Produrre benessere e non solo profitto
Una ricerca discussa alla Luiss ragiona intorno alla responsabilità sociale d’impresa e racconta il caso della Zordan
Produrre a tutto campo: profitto da un lato e benessere dall’altro. Il tema non è nuovo, ma necessita sempre di nuove rivisitazioni. Perché le novità di comprendere sono quelle portate dalla realtà economica e sociale, che non è mai uguale a se stessa.
Da qui l’utilità di leggere anche “Le società benefit: aspetti competitivi e strategici il caso Zordan”, tesi discussa da Valeria Cassano presso il Dipartimento di impresa e management, Cattedra di Strategie d’Impresa, dell’Università Luiss.
La ricerca prende le mosse da una constatazione che viene lucidamente esposta. “La massimizzazione del profitto – scrive Cassano -, ed il perseguimento di scopi sociali ed ambientali sono concetti che possono convivere all’interno della medesima realtà economica? Il bene comune ed il mero guadagno possono convergere nella stessa direzione e non limitarsi l’un l’altro? La realizzazione di un consistente profitto e la sperimentazione di iniziative che rientrano nel novero delle attività no-profit sono concetti che, quantomeno nell’immaginario dell’uomo medio, non posso convivere nella medesima realtà economica. Si tratta, però, di un erroneo, benché incolpevole, convincimento basato su un primordiale concetto economico: le imprese nascono per massimizzare il profitto dei soli azionisti”.
L’autrice, quindi, affronta dapprima l’impostazione teorica della responsabilità sociale d’impresa per passare poi a ragionare sulle organizzazioni ibride e quindi sul “terzo e quarto settore”. L’attenzione si sposta quindi sulla situazione italiana per arrivare ad approfondire l’esperienza di Zordan, una realtà in Veneto attiva nella produzione di arredamento d’alta gamma, seguita lungo tutto il suo percorso evolutivo da normale impresa dedita allo sviluppo economico a “società benefit”. Un’evoluzione he non ha tarpato i limiti di crescita economica e che, anzi, ne ha consentito uno sviluppo più armonioso e importante.
L’indagine di Valeria Cassano ha il merito di sintetizzare in un numero relativamente limitato di pagine e con un linguaggio comprensibile, un tema complesso e comunque ancora fluido come quello della responsabilità sociale d’impresa. Tutto senza nascondersi le difficoltà. Nelle conclusioni viene scritto: “È evidente che portare avanti un business sostenibile vuol dire fare una scommessa sotto molteplici punti di vista: da un lato, sono necessari consistenti investimenti iniziali per adeguare il processo produttivo nel rispetto delle logiche di sostenibilità, per quanto riguarda imprese produttive, dall’altro, vi è la concreta possibilità che il consumatore, non comprendendo l’importanza delle problematiche che affliggono il nostro Pianeta e la Comunità, o per insufficiente capacità di spesa, preferisca rivolgere la propria scelta finale verso prodotti più convenienti”.
Le società benefit: aspetti competitivi e strategici il caso Zordan
Valeria Cassano
Tesi, Luiss, Dipartimento di impresa e management, Cattedra di Strategie d’Impresa, 2019
Una ricerca discussa alla Luiss ragiona intorno alla responsabilità sociale d’impresa e racconta il caso della Zordan
Produrre a tutto campo: profitto da un lato e benessere dall’altro. Il tema non è nuovo, ma necessita sempre di nuove rivisitazioni. Perché le novità di comprendere sono quelle portate dalla realtà economica e sociale, che non è mai uguale a se stessa.
Da qui l’utilità di leggere anche “Le società benefit: aspetti competitivi e strategici il caso Zordan”, tesi discussa da Valeria Cassano presso il Dipartimento di impresa e management, Cattedra di Strategie d’Impresa, dell’Università Luiss.
La ricerca prende le mosse da una constatazione che viene lucidamente esposta. “La massimizzazione del profitto – scrive Cassano -, ed il perseguimento di scopi sociali ed ambientali sono concetti che possono convivere all’interno della medesima realtà economica? Il bene comune ed il mero guadagno possono convergere nella stessa direzione e non limitarsi l’un l’altro? La realizzazione di un consistente profitto e la sperimentazione di iniziative che rientrano nel novero delle attività no-profit sono concetti che, quantomeno nell’immaginario dell’uomo medio, non posso convivere nella medesima realtà economica. Si tratta, però, di un erroneo, benché incolpevole, convincimento basato su un primordiale concetto economico: le imprese nascono per massimizzare il profitto dei soli azionisti”.
L’autrice, quindi, affronta dapprima l’impostazione teorica della responsabilità sociale d’impresa per passare poi a ragionare sulle organizzazioni ibride e quindi sul “terzo e quarto settore”. L’attenzione si sposta quindi sulla situazione italiana per arrivare ad approfondire l’esperienza di Zordan, una realtà in Veneto attiva nella produzione di arredamento d’alta gamma, seguita lungo tutto il suo percorso evolutivo da normale impresa dedita allo sviluppo economico a “società benefit”. Un’evoluzione he non ha tarpato i limiti di crescita economica e che, anzi, ne ha consentito uno sviluppo più armonioso e importante.
L’indagine di Valeria Cassano ha il merito di sintetizzare in un numero relativamente limitato di pagine e con un linguaggio comprensibile, un tema complesso e comunque ancora fluido come quello della responsabilità sociale d’impresa. Tutto senza nascondersi le difficoltà. Nelle conclusioni viene scritto: “È evidente che portare avanti un business sostenibile vuol dire fare una scommessa sotto molteplici punti di vista: da un lato, sono necessari consistenti investimenti iniziali per adeguare il processo produttivo nel rispetto delle logiche di sostenibilità, per quanto riguarda imprese produttive, dall’altro, vi è la concreta possibilità che il consumatore, non comprendendo l’importanza delle problematiche che affliggono il nostro Pianeta e la Comunità, o per insufficiente capacità di spesa, preferisca rivolgere la propria scelta finale verso prodotti più convenienti”.
Le società benefit: aspetti competitivi e strategici il caso Zordan
Valeria Cassano
Tesi, Luiss, Dipartimento di impresa e management, Cattedra di Strategie d’Impresa, 2019