Questione d’età per far crescere la cultura d’impresa
Pubblicato un libro che ragiona sulle differenze generazionali per trovare nuovi strumenti in favore dello sviluppo delle imprese
“Non ho l’età”, oppure “non ha l’età”. Nelle organizzazioni della produzione circola sempre di più un nuovo tema di dibattito che, con un brutto termine, ha assunto il nome di “ageismo”. Questione di età, appunto. E cioè di pregiudizi non di classe oppure di genere, ma legati all’età. Che occorre superare per non rischiare di mandare in crisi imprese che, altrimenti, avrebbero numeri per crescere. Pregiudizi che, se non superati, rischiano di bloccare quella buona cultura del produrre che fa proprio della diversità (anche di età) uno dei suoi segreti.
E’ da qui che nasce l’interesse per “Il valore non ha età. Persone e organizzazioni oltre il divario generazionale”, libro appena pubblicato e scritto da Giulia Tossici, Ilaria Marchioni e Gaia Moretti che hanno unito esperienze diverse per arrivare ad una sintesi efficace di un tema complesso: il tema delle generazioni, dei bias e degli stereotipi legati all’età, tutti aspetti, cioè, che hanno sempre più spazio nelle imprese tanto da aver dato vita al age management.
Obiettivo di tutto è comunque sempre lo stesso: favorire la crescita, la consapevolezza e la comprensione reciproca fra persone che hanno età diverse, con ripercussioni importanti sulla motivazione, la creatività, la voglia di collaborare e, di conseguenza, anche la loro produttività quando lavorano insieme. Un tema che, con l’ingresso nelle aziende e nelle organizzazioni in generale dei giovanissimi della Gen Z, ha assunto ancora più importanza e attualità.
Sfida per tutti – si spiega nel libro – è saper cogliere gli elementi positivi di innovazione, diversità e richiesta di cambiamento che tutto questo pone alle organizzazioni. Le aziende che sapranno vincere la sfida, è la tesi del libro, svilupperanno un vantaggio competitivo notevole.
Ma come? La chiave per traguardare tutto questo, e che nel libro viene descritta, è l’integrazione e la messa insieme delle diversità in ambienti di lavoro sempre più inclusivi.
Tutto questo viene raccontato e spiegato in poco meno di duecento pagine che conducono chi legge passo dopo passo alla comprensione del tema dell’età e degli strumenti per affrontarlo al meglio. Si inizi quindi con la descrizione delle differenze generazionali per passare poi alle istruzioni per deliberare le generazioni in azienda e quindi per approfondire gli stereotipi di genere che è necessario combattere. Il libro poi prende in considerazione il tema del ricambio generazionale e quindi i modelli intergenerazionali che si possono mettere in campo.
“Il valore non ha età” di Tossici, Marchioni e Moretti potrà anche sorprendere oppure irritare chi legge, ma è certamente da leggere con attenzione e mente aperta.
Il valore non ha età. Persone e organizzazioni oltre il divario generazionale
Giulia Tossici, Ilaria Marchioni, Gaia Moretti
Egea, 2024


Pubblicato un libro che ragiona sulle differenze generazionali per trovare nuovi strumenti in favore dello sviluppo delle imprese
“Non ho l’età”, oppure “non ha l’età”. Nelle organizzazioni della produzione circola sempre di più un nuovo tema di dibattito che, con un brutto termine, ha assunto il nome di “ageismo”. Questione di età, appunto. E cioè di pregiudizi non di classe oppure di genere, ma legati all’età. Che occorre superare per non rischiare di mandare in crisi imprese che, altrimenti, avrebbero numeri per crescere. Pregiudizi che, se non superati, rischiano di bloccare quella buona cultura del produrre che fa proprio della diversità (anche di età) uno dei suoi segreti.
E’ da qui che nasce l’interesse per “Il valore non ha età. Persone e organizzazioni oltre il divario generazionale”, libro appena pubblicato e scritto da Giulia Tossici, Ilaria Marchioni e Gaia Moretti che hanno unito esperienze diverse per arrivare ad una sintesi efficace di un tema complesso: il tema delle generazioni, dei bias e degli stereotipi legati all’età, tutti aspetti, cioè, che hanno sempre più spazio nelle imprese tanto da aver dato vita al age management.
Obiettivo di tutto è comunque sempre lo stesso: favorire la crescita, la consapevolezza e la comprensione reciproca fra persone che hanno età diverse, con ripercussioni importanti sulla motivazione, la creatività, la voglia di collaborare e, di conseguenza, anche la loro produttività quando lavorano insieme. Un tema che, con l’ingresso nelle aziende e nelle organizzazioni in generale dei giovanissimi della Gen Z, ha assunto ancora più importanza e attualità.
Sfida per tutti – si spiega nel libro – è saper cogliere gli elementi positivi di innovazione, diversità e richiesta di cambiamento che tutto questo pone alle organizzazioni. Le aziende che sapranno vincere la sfida, è la tesi del libro, svilupperanno un vantaggio competitivo notevole.
Ma come? La chiave per traguardare tutto questo, e che nel libro viene descritta, è l’integrazione e la messa insieme delle diversità in ambienti di lavoro sempre più inclusivi.
Tutto questo viene raccontato e spiegato in poco meno di duecento pagine che conducono chi legge passo dopo passo alla comprensione del tema dell’età e degli strumenti per affrontarlo al meglio. Si inizi quindi con la descrizione delle differenze generazionali per passare poi alle istruzioni per deliberare le generazioni in azienda e quindi per approfondire gli stereotipi di genere che è necessario combattere. Il libro poi prende in considerazione il tema del ricambio generazionale e quindi i modelli intergenerazionali che si possono mettere in campo.
“Il valore non ha età” di Tossici, Marchioni e Moretti potrà anche sorprendere oppure irritare chi legge, ma è certamente da leggere con attenzione e mente aperta.
Il valore non ha età. Persone e organizzazioni oltre il divario generazionale
Giulia Tossici, Ilaria Marchioni, Gaia Moretti
Egea, 2024