Perché innovare non basta
Pubblicato da poco un libro che analizza le relazioni tra innovazione tecnologica e essere umano
Innovare prima di tutto. Dettato ormai scontato per tutte le imprese (e per tutti gli uomini d’impresa). Nuove tecnologie per assicurarsi lo sviluppo. E tecnologie sempre più efficaci ed efficienti, veloci, razionali e di successo. Passano anche da questi assunti buona parte delle indicazioni che al giorno d’oggi si danno per indicare la strada giusta verso il benessere (d’impresa e sociale), così come per il successo. Innovare, dunque, come strategia d’eccellenza. Approccio certamente corretto per molti aspetti, ma che, spesso, dimentica il ruolo degli essere umani in quanto tali e in quanto utilizzatori delle nuove tecnologie. Difetto d’analisi e di previsione che, spesso, porta al fallimento della stessa innovazione. Tornare quindi a porre l’uomo al centro, è strategia saggia oltre che efficace.
Può essere questo il messaggio – condivisibile – di “Confidenze digitali. Vizi e virtù dell’innovazione tecnologica”, libro di circa 150 pagine scritto con vivacità da Massimiano Bucchi che mette a frutto la sua esperienza di ordinario di scienza e tecnologia oltre che di divulgatore di temi scientifici in Italia e all’estero.
Bucchi parte da una constatazione: il nostro sguardo sulla tecnologia è spesso miope, anzi, strabico. Si focalizza solo sulla novità tecnologica e dimentica l’altra metà della questione: gli esseri umani e il loro modo di utilizzare la tecnologia. Da questa constatazione Bucchi compie un viaggio narrativo che tocca innovazioni ormai entrate nella nostra consuetudine di vita e di lavoro e altre ancora in nuce. Si tratta di 24 capitoli brevi, ognuno dei quali tocca un tema che ha anche fare con l’innovazione tecnologica rivolta ai singoli così come alle comunità e alle imprese. Scavando nell’esperienza portata da molte innovazioni, l’autore chiarisce quindi il forte nesso tra la tecnologia e l’uso che se ne fa e, soprattutto, l’utilizzatore. Ma non solo. Ragionando tra passato, presente e futuro, Bucchi mette in luce le relazioni tra innovazione e essere umano scoprendone le visioni parziali e distorte, le alterazioni e gli errori nell’uso. E chiarendo perché non tutte le innovazioni funzionano per davvero.
E’ un libro tutto da leggere quello scritto da Massimiano Bucchi, e magari da avere sul tavolo di lavoro per chi di innovazione si occupa.
Confidenze digitali. Vizi e virtù dell’innovazione tecnologica
Massimiano Bucchi
il Mulino, 2023
Pubblicato da poco un libro che analizza le relazioni tra innovazione tecnologica e essere umano
Innovare prima di tutto. Dettato ormai scontato per tutte le imprese (e per tutti gli uomini d’impresa). Nuove tecnologie per assicurarsi lo sviluppo. E tecnologie sempre più efficaci ed efficienti, veloci, razionali e di successo. Passano anche da questi assunti buona parte delle indicazioni che al giorno d’oggi si danno per indicare la strada giusta verso il benessere (d’impresa e sociale), così come per il successo. Innovare, dunque, come strategia d’eccellenza. Approccio certamente corretto per molti aspetti, ma che, spesso, dimentica il ruolo degli essere umani in quanto tali e in quanto utilizzatori delle nuove tecnologie. Difetto d’analisi e di previsione che, spesso, porta al fallimento della stessa innovazione. Tornare quindi a porre l’uomo al centro, è strategia saggia oltre che efficace.
Può essere questo il messaggio – condivisibile – di “Confidenze digitali. Vizi e virtù dell’innovazione tecnologica”, libro di circa 150 pagine scritto con vivacità da Massimiano Bucchi che mette a frutto la sua esperienza di ordinario di scienza e tecnologia oltre che di divulgatore di temi scientifici in Italia e all’estero.
Bucchi parte da una constatazione: il nostro sguardo sulla tecnologia è spesso miope, anzi, strabico. Si focalizza solo sulla novità tecnologica e dimentica l’altra metà della questione: gli esseri umani e il loro modo di utilizzare la tecnologia. Da questa constatazione Bucchi compie un viaggio narrativo che tocca innovazioni ormai entrate nella nostra consuetudine di vita e di lavoro e altre ancora in nuce. Si tratta di 24 capitoli brevi, ognuno dei quali tocca un tema che ha anche fare con l’innovazione tecnologica rivolta ai singoli così come alle comunità e alle imprese. Scavando nell’esperienza portata da molte innovazioni, l’autore chiarisce quindi il forte nesso tra la tecnologia e l’uso che se ne fa e, soprattutto, l’utilizzatore. Ma non solo. Ragionando tra passato, presente e futuro, Bucchi mette in luce le relazioni tra innovazione e essere umano scoprendone le visioni parziali e distorte, le alterazioni e gli errori nell’uso. E chiarendo perché non tutte le innovazioni funzionano per davvero.
E’ un libro tutto da leggere quello scritto da Massimiano Bucchi, e magari da avere sul tavolo di lavoro per chi di innovazione si occupa.
Confidenze digitali. Vizi e virtù dell’innovazione tecnologica
Massimiano Bucchi
il Mulino, 2023