Quale futuro?
Il Rapporto del Centro Einaudi scatta l’istantanea del presente per indicare cosa occorre fare dopo
Imprese nella tempesta eppure capaci di resistere (non tutte), ai marosi. Forti di organizzazioni varie, culture diverse, uomini e donne impegnate nell’intento di resistere e arrivare in porto. Perché oltre la crisi congiunturale (seppure lunga), c’è sempre un futuro. È anche questo il messaggio che spesso arriva nel sistema della produzione nazionale e internazionale. Comprendere la realtà entro la quale ci si muove, è ancora una volta essenziale. Per questo serve leggere “Un futuro da costruire bene” il XXII Rapporto sull’economia globale e l’Italia predisposto dal Centro Einaudi di Torino.
Il libro è come sempre scritto a più mani e curato da Mario Deaglio insieme a Giorgio Arfaras, Anna Caffarena, Gabriele Guggiola, Paolo Migliavacca, Giuseppe Russo e Giorgio Vernoni e parte da una serie di considerazioni che emergono dalla situazione internazionale oltre che italiana del 2017. Ad iniziare dalla globalizzazione che – spiegano gli autori –, pare in ritirata in un mondo “in pezzi”, per passare alla presidenza Trump che “galleggia fra colpi di scena e promesse difficili da realizzare”, per arrivare alle “fucine di instabilità” che si sono aperte dal Medio Oriente alla Corea. E senza dimenticare l’Europa in cerca un futuro e l’Italia che – nel 2017 –, si trova di fronte alle elezioni, ma con la congiuntura finalmente al giro di boa.
I contributi degli autori si dividono quindi in una parte dedicata ad una serie di approfondimenti della situazione internazionale (politica ed economica) per poi passare all’approfondimento delle condizioni dell’Italia.
La conclusione degli autori è che il 2017 è stato certamente un anno “convulso”, in cui tutto è stato in movimento, dalla società al clima. Una situazione di fronte alla quale anche l’obiettivo della sostenibilità dello sviluppo pare stia divenendo incerta. Secondo il Rapporto quindi occorre esplorare nuove vie, come l’economia circolare, per costruire un futuro “buono”. Senza dimenticare la necessità di accelerare sull’innovazione.
La fatica letteraria di Deaglio e dei suoi colleghi non è una lettura da fare distrattamente, e contiene forse anche passaggi sui quali non tutti possono essere d’accordo, ma è certamente una lettura obbligatoria per chi vuole rendersi davvero conto del sistema entro il quale agisce.
Un futuro da costruire bene. XXII Rapporto sull’economia globale e l’Italia
Deaglio Mario (a cura di)
Gierini, 2018
Il Rapporto del Centro Einaudi scatta l’istantanea del presente per indicare cosa occorre fare dopo
Imprese nella tempesta eppure capaci di resistere (non tutte), ai marosi. Forti di organizzazioni varie, culture diverse, uomini e donne impegnate nell’intento di resistere e arrivare in porto. Perché oltre la crisi congiunturale (seppure lunga), c’è sempre un futuro. È anche questo il messaggio che spesso arriva nel sistema della produzione nazionale e internazionale. Comprendere la realtà entro la quale ci si muove, è ancora una volta essenziale. Per questo serve leggere “Un futuro da costruire bene” il XXII Rapporto sull’economia globale e l’Italia predisposto dal Centro Einaudi di Torino.
Il libro è come sempre scritto a più mani e curato da Mario Deaglio insieme a Giorgio Arfaras, Anna Caffarena, Gabriele Guggiola, Paolo Migliavacca, Giuseppe Russo e Giorgio Vernoni e parte da una serie di considerazioni che emergono dalla situazione internazionale oltre che italiana del 2017. Ad iniziare dalla globalizzazione che – spiegano gli autori –, pare in ritirata in un mondo “in pezzi”, per passare alla presidenza Trump che “galleggia fra colpi di scena e promesse difficili da realizzare”, per arrivare alle “fucine di instabilità” che si sono aperte dal Medio Oriente alla Corea. E senza dimenticare l’Europa in cerca un futuro e l’Italia che – nel 2017 –, si trova di fronte alle elezioni, ma con la congiuntura finalmente al giro di boa.
I contributi degli autori si dividono quindi in una parte dedicata ad una serie di approfondimenti della situazione internazionale (politica ed economica) per poi passare all’approfondimento delle condizioni dell’Italia.
La conclusione degli autori è che il 2017 è stato certamente un anno “convulso”, in cui tutto è stato in movimento, dalla società al clima. Una situazione di fronte alla quale anche l’obiettivo della sostenibilità dello sviluppo pare stia divenendo incerta. Secondo il Rapporto quindi occorre esplorare nuove vie, come l’economia circolare, per costruire un futuro “buono”. Senza dimenticare la necessità di accelerare sull’innovazione.
La fatica letteraria di Deaglio e dei suoi colleghi non è una lettura da fare distrattamente, e contiene forse anche passaggi sui quali non tutti possono essere d’accordo, ma è certamente una lettura obbligatoria per chi vuole rendersi davvero conto del sistema entro il quale agisce.
Un futuro da costruire bene. XXII Rapporto sull’economia globale e l’Italia
Deaglio Mario (a cura di)
Gierini, 2018