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Luminose visioni d’impresa

In un libro raccontate numerose storie di attività inusuali fra economia e società, fra produzione e altro

Un po’ di incoscienza alla quale aggiungere la capacità di valutare i rischi (magari senza accorgersene), e rispondere alle sorprese. Anche tutto questo fa parte del codice genetico di ogni buon imprenditore – ma anche manager -, che si ritrovi a pensare un’impresa e poi a realizzarla. Anche oggi. Anche se proprio oggi gli strumenti di calcolo e di previsione, gli apparati di gestione e di pianificazione, appaiono ben più potenti e importanti che nel passato. Anche se tutto appare già fatto e inventato. La consapevolezza che c’è invece ancora molto da fare e inventare si rafforza leggendo  “Portami oltre il buio. Viaggio nell’Italia che non ha paura” di Giorgio Boatti – giornalista e scrittore, osservatore della storia contemporanea -, appena pubblicato. Il libro racconta di un’Italia irrequieta ma non domata dalle difficoltà di questi anni. Un Paese che si mette alla prova, con grinta e speranza, afferra i cambiamenti e supera timori e autodenigrazioni.

Quanto scritto da Boatti è un insieme di storie reali e positive. Oltre il buio, appunto.  Nella presentazione del volume si legge: “È stata così lunga e severa la crisi che immaginare la vita degli italiani ‘dopo’ pareva una sfida impossibile”. Invece no. Il viaggio compiuto da Boati alla ricerca di chi è riuscito a guardare e fare qualcosa oltre la crisi, fa scoprire al lettore una serie di storie a cavallo fra la società e l’economia, fra la produzione e qualcosa d’altro. Geograficamente, i punti toccati passano dal Piemonte del Monferrato al Parco dei Paduli nel Salento,  da Matera alle periferie di Genova, e poi ancora tra il Chianti e l’Amiata, e Roma, e il cuore della cosiddetta Food Valley emiliana, e poi l’Astigiano e le colline di Jesi. In fila attività varie: ristorazione, ospitalità, produzione non solo artigianale, accoglienza, cultura. Tutti esempi anche di una cultura d’impresa inaspettata. Ad ogni tappa una storia diversa – tutte storie vere, con nomi e cognomi di persone reale a fare da protagoniste -, che insegna sostanzialmente due cose diverse. Prima di tutto che l’Italia non è un disastro e che il futuro è davvero già iniziato. Poi, che questo futuro non deve essere fatto obbligatoriamente solo di grandi tecnologie e nutrito di investimenti per pochi.

Il libro di Giorgio Boatti è certamente un racconto visionario, si inizia a leggere si è presi fino alla fine. Ma è un libro positivo che sta con i piedi per terra. E che si conclude con una frase bellissima: “Era l’alba e del buio non c’era più nessuna traccia”.

 Portami oltre il buio. Viaggio nell’Italia che non ha paura

Giorgio Boatti

Laterza, 2016

In un libro raccontate numerose storie di attività inusuali fra economia e società, fra produzione e altro

Un po’ di incoscienza alla quale aggiungere la capacità di valutare i rischi (magari senza accorgersene), e rispondere alle sorprese. Anche tutto questo fa parte del codice genetico di ogni buon imprenditore – ma anche manager -, che si ritrovi a pensare un’impresa e poi a realizzarla. Anche oggi. Anche se proprio oggi gli strumenti di calcolo e di previsione, gli apparati di gestione e di pianificazione, appaiono ben più potenti e importanti che nel passato. Anche se tutto appare già fatto e inventato. La consapevolezza che c’è invece ancora molto da fare e inventare si rafforza leggendo  “Portami oltre il buio. Viaggio nell’Italia che non ha paura” di Giorgio Boatti – giornalista e scrittore, osservatore della storia contemporanea -, appena pubblicato. Il libro racconta di un’Italia irrequieta ma non domata dalle difficoltà di questi anni. Un Paese che si mette alla prova, con grinta e speranza, afferra i cambiamenti e supera timori e autodenigrazioni.

Quanto scritto da Boatti è un insieme di storie reali e positive. Oltre il buio, appunto.  Nella presentazione del volume si legge: “È stata così lunga e severa la crisi che immaginare la vita degli italiani ‘dopo’ pareva una sfida impossibile”. Invece no. Il viaggio compiuto da Boati alla ricerca di chi è riuscito a guardare e fare qualcosa oltre la crisi, fa scoprire al lettore una serie di storie a cavallo fra la società e l’economia, fra la produzione e qualcosa d’altro. Geograficamente, i punti toccati passano dal Piemonte del Monferrato al Parco dei Paduli nel Salento,  da Matera alle periferie di Genova, e poi ancora tra il Chianti e l’Amiata, e Roma, e il cuore della cosiddetta Food Valley emiliana, e poi l’Astigiano e le colline di Jesi. In fila attività varie: ristorazione, ospitalità, produzione non solo artigianale, accoglienza, cultura. Tutti esempi anche di una cultura d’impresa inaspettata. Ad ogni tappa una storia diversa – tutte storie vere, con nomi e cognomi di persone reale a fare da protagoniste -, che insegna sostanzialmente due cose diverse. Prima di tutto che l’Italia non è un disastro e che il futuro è davvero già iniziato. Poi, che questo futuro non deve essere fatto obbligatoriamente solo di grandi tecnologie e nutrito di investimenti per pochi.

Il libro di Giorgio Boatti è certamente un racconto visionario, si inizia a leggere si è presi fino alla fine. Ma è un libro positivo che sta con i piedi per terra. E che si conclude con una frase bellissima: “Era l’alba e del buio non c’era più nessuna traccia”.

 Portami oltre il buio. Viaggio nell’Italia che non ha paura

Giorgio Boatti

Laterza, 2016

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