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Mattarella all’Expo: economia green e “circolare” contro l’incultura di scarti e sprechi

“Riuscire a usare le risorse in modo più intelligente non è un’utopia. Bisogna essere consumatori razionali”. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella cita Steiner, filosofo e pedagogo. Parla all’Expo, declinando in modo civilmente responsabile i contenuti di una necessaria svolta nell’economia, nel segno di quella “economia giusta” indicata come essenziale da Papa Francesco. E rilanciando le questioni del diritto al cibo, della sostenibilità ambientale e sociale e della legalità (contro la corruzione diffusa che sconvolge mercati e vite quotidiane di milioni di persone), insiste sui contenuti di un radicale cambiamento nelle attuali attitudini alla produzione e al consumo. E’ una sfida civile e culturale. E riguarda, naturalmente, anche la migliore cultura d’impresa (sono appunto temi ricorrenti, da gran tempo, su questo blog).

Mattarella parla di persone capaci di “condizionare il mercato” e non “esserne condizionate”. Chiede di “ridurre gli sprechi”. Insiste sul “consumo responsabile” come “scelta di cittadinanza e civiltà”, invitando a “scegliere prodotti rispettosi dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori” che li producono. E sostiene: “La cultura dello scarto e del consumo illimitato mal si concilia” con le esigenze di uno sviluppo equilibrato e sostenibile, un obiettivo che proprio la necessità di uscire dalla Grande Crisi ha imposto a Stati, amministratori pubblici, imprese, cittadini.

Si tratta di “fare più con meno”, guardare ai modelli del “riuso” e delle “energie rinnovabili”, pensare sempre in termini di “sostenibilità”. Un punto è chiaro: “Non si tratta di rassegnata decrescita”. Ma di una nuova cultura della “green economy”, “una sfida che sta già cambiando i mercati” e la cui importanza è sempre più avvertita della migliore manifattura, dalle imprese agro-alimentari di qualità ed è sostenuta da associazioni come Symbola, in un dialogo costante tra associazioni d’impresa, organizzazioni sociali e istituzioni (un vero e proprio cardine della competitività italiana in chiave di sostenibilità).

Mattarella fa ancora un passo avanti e parla di “una economia sempre più circolare”. Il rinvio è alla Ue. Al centro delle politiche ambientali europee c’è infatti da qualche tempo la cosiddetta “economia circolare”. E Janez Potočnik, commissario per l’Ambiente, presentando gli obiettivi UE sul riciclaggio ha spiegato: «Nel XXI secolo, caratterizzato da economie emergenti, milioni di consumatori appartenenti alla nuova classe media e mercati interconnessi utilizzano ancora sistemi economici lineari ereditati dal Diciannovesimo secolo. Se vogliamo essere competitivi dobbiamo trarre il massimo dalle nostre risorse, reimmettendole nel ciclo produttivo invece di collocarle in discarica come rifiuti».

Programmi politici. Ma anche impegni d’impresa. Alcune multinazionali (Philips, Cisco, Kingfisher hanno avviato progetti in direzione dell’”economia circolare”. E altre (Cola Cola, Ikea, etc.) sostengono un’importante fondazione britannica, la Ellen MacArthur Foundation, nata con questo obiettivo. Si torna alla sostenibilità ambientale e sociale, appunto. E all’esperienza dell’Expo che, sostiene Mattarella, “sta mostrando come l’Italia arrivi a giocare da protagonista in questa sfida portando il meglio di sé: manifattura, cultura, dieta mediterranea”. Patrimonio economico e civile, stile di vita, prospettiva di migliore equilibrio.

“Riuscire a usare le risorse in modo più intelligente non è un’utopia. Bisogna essere consumatori razionali”. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella cita Steiner, filosofo e pedagogo. Parla all’Expo, declinando in modo civilmente responsabile i contenuti di una necessaria svolta nell’economia, nel segno di quella “economia giusta” indicata come essenziale da Papa Francesco. E rilanciando le questioni del diritto al cibo, della sostenibilità ambientale e sociale e della legalità (contro la corruzione diffusa che sconvolge mercati e vite quotidiane di milioni di persone), insiste sui contenuti di un radicale cambiamento nelle attuali attitudini alla produzione e al consumo. E’ una sfida civile e culturale. E riguarda, naturalmente, anche la migliore cultura d’impresa (sono appunto temi ricorrenti, da gran tempo, su questo blog).

Mattarella parla di persone capaci di “condizionare il mercato” e non “esserne condizionate”. Chiede di “ridurre gli sprechi”. Insiste sul “consumo responsabile” come “scelta di cittadinanza e civiltà”, invitando a “scegliere prodotti rispettosi dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori” che li producono. E sostiene: “La cultura dello scarto e del consumo illimitato mal si concilia” con le esigenze di uno sviluppo equilibrato e sostenibile, un obiettivo che proprio la necessità di uscire dalla Grande Crisi ha imposto a Stati, amministratori pubblici, imprese, cittadini.

Si tratta di “fare più con meno”, guardare ai modelli del “riuso” e delle “energie rinnovabili”, pensare sempre in termini di “sostenibilità”. Un punto è chiaro: “Non si tratta di rassegnata decrescita”. Ma di una nuova cultura della “green economy”, “una sfida che sta già cambiando i mercati” e la cui importanza è sempre più avvertita della migliore manifattura, dalle imprese agro-alimentari di qualità ed è sostenuta da associazioni come Symbola, in un dialogo costante tra associazioni d’impresa, organizzazioni sociali e istituzioni (un vero e proprio cardine della competitività italiana in chiave di sostenibilità).

Mattarella fa ancora un passo avanti e parla di “una economia sempre più circolare”. Il rinvio è alla Ue. Al centro delle politiche ambientali europee c’è infatti da qualche tempo la cosiddetta “economia circolare”. E Janez Potočnik, commissario per l’Ambiente, presentando gli obiettivi UE sul riciclaggio ha spiegato: «Nel XXI secolo, caratterizzato da economie emergenti, milioni di consumatori appartenenti alla nuova classe media e mercati interconnessi utilizzano ancora sistemi economici lineari ereditati dal Diciannovesimo secolo. Se vogliamo essere competitivi dobbiamo trarre il massimo dalle nostre risorse, reimmettendole nel ciclo produttivo invece di collocarle in discarica come rifiuti».

Programmi politici. Ma anche impegni d’impresa. Alcune multinazionali (Philips, Cisco, Kingfisher hanno avviato progetti in direzione dell’”economia circolare”. E altre (Cola Cola, Ikea, etc.) sostengono un’importante fondazione britannica, la Ellen MacArthur Foundation, nata con questo obiettivo. Si torna alla sostenibilità ambientale e sociale, appunto. E all’esperienza dell’Expo che, sostiene Mattarella, “sta mostrando come l’Italia arrivi a giocare da protagonista in questa sfida portando il meglio di sé: manifattura, cultura, dieta mediterranea”. Patrimonio economico e civile, stile di vita, prospettiva di migliore equilibrio.

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