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Quale welfare per le imprese italiane

Una tesi affronta situazione e prospettive dei servizi e dei benefit aziendali

Welfare. Parola quasi magica, panacea di molti mali dell’attuale organizzazione economica e sociale propria di vaste porzioni del mondo “sviluppato”. Formula densa di significati e di applicazioni concrete, quella del welfare  è certamente da adottare e, prima ancora, da studiare e comprendere. Soprattutto perché, molto altro dall’essere magica, la strada del welfare è tutt’altro che facile da intraprendere e deve essere ben collegata con le condizioni reali (e diverse) che ogni volta può incontrare.

Antonio Di Lorenzo, con la sua tesi discussa presso l’Università degli Studi di Roma, Dipartimento di Management, Corso di Dottorato in Management, Banking e Commodity sciences, cerca proprio di comprendere quali siano le condizioni del welfare in Italia, raffrontandole con la situazione generale del Paese.

“La crisi dello stato sociale insieme agli effetti della crisi economica iniziata nel 2007 – dice Di Lorenzo presentando il suo lavoro -, hanno portato l’attenzione delle imprese e delle istituzioni sul tema del welfare aziendale quale possibile anello di unione tra la ricerca di nuovi modelli per la competitività delle imprese ed il processo di rimodellamento del welfare pubblico”. Il problema sollevato dall’autore è quello già noto ma mai sufficientemente esplorato: “In Italia il fenomeno (del welfare) riguarda un numero ancora limitato di imprese, soprattutto di grandi dimensioni”, oltre a questo, “sono prevalenti misure che ancora non soddisfano pienamente ed efficacemente i nuovi bisogni sociali e non ancora si è avuto un adeguato sviluppo di modelli in grado di coinvolgere il territorio per la creazione di reti di servizi che possano inserirsi a pienamente in un sistema di cosiddetto ‘secondo welfare’, vale a dire un campo in cui i diversi attori, fondazioni, associazioni, organizzazioni sindacali, associazioni datoriali, imprese, etc., utilizzano risorse private per sviluppare servizi in grado di sostenere ed integrare il welfare pubblico sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo”.

Il problema affrontato da Di Lorenzo, è “come fare?”. La soluzione indicata per la diffusione migliore del welfare  è quella della creazione di reti d’aziende che possano utilizzare meglio le opportunità offerte (anche dal punto di vista legislativo). La ricerca studia quindi le criticità e i vincoli, nonché il potenziale, delle reti sorte per generare servizi di welfare comuni tra le aziende aderenti e stabilire se concretamente quello della rete possa essere uno strumento in grado di sviluppare il welfare aziendale a livello territoriale in modo che possa essere utilizzato anche dalle piccole e medie imprese.

Di Lorenzo inquadra prima il concetto e le applicazione del welfare, passa poi all’esame delle peculiarità del caso italiano, per concentrarsi quindi sulla situazione propria delle piccole e medie imprese e quindi sulle caratteristiche che deve avere una rete d’aziende per rispondere positivamente alle necessità in questione.

Il lavoro condotto da Di Lorenzo è utile per avere un quadro aggiornato su un tema discusso e ancora non completamente risolto. Interessanti anche i casi reali che l’autore utilizza, quelli di Luxottica, Solvay, BNL, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Tetra Pak.

 

Welfare aziendale e reti d’impresa
Antonio Di Lorenzo
Tesi, Università degli Studi di Roma, Dipartimento di Management, Corso di Dottorato in Management, Banking e Commodity sciences, Ciclo XXXI, a.a. 2018-2019

Per scaricare il PDF clicca qui

Una tesi affronta situazione e prospettive dei servizi e dei benefit aziendali

Welfare. Parola quasi magica, panacea di molti mali dell’attuale organizzazione economica e sociale propria di vaste porzioni del mondo “sviluppato”. Formula densa di significati e di applicazioni concrete, quella del welfare  è certamente da adottare e, prima ancora, da studiare e comprendere. Soprattutto perché, molto altro dall’essere magica, la strada del welfare è tutt’altro che facile da intraprendere e deve essere ben collegata con le condizioni reali (e diverse) che ogni volta può incontrare.

Antonio Di Lorenzo, con la sua tesi discussa presso l’Università degli Studi di Roma, Dipartimento di Management, Corso di Dottorato in Management, Banking e Commodity sciences, cerca proprio di comprendere quali siano le condizioni del welfare in Italia, raffrontandole con la situazione generale del Paese.

“La crisi dello stato sociale insieme agli effetti della crisi economica iniziata nel 2007 – dice Di Lorenzo presentando il suo lavoro -, hanno portato l’attenzione delle imprese e delle istituzioni sul tema del welfare aziendale quale possibile anello di unione tra la ricerca di nuovi modelli per la competitività delle imprese ed il processo di rimodellamento del welfare pubblico”. Il problema sollevato dall’autore è quello già noto ma mai sufficientemente esplorato: “In Italia il fenomeno (del welfare) riguarda un numero ancora limitato di imprese, soprattutto di grandi dimensioni”, oltre a questo, “sono prevalenti misure che ancora non soddisfano pienamente ed efficacemente i nuovi bisogni sociali e non ancora si è avuto un adeguato sviluppo di modelli in grado di coinvolgere il territorio per la creazione di reti di servizi che possano inserirsi a pienamente in un sistema di cosiddetto ‘secondo welfare’, vale a dire un campo in cui i diversi attori, fondazioni, associazioni, organizzazioni sindacali, associazioni datoriali, imprese, etc., utilizzano risorse private per sviluppare servizi in grado di sostenere ed integrare il welfare pubblico sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo”.

Il problema affrontato da Di Lorenzo, è “come fare?”. La soluzione indicata per la diffusione migliore del welfare  è quella della creazione di reti d’aziende che possano utilizzare meglio le opportunità offerte (anche dal punto di vista legislativo). La ricerca studia quindi le criticità e i vincoli, nonché il potenziale, delle reti sorte per generare servizi di welfare comuni tra le aziende aderenti e stabilire se concretamente quello della rete possa essere uno strumento in grado di sviluppare il welfare aziendale a livello territoriale in modo che possa essere utilizzato anche dalle piccole e medie imprese.

Di Lorenzo inquadra prima il concetto e le applicazione del welfare, passa poi all’esame delle peculiarità del caso italiano, per concentrarsi quindi sulla situazione propria delle piccole e medie imprese e quindi sulle caratteristiche che deve avere una rete d’aziende per rispondere positivamente alle necessità in questione.

Il lavoro condotto da Di Lorenzo è utile per avere un quadro aggiornato su un tema discusso e ancora non completamente risolto. Interessanti anche i casi reali che l’autore utilizza, quelli di Luxottica, Solvay, BNL, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Tetra Pak.

 

Welfare aziendale e reti d’impresa
Antonio Di Lorenzo
Tesi, Università degli Studi di Roma, Dipartimento di Management, Corso di Dottorato in Management, Banking e Commodity sciences, Ciclo XXXI, a.a. 2018-2019

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