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Machiavelli imprenditore e manager

Capitani d’azienda come capitani coraggiosi. Di questi tempi è certamente così. Anche se occorre stare attenti a non mitizzare troppo figure che, seppur importanti, scontano la varietà delle situazioni e delle tipologie umane. Capire come “comandare” è, però, determinante. Sempre di più in azienda, e non solo, non si comanda per autorità ma per autorevolezza.

E avere come “tutore” Niccolò Machiavelli è certamente il sogno di molti. In parte, adesso, realizzato con “Machiavelli per i manager. Dalla mente più acuta del Rinascimento, massime e sentenze a uso della vita moderna nelle aziende e fuori” a cura di Elena e Luigi Spagnol. Si tratta di un libretto di poco più di un centinaio di pagine denso di frasi machiavellesche, che possono fare da scorta a chi ogni giorno deve gestire, decidere, valutare, predisporre, promuovere, in una parola “comandare” in azienda.

Anche tenendo conto di come il “capo”, il capitano d’azienda, viene visto spesso, a torto o ragione, dai suoi collaboratori. E’ per questo bello e condivisibile, il taglio di lettura che del volumetto dà Piero Ottone nella sua prefazione: “Nel Cinquecento comandavano gli aristocratici: adesso comandano i signori dell’economia, gli uomini dell’industria e della finanza i manager. Cambiano gli attori, ma il copione è lo stesso. Il nuovo principe è il capo dell’azienda. Dalle sue decisioni, forse dai suoi capricci, dipende la sorte di coloro che lavorano per lui, la loro fortuna o la loro disgrazia. Spesso egli dispone di un potere assoluto. Intorno a lui si diffonde pertanto la mentalità cortigiana. Quando egli entra la mattina nel palazzo della sua società, che è l’equivalente dell’antico castello, quando si insedia nella poltrona dietro la sua scrivania, che è l’equivalente del trono, subito si respira nei corridoi e negli uffici un’aria diversa: ci sono quelli che sperano di incontrarlo, che aspettano con ansia la sua chiamata, quelli che lo temono e lo odiano; ci sono i cortigiani pronti all’adulazione, gli infedeli che tramano la congiura. Perché il dilemma, per ogni carrierista intorno a lui, è inesorabile: o se ne conquistano i favori, o lo si abbatte. Tertium non datur”. Machiavelli, dunque, tutto da leggere anche per manager e imprenditori chiamati a compiti sempre più difficili. Proprio Machiavelli scriveva nella sue Istorie Fiorentine: “E’ più facile imparare ad ubbidire che ad comandare”.

Machiavelli per i manager. Dalla mente più acuta del Rinascimento, massime e sentenze a uso della vita moderna nelle aziende e fuori

Elena Spagnol,  Luigi Spagnol

Ponte alle Grazie, 2012.

Capitani d’azienda come capitani coraggiosi. Di questi tempi è certamente così. Anche se occorre stare attenti a non mitizzare troppo figure che, seppur importanti, scontano la varietà delle situazioni e delle tipologie umane. Capire come “comandare” è, però, determinante. Sempre di più in azienda, e non solo, non si comanda per autorità ma per autorevolezza.

E avere come “tutore” Niccolò Machiavelli è certamente il sogno di molti. In parte, adesso, realizzato con “Machiavelli per i manager. Dalla mente più acuta del Rinascimento, massime e sentenze a uso della vita moderna nelle aziende e fuori” a cura di Elena e Luigi Spagnol. Si tratta di un libretto di poco più di un centinaio di pagine denso di frasi machiavellesche, che possono fare da scorta a chi ogni giorno deve gestire, decidere, valutare, predisporre, promuovere, in una parola “comandare” in azienda.

Anche tenendo conto di come il “capo”, il capitano d’azienda, viene visto spesso, a torto o ragione, dai suoi collaboratori. E’ per questo bello e condivisibile, il taglio di lettura che del volumetto dà Piero Ottone nella sua prefazione: “Nel Cinquecento comandavano gli aristocratici: adesso comandano i signori dell’economia, gli uomini dell’industria e della finanza i manager. Cambiano gli attori, ma il copione è lo stesso. Il nuovo principe è il capo dell’azienda. Dalle sue decisioni, forse dai suoi capricci, dipende la sorte di coloro che lavorano per lui, la loro fortuna o la loro disgrazia. Spesso egli dispone di un potere assoluto. Intorno a lui si diffonde pertanto la mentalità cortigiana. Quando egli entra la mattina nel palazzo della sua società, che è l’equivalente dell’antico castello, quando si insedia nella poltrona dietro la sua scrivania, che è l’equivalente del trono, subito si respira nei corridoi e negli uffici un’aria diversa: ci sono quelli che sperano di incontrarlo, che aspettano con ansia la sua chiamata, quelli che lo temono e lo odiano; ci sono i cortigiani pronti all’adulazione, gli infedeli che tramano la congiura. Perché il dilemma, per ogni carrierista intorno a lui, è inesorabile: o se ne conquistano i favori, o lo si abbatte. Tertium non datur”. Machiavelli, dunque, tutto da leggere anche per manager e imprenditori chiamati a compiti sempre più difficili. Proprio Machiavelli scriveva nella sue Istorie Fiorentine: “E’ più facile imparare ad ubbidire che ad comandare”.

Machiavelli per i manager. Dalla mente più acuta del Rinascimento, massime e sentenze a uso della vita moderna nelle aziende e fuori

Elena Spagnol,  Luigi Spagnol

Ponte alle Grazie, 2012.

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