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L’Italia altrove

Immagine e sostanza  del Paese altrove nei racconti raccolti da il Mulino

 

L’Italia fuori dall’Italia. Un Paese altrove rispetto al proprio territorio di origine, ma ugualmente forte, bello e interessante, forse un po’ nostalgico ma certamente vivo e con la voglia di fare. Un’Italia che vale la pena comprendere al di là delle finzioni, anche da parte di chi è rimasto, scegliendo (volontariamente o meno) di continuare a vivere, lavorare e produrre qui. Leggere “Viaggio tra gli italiani all’estero. Racconto di un paese altrove” serve proprio per questo: comprendere meglio il Paese che non è qui ma che è sempre Italia. Lettura “obbligatoria” dopo quella dedicata al “Viaggio in Italia” de il Mulino 2017, il “Viaggio tra gli italiani all’estero” pubblicato sempre dalla stessa rivista è complemento indispensabile per chi – anche gli uomini d’impresa così come quelli delle istituzioni -, voglia davvero capire dove va questo Paese.

Questo racconto di un Paese altrove ha le stesse caratteristiche della pubblicazione precedente: composto a più mani, scarno di numeri, fitto di idee e di considerazioni, densamente popolato di un’umanità variegata e forte. La raccolta di saggi parla principalmente di coloro che, in ragione della loro età, dovrebbero costituire l’architrave del Paese in cui sono nati. Quanti sono? Da dove vengono e dove vanno? Che cosa li ha spinti a lasciare l’Italia? Come vedono la loro esperienza di vita? Suddivisi per area geografica – dai principali Paesi che oggi accolgono l’emigrazione italiana in Europa alle aree meno scontate dell’Est europeo, al continente americano, all’Oceania, all’Africa, al Giappone – quaranta italiani che hanno scelto di vivere all’estero si raccontano in altrettante storie autobiografiche. Qualcuno torna. Ma per quasi tutti la vita prende una strada che li allontana progressivamente. Testimonianze importanti, alle quali fanno da cornice alcuni approfondimenti che inquadrano le caratteristiche qualitative e quantitative dell’emigrazione italiana contemporanea e tre contributi dedicati rispettivamente alle forme di rappresentazione dell’emigrazione durante la grande epopea migratoria del secolo scorso, all’autonarrazione all’epoca dei social network, alla rappresentazione cinematografica.

Il libro, che si apre con una bella presentazione di Bruno Simili, si chiude con un breve intervento di Piero Bassetti che, prendendo spunto dal movimento delle genti del quale anche l’emigrazione fa parte, fa notare come all’interno del processo di globalizzazione, il movimento acquista una luce nuova (per chi vuole coglierla).

“Viaggio tra gli italiani all’estero. Racconto di un paese altrove” è una bella lettura, da fare con calma e magari da ripetere dopo qualche tempo perché fornisce una serie di istantanee importanti degli italiani in tutto il mondo.

Viaggio tra gli italiani all’estero. Racconto di un paese altrove

AA.VV.

il Mulino, 2018 (il Mulino n. 6/2018)

Immagine e sostanza  del Paese altrove nei racconti raccolti da il Mulino

 

L’Italia fuori dall’Italia. Un Paese altrove rispetto al proprio territorio di origine, ma ugualmente forte, bello e interessante, forse un po’ nostalgico ma certamente vivo e con la voglia di fare. Un’Italia che vale la pena comprendere al di là delle finzioni, anche da parte di chi è rimasto, scegliendo (volontariamente o meno) di continuare a vivere, lavorare e produrre qui. Leggere “Viaggio tra gli italiani all’estero. Racconto di un paese altrove” serve proprio per questo: comprendere meglio il Paese che non è qui ma che è sempre Italia. Lettura “obbligatoria” dopo quella dedicata al “Viaggio in Italia” de il Mulino 2017, il “Viaggio tra gli italiani all’estero” pubblicato sempre dalla stessa rivista è complemento indispensabile per chi – anche gli uomini d’impresa così come quelli delle istituzioni -, voglia davvero capire dove va questo Paese.

Questo racconto di un Paese altrove ha le stesse caratteristiche della pubblicazione precedente: composto a più mani, scarno di numeri, fitto di idee e di considerazioni, densamente popolato di un’umanità variegata e forte. La raccolta di saggi parla principalmente di coloro che, in ragione della loro età, dovrebbero costituire l’architrave del Paese in cui sono nati. Quanti sono? Da dove vengono e dove vanno? Che cosa li ha spinti a lasciare l’Italia? Come vedono la loro esperienza di vita? Suddivisi per area geografica – dai principali Paesi che oggi accolgono l’emigrazione italiana in Europa alle aree meno scontate dell’Est europeo, al continente americano, all’Oceania, all’Africa, al Giappone – quaranta italiani che hanno scelto di vivere all’estero si raccontano in altrettante storie autobiografiche. Qualcuno torna. Ma per quasi tutti la vita prende una strada che li allontana progressivamente. Testimonianze importanti, alle quali fanno da cornice alcuni approfondimenti che inquadrano le caratteristiche qualitative e quantitative dell’emigrazione italiana contemporanea e tre contributi dedicati rispettivamente alle forme di rappresentazione dell’emigrazione durante la grande epopea migratoria del secolo scorso, all’autonarrazione all’epoca dei social network, alla rappresentazione cinematografica.

Il libro, che si apre con una bella presentazione di Bruno Simili, si chiude con un breve intervento di Piero Bassetti che, prendendo spunto dal movimento delle genti del quale anche l’emigrazione fa parte, fa notare come all’interno del processo di globalizzazione, il movimento acquista una luce nuova (per chi vuole coglierla).

“Viaggio tra gli italiani all’estero. Racconto di un paese altrove” è una bella lettura, da fare con calma e magari da ripetere dopo qualche tempo perché fornisce una serie di istantanee importanti degli italiani in tutto il mondo.

Viaggio tra gli italiani all’estero. Racconto di un paese altrove

AA.VV.

il Mulino, 2018 (il Mulino n. 6/2018)

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