Misurare è fare cultura
In un libro originale appena pubblicato, il racconto della misura come atto creativo e di crescita
Misurare per conoscere meglio. Per crescere, anzi potersi sviluppare. Per apprendere con maggior precisione del mondo che ci circonda. E misura come disciplina che pone le basi per la fantasia. Misurare non solo come atto d’ingegneria oppure di statistica, ma come atto profondo di cultura (anche del produrre). E’ attorno a questi concetti che è stato scritto – a cura di Riccardo Varvelli – “Katà Métron. Il libro della misura” esperimento letterario e tecnico, libro da leggere tutto e strumento per pensare.
Voluto da un imprenditore visionario come Enrico Loccioni (che oltre alla azienda che porta il suo nome ha creato anche una casa editrice e che ha una particolare e importante visione d’impresa), “Katà Métron” nasce dall’esperienza d’impresa e dalla curiosità dell’essere umano e, fin dalle prime pagine, si presenta come un “prodotto” editoriale particolare. Non è un saggio storico – viene spiegato – non è un testo scientifico, non è un libro per bambini (anche se ha una copertina rigida giallo sole ed è illustrato), non è un volume di design. Ma è “tutte queste cose insieme”. Particolare fin dal titolo – katà métron in greco antico significa “secondo giusta misura” – il libro ha un’idea alla sua base, quella di raccontare il misurare e la misura come parti “della storia e dello sviluppo dell’uomo”. Misurare, dunque, per comprendere, migliorare, superare limiti e innovare. Azioni che, a ben vedere, stanno alla base di ogni impresa che voglia davvero dirsi tale.
Attorno alla misura e al misurare si esercitano non solo Varvelli ma anche ingegneri, designer, data scientist, filosofi, formatori. Ognuno intento a offrire il suo punto di vista, una declinazione della misura che arriva nella vita di tutti i giorni. A tutto ciò (con la supervisione di Corraini Edizioni), si sono aggiunte le illustrazioni di Harriet Russel. Pensato come libro didattico per un master sulla misura, il libro è poi diventato un oggetto connesso, che unisce la didattica al gioco, l’arte all’ingegneria, il design alla filosofia, la materia alla rete.
Attraverso una serie di codici chi legge può anche entrare nel mondo digitale del libro, che diventa una raccolta in continua formazione di contenuti sulla misura.
Libro solo in apparenza semplice, “Katà Métron” deve essere letto con attenzione e curiosità, sapendo di avere sotto gli occhi un prodotto frutto di una comunità di persone, di un’impresa della conoscenza che lo stesso Loccioni non esita a delineare, che dà il segno a tutto e che a ben vedere è una perfetta definizione dell’impresa a tutto tondo: “Una comunità di lavoro che si raccoglie intorno al progetto, piuttosto che lungo la linea di produzione; un’organizzazione in cui non ci sono capi, gerarchie, divisioni, ma team di lavoro multidisciplinari per trovare la soluzione più giusta; una realtà in cui il valore più grande sono le persone, collaboratori e non dipendenti, azionisti del lavoro che investono i loro anni di studio in un lavoro che contribuiscono a evolvere”.
Katà Métron. Il libro della misura
Riccardo Varvelli (a cura di)
Desiderio Editore, 2023
In un libro originale appena pubblicato, il racconto della misura come atto creativo e di crescita
Misurare per conoscere meglio. Per crescere, anzi potersi sviluppare. Per apprendere con maggior precisione del mondo che ci circonda. E misura come disciplina che pone le basi per la fantasia. Misurare non solo come atto d’ingegneria oppure di statistica, ma come atto profondo di cultura (anche del produrre). E’ attorno a questi concetti che è stato scritto – a cura di Riccardo Varvelli – “Katà Métron. Il libro della misura” esperimento letterario e tecnico, libro da leggere tutto e strumento per pensare.
Voluto da un imprenditore visionario come Enrico Loccioni (che oltre alla azienda che porta il suo nome ha creato anche una casa editrice e che ha una particolare e importante visione d’impresa), “Katà Métron” nasce dall’esperienza d’impresa e dalla curiosità dell’essere umano e, fin dalle prime pagine, si presenta come un “prodotto” editoriale particolare. Non è un saggio storico – viene spiegato – non è un testo scientifico, non è un libro per bambini (anche se ha una copertina rigida giallo sole ed è illustrato), non è un volume di design. Ma è “tutte queste cose insieme”. Particolare fin dal titolo – katà métron in greco antico significa “secondo giusta misura” – il libro ha un’idea alla sua base, quella di raccontare il misurare e la misura come parti “della storia e dello sviluppo dell’uomo”. Misurare, dunque, per comprendere, migliorare, superare limiti e innovare. Azioni che, a ben vedere, stanno alla base di ogni impresa che voglia davvero dirsi tale.
Attorno alla misura e al misurare si esercitano non solo Varvelli ma anche ingegneri, designer, data scientist, filosofi, formatori. Ognuno intento a offrire il suo punto di vista, una declinazione della misura che arriva nella vita di tutti i giorni. A tutto ciò (con la supervisione di Corraini Edizioni), si sono aggiunte le illustrazioni di Harriet Russel. Pensato come libro didattico per un master sulla misura, il libro è poi diventato un oggetto connesso, che unisce la didattica al gioco, l’arte all’ingegneria, il design alla filosofia, la materia alla rete.
Attraverso una serie di codici chi legge può anche entrare nel mondo digitale del libro, che diventa una raccolta in continua formazione di contenuti sulla misura.
Libro solo in apparenza semplice, “Katà Métron” deve essere letto con attenzione e curiosità, sapendo di avere sotto gli occhi un prodotto frutto di una comunità di persone, di un’impresa della conoscenza che lo stesso Loccioni non esita a delineare, che dà il segno a tutto e che a ben vedere è una perfetta definizione dell’impresa a tutto tondo: “Una comunità di lavoro che si raccoglie intorno al progetto, piuttosto che lungo la linea di produzione; un’organizzazione in cui non ci sono capi, gerarchie, divisioni, ma team di lavoro multidisciplinari per trovare la soluzione più giusta; una realtà in cui il valore più grande sono le persone, collaboratori e non dipendenti, azionisti del lavoro che investono i loro anni di studio in un lavoro che contribuiscono a evolvere”.
Katà Métron. Il libro della misura
Riccardo Varvelli (a cura di)
Desiderio Editore, 2023