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Opposte strade per lo stesso traguardo

Dieci racconti di percorsi di innovazione accomunati solamente dalla diversità

Innovare, ma come? La teoria difetta. La pratica oltrepassa l’immaginazione. Rimane solamente il racconto di quanto è accaduto nelle imprese che, con percorsi diversi appunto, sono riuscite ad innovare e quindi a svilupparsi in un mondo, come quello attuale, complesso, difficile e in continuo cambiamento.

Per provare a capire un po’ di più dell’innovazione, è possibile leggere “Il gioco degli opposti. Storie di innovazione italiana” curato da Alberto Di Minin, Cristina Marullo, Andrea Piccaluga dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

L’idea alla base del libro è semplice: l’innovazione dipende da una serie di circostanza che non è possibile incasellare totalmente in schemi precostituiti e, spesso, nasce da un “gioco degli opposti” cioè dalla concomitante presenza e azione di peculiarità opposte una rispetto all’altra dalla cui azione scatta il nuovo. E’ da questa constatazione che ha preso vita il libro: una raccolta di dieci storie d’imprese innovative a causa di determinanti diverse fra di loro e, appunto, “opposte”. A scorrere sotto gli occhi di legge sono quindi i racconti di Loccioni, Zambon, New Gluten World, Enel, Barilla, FIAM, Venture Factory, Comau, Aboca, Yogitech. Ogni racconto è una storia di innovazione diversa da tutte le altre e diversa dalla teoria. Alla base di tutte, però, è proprio il “gioco degli opposti” e cioè un percorso di cambiamento, viene spiegato, “costruito e mantenuto nel tempo un bilanciamento tra elementi diversi e spesso in antitesi tra loro: tradizione e discontinuità, esplorazione ed efficienza, disciplina e sperimentazione, prudenza e rischio”.

Di Minin, Marullo e Piccaluga collezionano così episodi di innovazione presi come casi unici, difficilmente replicabili, ma che comunque possono essere utili per capire di più dei percorsi di cambiamento positivo che possono caratterizzare imprese di dimensioni varie e attive in settori differenti.

Spiegano i curatori: “Il nostro continuo contatto con imprenditori e manager nel corso degli anni ci ha insegnato che non esistono verità assolute quando si parla di management dell’innovazione”.

 

Il gioco degli opposti. Storie di innovazione italiana
Alberto Di Minin, Cristina Marullo, Andrea Piccaluga
Egea, 2019

Dieci racconti di percorsi di innovazione accomunati solamente dalla diversità

Innovare, ma come? La teoria difetta. La pratica oltrepassa l’immaginazione. Rimane solamente il racconto di quanto è accaduto nelle imprese che, con percorsi diversi appunto, sono riuscite ad innovare e quindi a svilupparsi in un mondo, come quello attuale, complesso, difficile e in continuo cambiamento.

Per provare a capire un po’ di più dell’innovazione, è possibile leggere “Il gioco degli opposti. Storie di innovazione italiana” curato da Alberto Di Minin, Cristina Marullo, Andrea Piccaluga dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

L’idea alla base del libro è semplice: l’innovazione dipende da una serie di circostanza che non è possibile incasellare totalmente in schemi precostituiti e, spesso, nasce da un “gioco degli opposti” cioè dalla concomitante presenza e azione di peculiarità opposte una rispetto all’altra dalla cui azione scatta il nuovo. E’ da questa constatazione che ha preso vita il libro: una raccolta di dieci storie d’imprese innovative a causa di determinanti diverse fra di loro e, appunto, “opposte”. A scorrere sotto gli occhi di legge sono quindi i racconti di Loccioni, Zambon, New Gluten World, Enel, Barilla, FIAM, Venture Factory, Comau, Aboca, Yogitech. Ogni racconto è una storia di innovazione diversa da tutte le altre e diversa dalla teoria. Alla base di tutte, però, è proprio il “gioco degli opposti” e cioè un percorso di cambiamento, viene spiegato, “costruito e mantenuto nel tempo un bilanciamento tra elementi diversi e spesso in antitesi tra loro: tradizione e discontinuità, esplorazione ed efficienza, disciplina e sperimentazione, prudenza e rischio”.

Di Minin, Marullo e Piccaluga collezionano così episodi di innovazione presi come casi unici, difficilmente replicabili, ma che comunque possono essere utili per capire di più dei percorsi di cambiamento positivo che possono caratterizzare imprese di dimensioni varie e attive in settori differenti.

Spiegano i curatori: “Il nostro continuo contatto con imprenditori e manager nel corso degli anni ci ha insegnato che non esistono verità assolute quando si parla di management dell’innovazione”.

 

Il gioco degli opposti. Storie di innovazione italiana
Alberto Di Minin, Cristina Marullo, Andrea Piccaluga
Egea, 2019

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