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Nascita di un imprenditore

Imprenditori non si nasce, si diventa. Certo, qualcosa di personale ci deve essere. Ma l’essere imprenditoriale da solo non può nulla. Occorrono un contesto, delle circostanze, altri uomini e donne. L’impresa è un fatto sociale, non di un singolo.

The entrepreneur’s ‘resource potential’ and the organic square of entrepreneurship: definition and application to the French case” di Dimitri Uzunidis, Sophie Boutillier e Blandine Laperche (appena apparso sul Journal of Innovation and Entrepreneurship), ragiona proprio su quel nodo di potenzialità personali, condizionamenti e opportunità sociali  che, ad un certo punto, dà vita ad un imprenditore e alla sua impresa. Si tratta di un lavoro interessante, che parte da un’impostazione teorica per arrivare ad un caso pratico: quello delle imprese francesi.

Lo scopo di questo lavoro – viene quindi spiegato -, è quello di studiare l’origine della funzione dell’imprenditore e quali siano le condizioni per il suo sviluppo.

Tutto inizia dal singolo individuo del quale si cerca di capire cosa componga il “potenziale” imprenditoriale. Imprenditori, come si è detto, non si nasce, ma con qualcosa occorre pur partire: un insieme di conoscenze, di caratteri, di relazioni e risorse finanziarie. Poi c’è il resto, ciò che davvero raccoglie queste potenzialità imprenditoriali e consente loro di svilupparsi. E’ il contesto socio-economico che Uzunidis, Boutillier e Laperche raffigurano con un’immagine affascinante. Prende forma la “organic square of entrepreneurship”, cioè un luogo virtuale in cui si collegano potenziale dell’imprenditore, mercato, organizzazione economica e politiche pubbliche. Torna il concetto iniziale: un imprenditore anche bravissimo, non può agire da solo.

Tutto, poi, viene “provato” sul sistema imprenditoriale ed economico francese. Di questo vengono analizzati i risvolti pratici degli elementi teorici; attraverso poi l’uso di una serie di rilevazioni statistiche si arriva a delineare perché e come gli imprenditori francesi sono nati e sono cresciuti.

Ma il lavoro di Uzunidis, Boutillier e Laperche è interessante anche per un’altra idea che contiene. Ragionando sulle condizioni di comparsa di imprenditori, gli autori spiegano che queste sono tanto più importanti in quanto l’imprenditore è in prima linea nella scena economica. Colpisce un passaggio del lavoro: “L’imprenditore è anche al centro del dibattito politico, la sua esistenza e la durata devono essere considerate come la ragione per la crescita economica”.

The entrepreneur’s ‘resource potential’ and the organic square of entrepreneurship: definition and application to the French case

Dimitri Uzunidis, Sophie Boutillier, Blandine Laperche

Journal of Innovation and Entrepreneurship 2014, 3:1

Imprenditori non si nasce, si diventa. Certo, qualcosa di personale ci deve essere. Ma l’essere imprenditoriale da solo non può nulla. Occorrono un contesto, delle circostanze, altri uomini e donne. L’impresa è un fatto sociale, non di un singolo.

The entrepreneur’s ‘resource potential’ and the organic square of entrepreneurship: definition and application to the French case” di Dimitri Uzunidis, Sophie Boutillier e Blandine Laperche (appena apparso sul Journal of Innovation and Entrepreneurship), ragiona proprio su quel nodo di potenzialità personali, condizionamenti e opportunità sociali  che, ad un certo punto, dà vita ad un imprenditore e alla sua impresa. Si tratta di un lavoro interessante, che parte da un’impostazione teorica per arrivare ad un caso pratico: quello delle imprese francesi.

Lo scopo di questo lavoro – viene quindi spiegato -, è quello di studiare l’origine della funzione dell’imprenditore e quali siano le condizioni per il suo sviluppo.

Tutto inizia dal singolo individuo del quale si cerca di capire cosa componga il “potenziale” imprenditoriale. Imprenditori, come si è detto, non si nasce, ma con qualcosa occorre pur partire: un insieme di conoscenze, di caratteri, di relazioni e risorse finanziarie. Poi c’è il resto, ciò che davvero raccoglie queste potenzialità imprenditoriali e consente loro di svilupparsi. E’ il contesto socio-economico che Uzunidis, Boutillier e Laperche raffigurano con un’immagine affascinante. Prende forma la “organic square of entrepreneurship”, cioè un luogo virtuale in cui si collegano potenziale dell’imprenditore, mercato, organizzazione economica e politiche pubbliche. Torna il concetto iniziale: un imprenditore anche bravissimo, non può agire da solo.

Tutto, poi, viene “provato” sul sistema imprenditoriale ed economico francese. Di questo vengono analizzati i risvolti pratici degli elementi teorici; attraverso poi l’uso di una serie di rilevazioni statistiche si arriva a delineare perché e come gli imprenditori francesi sono nati e sono cresciuti.

Ma il lavoro di Uzunidis, Boutillier e Laperche è interessante anche per un’altra idea che contiene. Ragionando sulle condizioni di comparsa di imprenditori, gli autori spiegano che queste sono tanto più importanti in quanto l’imprenditore è in prima linea nella scena economica. Colpisce un passaggio del lavoro: “L’imprenditore è anche al centro del dibattito politico, la sua esistenza e la durata devono essere considerate come la ragione per la crescita economica”.

The entrepreneur’s ‘resource potential’ and the organic square of entrepreneurship: definition and application to the French case

Dimitri Uzunidis, Sophie Boutillier, Blandine Laperche

Journal of Innovation and Entrepreneurship 2014, 3:1

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