più: un’analisi accurata di quanto è accaduto negli ultimi anni in Italia, del contesto teorico che lo può spiegare e, soprattutto, di quanto occorre fare per veder ripartire per davvero l’industria italiana nella sua generalità.
Berta, quindi, inizia chiedendosi perché oggi sia ancora necessario parlare di fabbriche in Italia per poi passare a raccontare i casi di Pomigliano d’Arco, dell’Ilva, di Dalmine, della Pirelli di Settimo Torinese e del nuovo stabilimento della Maserati ma anche alcuni che fanno riferimento ad imprese semisconosciute come Saet Group (Caselle), Prima Industrie (Collegno), ProToCube (Torino). L’autore però non si limita ad un solo passo e, come si è detto, va oltre. Se il modo di fare industria e di vincere è cambiato – dice Berta -, lo è anche il modo di rappresentare gli interessi dell’industria e dei lavoratori.
L’”autunno della rappresentanza” di cui spesso si parla, è quindi spiegato da Berta partendo dalla realtà delle fabbriche, passando per l’analisi di Confindustria e delle altre associazioni d’impresa, oltre che delle organizzazioni sindacali. Per arrivare alle politiche industriali che occorrono per riprendere la strada dello sviluppo e della crescita. “La nuova logica industriale – conclude Berta -, congiunge strettamente tutte le fasi del ciclo del prodotto, dalla sua progettazione al servizio al mercato, secondo una sequenza che va continuamente ripercorsa in maniera unitaria”.
Produzione intelligente. Un viaggio nelle nuove fabbriche
Giuseppe Berta
Einaudi, febbraio 2014


Esiste una produzione intelligente. Ed esiste in Italia. Con fatica, magari. Una produzione arrivata ad essere tale con percorsi tortuosi, non facili, complessi, forse anche dolorosi. Ma che esiste per davvero. Si tratta di fabbriche e imprese, che nel tempo si sono trasformate e che possono, in qualche modo, rappresentare paradigmi di progresso, tracce di sentieri da seguire. Capirne il racconto è importante. Anche perché portano con se’ la storia della trasformazione industriale italiana: la crisi della rappresentanza, l’incognita dell’associazionismo, una nuova cultura d’impresa che prende forma.
Giuseppe Berta – economista e storico dell’economia -, ha provato a raccontare alcuni esempi di produzione intelligente e ne ha cercato le cause e gli effetti. “Produzione intelligente. Un viaggio nelle nuove fabbriche”, è un libro di economia industriale italiana ma è anche un racconto di successi che si possono ripetere. Ma non si tratta solamente di una serie di storie d’impresa (che già sarebbero interessanti di per se’ stesse), c’è qualcosa di più: un’analisi accurata di quanto è accaduto negli ultimi anni in Italia, del contesto teorico che lo può spiegare e, soprattutto, di quanto occorre fare per veder ripartire per davvero l’industria italiana nella sua generalità.
Berta, quindi, inizia chiedendosi perché oggi sia ancora necessario parlare di fabbriche in Italia per poi passare a raccontare i casi di Pomigliano d’Arco, dell’Ilva, di Dalmine, della Pirelli di Settimo Torinese e del nuovo stabilimento della Maserati ma anche alcuni che fanno riferimento ad imprese semisconosciute come Saet Group (Caselle), Prima Industrie (Collegno), ProToCube (Torino). L’autore però non si limita ad un solo passo e, come si è detto, va oltre. Se il modo di fare industria e di vincere è cambiato – dice Berta -, lo è anche il modo di rappresentare gli interessi dell’industria e dei lavoratori.
L’”autunno della rappresentanza” di cui spesso si parla, è quindi spiegato da Berta partendo dalla realtà delle fabbriche, passando per l’analisi di Confindustria e delle altre associazioni d’impresa, oltre che delle organizzazioni sindacali. Per arrivare alle politiche industriali che occorrono per riprendere la strada dello sviluppo e della crescita. “La nuova logica industriale – conclude Berta -, congiunge strettamente tutte le fasi del ciclo del prodotto, dalla sua progettazione al servizio al mercato, secondo una sequenza che va continuamente ripercorsa in maniera unitaria”.
Produzione intelligente. Un viaggio nelle nuove fabbriche
Giuseppe Berta
Einaudi, febbraio 2014