Racconto vissuto dal di dentro di un’impresa particolare
Condensati in un libro ricordi e documenti di sessant’anni di una banca
L’impresa è fatta da uomini e donne. Certo, ci sono macchine e attrezzature, tecnologie e procedure. Ma queste non sono nulla senza la presenza di chi ha le capacità di farle funzionare. Raccontare davvero la vita delle imprese, equivale a raccontare quella delle persone che hanno contribuito a farle funzionare. Perché a ben vedere la cultura d’impresa non è delle macchine, ma delle menti che le comandano. Vale per le fabbriche, ma vale anche per le banche.
“Il San Paolo di Torino, 1946-2006. Storia narrata da chi in gran parte l’ha vissuta” è un esempio interessante di racconto di un’impresa – banca in questo caso -, fatto da chi ha speso buona parte della propria vita all’interno dei suoi uffici. Libro coraggioso. A partire dal titolo che dice tutto sul taglio del testo: storia narrata da chi in gran parte l’ha vissuta. Non storia di numeri, quindi, ma di uomini.
Il libro, curato dalla Associazione Studi Storici del San Paolo, racconta le vicende di una delle maggiori istituzioni bancarie italiane a partire dal secondo dopoguerra fino alla fusione con Banca Intesa, che nel 2007 ha dato vita al Gruppo odierno, primo in Italia e uno dei principali in Europa. Nelle pagine (circa 300), non si parla, come si è detto di numeri e basta, ma viene offerta una testimonianza dei valori sociali, culturali, etici e di solidarietà dell’Istituto, la cui vicenda (dalla fusione con l’IMI, a quella con Intesa) si intreccia con la storia di Torino, dell’Italia e oltre, considerata l’influenza che il San Paolo ha avuto sulle vicende nazionali e internazionali.
Certo, si parte dall’analisi di una grande quantità di documenti (bilanci, circolari, articoli di giornale), ma a questi si aggiunge il racconto di quelli che si chiamano “sanpaolini”, cioè della gente che nelle stanze della banca ha lavorato.
Viene così documentato il profondo senso di appartenenza all’Istituto. Il libro diventa una sorta di racconto corale di vite, che si fa ancora più forte con le numerose fotografie e riproduzioni di documenti d’epoca ospitati nelle pagine. Tradizione d’impresa che si manifesta in parole e immagini.
E’ insomma l’attenzione ai conti ma anche alle persone quella che emerge dalle pagine di questo libro che va letto con attenzione e apprezzato per quello che è: il risultato di tante esperienze di lavoro che delineano la cultura di un’impresa importante. Bello anche il risvolto solidale stabilito dagli autori e dall’editore: il ricavato della vendita sarà devoluto alla Fondazione FARO onlus di Torino, che assiste gratuitamente a casa e in ospedale le persone colpite da grave malattia e le loro famiglie e che sostiene la ricerca medico-scientifica.
Il San Paolo di Torino, 1946-2006. Storia narrata da chi in gran parte l’ha vissuta
AA.VV.
Associazione Studi Storici del Sanpaolo
2017


Condensati in un libro ricordi e documenti di sessant’anni di una banca
L’impresa è fatta da uomini e donne. Certo, ci sono macchine e attrezzature, tecnologie e procedure. Ma queste non sono nulla senza la presenza di chi ha le capacità di farle funzionare. Raccontare davvero la vita delle imprese, equivale a raccontare quella delle persone che hanno contribuito a farle funzionare. Perché a ben vedere la cultura d’impresa non è delle macchine, ma delle menti che le comandano. Vale per le fabbriche, ma vale anche per le banche.
“Il San Paolo di Torino, 1946-2006. Storia narrata da chi in gran parte l’ha vissuta” è un esempio interessante di racconto di un’impresa – banca in questo caso -, fatto da chi ha speso buona parte della propria vita all’interno dei suoi uffici. Libro coraggioso. A partire dal titolo che dice tutto sul taglio del testo: storia narrata da chi in gran parte l’ha vissuta. Non storia di numeri, quindi, ma di uomini.
Il libro, curato dalla Associazione Studi Storici del San Paolo, racconta le vicende di una delle maggiori istituzioni bancarie italiane a partire dal secondo dopoguerra fino alla fusione con Banca Intesa, che nel 2007 ha dato vita al Gruppo odierno, primo in Italia e uno dei principali in Europa. Nelle pagine (circa 300), non si parla, come si è detto di numeri e basta, ma viene offerta una testimonianza dei valori sociali, culturali, etici e di solidarietà dell’Istituto, la cui vicenda (dalla fusione con l’IMI, a quella con Intesa) si intreccia con la storia di Torino, dell’Italia e oltre, considerata l’influenza che il San Paolo ha avuto sulle vicende nazionali e internazionali.
Certo, si parte dall’analisi di una grande quantità di documenti (bilanci, circolari, articoli di giornale), ma a questi si aggiunge il racconto di quelli che si chiamano “sanpaolini”, cioè della gente che nelle stanze della banca ha lavorato.
Viene così documentato il profondo senso di appartenenza all’Istituto. Il libro diventa una sorta di racconto corale di vite, che si fa ancora più forte con le numerose fotografie e riproduzioni di documenti d’epoca ospitati nelle pagine. Tradizione d’impresa che si manifesta in parole e immagini.
E’ insomma l’attenzione ai conti ma anche alle persone quella che emerge dalle pagine di questo libro che va letto con attenzione e apprezzato per quello che è: il risultato di tante esperienze di lavoro che delineano la cultura di un’impresa importante. Bello anche il risvolto solidale stabilito dagli autori e dall’editore: il ricavato della vendita sarà devoluto alla Fondazione FARO onlus di Torino, che assiste gratuitamente a casa e in ospedale le persone colpite da grave malattia e le loro famiglie e che sostiene la ricerca medico-scientifica.
Il San Paolo di Torino, 1946-2006. Storia narrata da chi in gran parte l’ha vissuta
AA.VV.
Associazione Studi Storici del Sanpaolo
2017