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Nuovi lavoratori e nuove regole da costruire

Il caso dei creatori di contenuti digitali al vaglio del diritto del lavoro

 

L’evoluzione della produzione porta alla creazione di nuove figure di imprenditori e di lavoratori. E’ il continuo rinnovarsi anche della cultura del produrre che – magari ignorata dai più -, permane nel retroterra delle imprese. Lavori nuovi, dunque, ma anche diritti nuovi oppure rinnovati. Diritti che vanno individuati con attenzione e difesi, se occorre. E’ attorno a questo nodi di argomenti che ragiona Anna Rota (Dottore di ricerca in diritto del lavoro all’Università di Bologna) con il suo contributo “I creatori di contenuti digitali sono lavoratori?” apparso recentemente in Labour & Law Issues.

Rota inizia la sua ricerca dalla constatazione di quanto avvenuto nello scorso aprile quando la XI Commissione Lavoro Pubblico e Privato della Camera dei Deputati ha avviato un’indagine  sulla realtà in espansione di creatori di contenuti digitali. Obiettivo dell’iniziativa era quello di acquisire elementi utili per un’azione legislativa coerente con le caratteristiche di questi lavoratori. Tra il subordinato e l’indipendente, con una forte formazione tecnologica, in relazione mediata tra di loro e con il datore di lavoro, immersi totalmente in un comparto in costante (e veloce) evoluzione, questi lavoratori appartengono ad una categoria che rappresenta forse più di altre il modello concreto più significativo per comprendere come sta cambiando il sistema della produzione e del lavoro.

Anna Rota analizza quindi prima i tratti caratteristici di questo nuovo tipo di lavori e quelli delle piattaforme on line a cui fanno riferimento, l’indagine passa poi ad approfondire la natura del rapporto di lavoro che si instaura nei casi di elaborazione dei contenuti digitali per arrivare così ad individuare le relazioni concrete tra datore e lavoratore e quindi individuare quali possano essere i tratti salienti di una possibile nuova regolamentazione contrattuale.

L’indagine di Anna Rota non è di facile lettura e, anzi, in alcuni passaggi è fatta per specialisti piuttosto che per altri, ma è importante per il tentativo che compie di mettere ordine in un tema complesso, vario, mutevole. Ne emerge, ancora una volta, la necessità di un continuo adattamento e scambio tra regole applicate, realtà dei fatti e cultura della produzione.

I creatori di contenuti digitali sono lavoratori?

Anna Rota

Labour & Law Issues, 7, n. 2/2021

Il caso dei creatori di contenuti digitali al vaglio del diritto del lavoro

 

L’evoluzione della produzione porta alla creazione di nuove figure di imprenditori e di lavoratori. E’ il continuo rinnovarsi anche della cultura del produrre che – magari ignorata dai più -, permane nel retroterra delle imprese. Lavori nuovi, dunque, ma anche diritti nuovi oppure rinnovati. Diritti che vanno individuati con attenzione e difesi, se occorre. E’ attorno a questo nodi di argomenti che ragiona Anna Rota (Dottore di ricerca in diritto del lavoro all’Università di Bologna) con il suo contributo “I creatori di contenuti digitali sono lavoratori?” apparso recentemente in Labour & Law Issues.

Rota inizia la sua ricerca dalla constatazione di quanto avvenuto nello scorso aprile quando la XI Commissione Lavoro Pubblico e Privato della Camera dei Deputati ha avviato un’indagine  sulla realtà in espansione di creatori di contenuti digitali. Obiettivo dell’iniziativa era quello di acquisire elementi utili per un’azione legislativa coerente con le caratteristiche di questi lavoratori. Tra il subordinato e l’indipendente, con una forte formazione tecnologica, in relazione mediata tra di loro e con il datore di lavoro, immersi totalmente in un comparto in costante (e veloce) evoluzione, questi lavoratori appartengono ad una categoria che rappresenta forse più di altre il modello concreto più significativo per comprendere come sta cambiando il sistema della produzione e del lavoro.

Anna Rota analizza quindi prima i tratti caratteristici di questo nuovo tipo di lavori e quelli delle piattaforme on line a cui fanno riferimento, l’indagine passa poi ad approfondire la natura del rapporto di lavoro che si instaura nei casi di elaborazione dei contenuti digitali per arrivare così ad individuare le relazioni concrete tra datore e lavoratore e quindi individuare quali possano essere i tratti salienti di una possibile nuova regolamentazione contrattuale.

L’indagine di Anna Rota non è di facile lettura e, anzi, in alcuni passaggi è fatta per specialisti piuttosto che per altri, ma è importante per il tentativo che compie di mettere ordine in un tema complesso, vario, mutevole. Ne emerge, ancora una volta, la necessità di un continuo adattamento e scambio tra regole applicate, realtà dei fatti e cultura della produzione.

I creatori di contenuti digitali sono lavoratori?

Anna Rota

Labour & Law Issues, 7, n. 2/2021

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