Manager con la valigia
I manager con la valigia esistono sempre di più. Anzi sono per davvero il succo vitale di quelle aziende che – con determinazione e consapevolezza – vogliono tentare la strada della crescita all’estero. Una via che, a ben vedere, è ormai obbligata dai tempi e dalle condizioni dei mercati interni, prima di tutti da quello italiano. Ma essere manager globber trotter non è semplice. Così come non lo è applicare seriamente quel concetto di internazionalizzazione che ovunque viene propinato come medicina adatta a tutti i mali.
La fatica di Francesca Prandstraller (Lecturer nel Dipartimento di Management e Tecnologia dell’Università Commerciale L. Bocconi di Milano), e di Barbara Quacquarelli (ricercatore di Organizzazione Aziendale presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca), arriva quindi a proposito. Si tratta di un volumetto che coniuga teoria e pratica in maniera equilibrata e che, soprattutto, contiene una serie importante di casi aziendali. Il volume ha un obiettivo: ragionare sul concetto di internazionalizzazione e su quello delle risorse umane necessarie ad intraprenderla. “Per le aziende – spiegano le due autrici -, il superamento dei confini nazionali, linguistici e culturali è una dimensione con cui confrontarsi e misurare le proprie capacità organizzative, strategiche e di visione”. Un confronto che, appunto, non è facile da mettere in pratica e da vincere. Soprattutto perché – ed è una delle indicazioni alle quali le due autrici arrivano -, i processi di internazionalizzazione richiedono manager preparati non solo dal punto di vista tecnico, ma soprattutto capaci di adattarsi ai diversi contesti e saperli interpretare per le finalità strategiche dell’azienda. Tutto dimostrato con una serie di casi come quelli di Autogrill, Eni, Luxottica, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Riso Scotti.
Risorse umane internazionali. Cultura, competenze, strategia
Francesca Prandstraller, Barbara Quacquarelli
Apogeo, settembre 2013
I manager con la valigia esistono sempre di più. Anzi sono per davvero il succo vitale di quelle aziende che – con determinazione e consapevolezza – vogliono tentare la strada della crescita all’estero. Una via che, a ben vedere, è ormai obbligata dai tempi e dalle condizioni dei mercati interni, prima di tutti da quello italiano. Ma essere manager globber trotter non è semplice. Così come non lo è applicare seriamente quel concetto di internazionalizzazione che ovunque viene propinato come medicina adatta a tutti i mali.
La fatica di Francesca Prandstraller (Lecturer nel Dipartimento di Management e Tecnologia dell’Università Commerciale L. Bocconi di Milano), e di Barbara Quacquarelli (ricercatore di Organizzazione Aziendale presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca), arriva quindi a proposito. Si tratta di un volumetto che coniuga teoria e pratica in maniera equilibrata e che, soprattutto, contiene una serie importante di casi aziendali. Il volume ha un obiettivo: ragionare sul concetto di internazionalizzazione e su quello delle risorse umane necessarie ad intraprenderla. “Per le aziende – spiegano le due autrici -, il superamento dei confini nazionali, linguistici e culturali è una dimensione con cui confrontarsi e misurare le proprie capacità organizzative, strategiche e di visione”. Un confronto che, appunto, non è facile da mettere in pratica e da vincere. Soprattutto perché – ed è una delle indicazioni alle quali le due autrici arrivano -, i processi di internazionalizzazione richiedono manager preparati non solo dal punto di vista tecnico, ma soprattutto capaci di adattarsi ai diversi contesti e saperli interpretare per le finalità strategiche dell’azienda. Tutto dimostrato con una serie di casi come quelli di Autogrill, Eni, Luxottica, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Riso Scotti.
Risorse umane internazionali. Cultura, competenze, strategia
Francesca Prandstraller, Barbara Quacquarelli
Apogeo, settembre 2013