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Quando la produzione è uguale alla conoscenza

L’impresa produce anche cultura, lo sappiamo. Ma è forse meno chiaro il fatto che con il cambiamento culturale si può migliorare la produttività dell’impresa, la sua efficienza, i suoi bilanci e, prima ancora, il clima e la soddisfazione di chi vi lavora. Anzi di più: migliorando e cambiando il metodo con cui si affronta la produzione – che ha, appunto, un tratto spiccatamente culturale -, l’impresa acquisisce competitività, risponde meglio alla congiuntura difficile, si trasforma e cresce.

E’ importante, tuttavia, capire a fondo come fare. Per questo sevono libri come “L’arte di migliorare. Made in Lean Italy per tornare a competere” di Arnaldo Camuffo da poco pubblicato da Marsilio. Camuffo è attualmente ordinario alla Università Boccone di Lean managemet ed applica appunto questo metodo alle organizzazioni d’impresa, ma non in maniera accademica. Partendo da una considerazione. Il lean management non si cala dall’alto nelle imprese, ma nasce dal basso, dalla trasformazione silenziosa che, spiega l’autore, “sta cambiando l’industria del nostro Paese”.

Il senso del volume è in un passaggio nelle sue pagine iniziali. Tutto, è basato sulla conoscenza. Per questo il lean thinking e il lean management conseguente “è anche e soprattutto una trasformazione sociale e culturale che richiede un profondo adattamento nei comportamenti e che determina resistenze e costi all’interno delle imprese e presso gli attori che costituiscono il contesto in cui operano. La trasformazione si traduce anche in un linguaggio nuovo e in una diversa forma mentis con grandi potenzialità e grandi rischi”.

Occorre quindi capire come fare per fare meglio e più in fretta. Da qui l’utilità del volume di Camuffo che riesce a conciliare teoria e pratica aziendale con un linguaggio scorrevole e chiaro che, tuttavia, non lascia nulla all’incertezza. Il lean management, quindi, viene descritto nelle sue componenti principali (l’osservazione, la variabilità, l’attenzione allo spreco, la persona come centro del tutto, la conoscenza), ma anche attraverso una serie di esempi importanti dalla Fiat alla Toyota passando per una serie di aziende medie e piccole che hanno fatto e fanno la storia e l’attualità del sistema industriale nazionale.

Camuffo, indaga così le caratteristiche e i punti di forza del sistema industriale italiano che possono consentirgli di ritornare ad essere pianamente competitivo senza delocalizzare né ridurre l’occupazione ulteriormente. Ne nasce una sorta di viaggio attraverso la migliore industria nazionale, che tocca i più bei nomi della produzione degli ultimi decenni ma anche della scienza e della tecnica del Paese. Un percorso ricco di riflessioni e spunti non solo per le imprese, ma per chiunque voglia capire a fondo cosa significhino competitività e valore d’impresa, occupazione e benessere dei lavoratori al giorno d’oggi.

L’arte di migliorare. Made in Lean Italy per tornare a competere

Arnaldo Camuffo

Marsilio, 2014

L’impresa produce anche cultura, lo sappiamo. Ma è forse meno chiaro il fatto che con il cambiamento culturale si può migliorare la produttività dell’impresa, la sua efficienza, i suoi bilanci e, prima ancora, il clima e la soddisfazione di chi vi lavora. Anzi di più: migliorando e cambiando il metodo con cui si affronta la produzione – che ha, appunto, un tratto spiccatamente culturale -, l’impresa acquisisce competitività, risponde meglio alla congiuntura difficile, si trasforma e cresce.

E’ importante, tuttavia, capire a fondo come fare. Per questo sevono libri come “L’arte di migliorare. Made in Lean Italy per tornare a competere” di Arnaldo Camuffo da poco pubblicato da Marsilio. Camuffo è attualmente ordinario alla Università Boccone di Lean managemet ed applica appunto questo metodo alle organizzazioni d’impresa, ma non in maniera accademica. Partendo da una considerazione. Il lean management non si cala dall’alto nelle imprese, ma nasce dal basso, dalla trasformazione silenziosa che, spiega l’autore, “sta cambiando l’industria del nostro Paese”.

Il senso del volume è in un passaggio nelle sue pagine iniziali. Tutto, è basato sulla conoscenza. Per questo il lean thinking e il lean management conseguente “è anche e soprattutto una trasformazione sociale e culturale che richiede un profondo adattamento nei comportamenti e che determina resistenze e costi all’interno delle imprese e presso gli attori che costituiscono il contesto in cui operano. La trasformazione si traduce anche in un linguaggio nuovo e in una diversa forma mentis con grandi potenzialità e grandi rischi”.

Occorre quindi capire come fare per fare meglio e più in fretta. Da qui l’utilità del volume di Camuffo che riesce a conciliare teoria e pratica aziendale con un linguaggio scorrevole e chiaro che, tuttavia, non lascia nulla all’incertezza. Il lean management, quindi, viene descritto nelle sue componenti principali (l’osservazione, la variabilità, l’attenzione allo spreco, la persona come centro del tutto, la conoscenza), ma anche attraverso una serie di esempi importanti dalla Fiat alla Toyota passando per una serie di aziende medie e piccole che hanno fatto e fanno la storia e l’attualità del sistema industriale nazionale.

Camuffo, indaga così le caratteristiche e i punti di forza del sistema industriale italiano che possono consentirgli di ritornare ad essere pianamente competitivo senza delocalizzare né ridurre l’occupazione ulteriormente. Ne nasce una sorta di viaggio attraverso la migliore industria nazionale, che tocca i più bei nomi della produzione degli ultimi decenni ma anche della scienza e della tecnica del Paese. Un percorso ricco di riflessioni e spunti non solo per le imprese, ma per chiunque voglia capire a fondo cosa significhino competitività e valore d’impresa, occupazione e benessere dei lavoratori al giorno d’oggi.

L’arte di migliorare. Made in Lean Italy per tornare a competere

Arnaldo Camuffo

Marsilio, 2014

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