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Raccontare e quindi essere. Anche per le imprese

Alessandro Perissinotto illustra con efficacia lo storytelling che vale per tutti

Narrare. E quindi ricordare.  E prima ancora farsi conoscere. Condividere. Mettere a disposizione di altri la propria storia, oppure altre storie. Raccontare per esserci. E per non essere soli. Anche quando si tratta di organizzazioni (sociali e produttive), che in apparenza sono altro dal mondo della narrazione, ma che in questa si possono ritrovare, costruendo anche una cultura d’impresa più completa e comprensibile.

Il tema del racconto nelle sue diverse forme è importante per tutti. E’ il vasto tema dello storytelling  che assume importanza. Ed è per questo che è utile leggere “Raccontare” di Alessandro Perissinotto (che proprio storytelling  insegna all’Università di Torino), libro che non arriva alle duecento pagine, scritto esso stesso come un racconto (anche se in alcuni passaggi non è sempre di facile lettura), e denso di teoria e pratica, di storie per esemplificare come si costruisce una narrazione efficace e di numerosi esempi tratti dal mondo dell’economia e dell’impresa, dell’arte, dal territorio, dalla cronaca nera e dalla scienza.

Perissinotto propone prima la narrazione teorica del raccontare – iniziando dallo spiegare la complessità della stessa definizione di storytelling indicato come “termine ombrello” -, per passare poi ad approfondire gli strumenti utili a costruire una buona storia e quindi per collocare lo storytelling nell’ambito della spiegazione della società e del comportamento delle persone. Poi, messa a punto la teoria, l’autore guarda da vicino lo storytelling nelle organizzazioni (e prima di tutto nelle imprese), nell’illustrazione di un territorio, nei fatti di cronaca nera (come s’è detto), e quindi nel teatro, nella medicina arrivando fino alla diaristica e alle scienze umane.

In ogni passaggio, Perissinotto mischia insieme con accortezza fonti, luoghi e immagini diverse per restituire uno scatto a tutto tondo dei pregi (e anche dei rischi), delle numerose modalità di costruire e far conoscere una storia. Vale anche, per esempio, per l’ambito delle organizzazioni per le quali si spiega come lo storytelling possa davvero rappresentare uno strumento prezioso per spiegare meglio la propria natura, ma quanto questo debba essere approcciato con attenzione e cautela (per evitare gli “effetti distorcenti” che potrebbero fare solo danno).

Buona lettura, quindi, quella di Perissinotto che racconta il raccontare. E che mette in guardia, prima di tutto, dalle mode nelle quali lo storytelling  può cadere (diventando fra l’altro esso stesso una moda).

Non possiamo vivere senza racconti. E’ il messaggio che l’autore lancia al lettore. E che deve essere assolutamente raccolto.

Raccontare. Strategie e tecniche di storytelling

Alessandro Perissinotto

Laterza. 2020

Alessandro Perissinotto illustra con efficacia lo storytelling che vale per tutti

Narrare. E quindi ricordare.  E prima ancora farsi conoscere. Condividere. Mettere a disposizione di altri la propria storia, oppure altre storie. Raccontare per esserci. E per non essere soli. Anche quando si tratta di organizzazioni (sociali e produttive), che in apparenza sono altro dal mondo della narrazione, ma che in questa si possono ritrovare, costruendo anche una cultura d’impresa più completa e comprensibile.

Il tema del racconto nelle sue diverse forme è importante per tutti. E’ il vasto tema dello storytelling  che assume importanza. Ed è per questo che è utile leggere “Raccontare” di Alessandro Perissinotto (che proprio storytelling  insegna all’Università di Torino), libro che non arriva alle duecento pagine, scritto esso stesso come un racconto (anche se in alcuni passaggi non è sempre di facile lettura), e denso di teoria e pratica, di storie per esemplificare come si costruisce una narrazione efficace e di numerosi esempi tratti dal mondo dell’economia e dell’impresa, dell’arte, dal territorio, dalla cronaca nera e dalla scienza.

Perissinotto propone prima la narrazione teorica del raccontare – iniziando dallo spiegare la complessità della stessa definizione di storytelling indicato come “termine ombrello” -, per passare poi ad approfondire gli strumenti utili a costruire una buona storia e quindi per collocare lo storytelling nell’ambito della spiegazione della società e del comportamento delle persone. Poi, messa a punto la teoria, l’autore guarda da vicino lo storytelling nelle organizzazioni (e prima di tutto nelle imprese), nell’illustrazione di un territorio, nei fatti di cronaca nera (come s’è detto), e quindi nel teatro, nella medicina arrivando fino alla diaristica e alle scienze umane.

In ogni passaggio, Perissinotto mischia insieme con accortezza fonti, luoghi e immagini diverse per restituire uno scatto a tutto tondo dei pregi (e anche dei rischi), delle numerose modalità di costruire e far conoscere una storia. Vale anche, per esempio, per l’ambito delle organizzazioni per le quali si spiega come lo storytelling possa davvero rappresentare uno strumento prezioso per spiegare meglio la propria natura, ma quanto questo debba essere approcciato con attenzione e cautela (per evitare gli “effetti distorcenti” che potrebbero fare solo danno).

Buona lettura, quindi, quella di Perissinotto che racconta il raccontare. E che mette in guardia, prima di tutto, dalle mode nelle quali lo storytelling  può cadere (diventando fra l’altro esso stesso una moda).

Non possiamo vivere senza racconti. E’ il messaggio che l’autore lancia al lettore. E che deve essere assolutamente raccolto.

Raccontare. Strategie e tecniche di storytelling

Alessandro Perissinotto

Laterza. 2020

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