“Semplicità intelligente”
Un libro appena pubblicato propone poche regole per gestire la complessità aziendale senza creare inutili complicazioni e originando più efficienza
Ogni impresa ha dentro una struttura organizzativa che le permette di funzionare. È questa deve essere funzionale e cioè anche con il giusto grado di complessità tale da funzionare senza intoppi. Cosa apparentemente semplice, questa, è in realtà una delle condizioni più difficili da ottenere. Di fronte alla sfida dei mercati e della concorrenza, spesso le imprese complicano la loro vita e diventano inefficienti invece di affinare la loro effIcacia d’azione. Ma le strade per semplificare e rendere più competitiva l’azione d’impresa ci sono. È quanto spiega “Smart simplicity. Sei regole per gestire la complessità senza diventare complicati” di Yves Morieux e Peter Tollman. Il libro parte da una constatazione. Secondo il Complexity index di The Boston Consulting Group, la complessità del sistema della produzione è cresciuto di sei volte negli ultimi sessant’anni. Contemporaneamente la complicatezza organizzativa (cioè il numero di strutture, processi, comitati, sistemi) è aumentata di ben trentacinque volte: nel tentativo di rispondere a obiettivi sempre più complessi, sono stati creati labirinti organizzativi che rendono sempre più difficile migliorare la produttività e promuovere l’innovazione, e sono causa di demotivazione e scarso coinvolgimento nei collaboratori. Eppure, è la tesi dei due autori, affrontare la complessità con la semplicità si può. Morieux e Tollman individuano quindi sei regole di semplicità per gestire la complessità senza diventare complicati. Attraverso numerosi esempi che ne dimostrano in modo tangibile l’efficacia, svelano perché queste regole funzionano e come applicarle. E autonomia e cooperazione sono gli elementi chiave di quanto proposto. Sarebbero queste le due qualità più importanti per affrontare quella che sembra essere una complessità apparentemente infinita.
Il libro si legge con facilità e affascinanti sono anche alcuni passaggi dell’introduzione, che fissano concetti-chiave per capire meglio. Occorre, per esempio, saper distinguere tra complessità e complicatezza: la prima intesa come elemento ineludibile della vita e del business , la seconda come risposta umana a tutti gli elementi che derivano da questa complessità. Ed è necessario anche riuscire ad arrivare ad una “semplicità intelligente” che non è una condizione semplicistica e nemmeno utopica, ma la base per poter gestire con saggezza un’impresa.
Quanto scritto da Morieux e Tollman è cosa utile da leggere e magari rileggere mentre si cerca di lavorare nelle organizzazioni come indicato nel libro.
Smart simplicity. Sei regole per gestire la complessità senza diventare complicati
Yves Morieux, Peter Tollman.
Egea, 2017
Un libro appena pubblicato propone poche regole per gestire la complessità aziendale senza creare inutili complicazioni e originando più efficienza
Ogni impresa ha dentro una struttura organizzativa che le permette di funzionare. È questa deve essere funzionale e cioè anche con il giusto grado di complessità tale da funzionare senza intoppi. Cosa apparentemente semplice, questa, è in realtà una delle condizioni più difficili da ottenere. Di fronte alla sfida dei mercati e della concorrenza, spesso le imprese complicano la loro vita e diventano inefficienti invece di affinare la loro effIcacia d’azione. Ma le strade per semplificare e rendere più competitiva l’azione d’impresa ci sono. È quanto spiega “Smart simplicity. Sei regole per gestire la complessità senza diventare complicati” di Yves Morieux e Peter Tollman. Il libro parte da una constatazione. Secondo il Complexity index di The Boston Consulting Group, la complessità del sistema della produzione è cresciuto di sei volte negli ultimi sessant’anni. Contemporaneamente la complicatezza organizzativa (cioè il numero di strutture, processi, comitati, sistemi) è aumentata di ben trentacinque volte: nel tentativo di rispondere a obiettivi sempre più complessi, sono stati creati labirinti organizzativi che rendono sempre più difficile migliorare la produttività e promuovere l’innovazione, e sono causa di demotivazione e scarso coinvolgimento nei collaboratori. Eppure, è la tesi dei due autori, affrontare la complessità con la semplicità si può. Morieux e Tollman individuano quindi sei regole di semplicità per gestire la complessità senza diventare complicati. Attraverso numerosi esempi che ne dimostrano in modo tangibile l’efficacia, svelano perché queste regole funzionano e come applicarle. E autonomia e cooperazione sono gli elementi chiave di quanto proposto. Sarebbero queste le due qualità più importanti per affrontare quella che sembra essere una complessità apparentemente infinita.
Il libro si legge con facilità e affascinanti sono anche alcuni passaggi dell’introduzione, che fissano concetti-chiave per capire meglio. Occorre, per esempio, saper distinguere tra complessità e complicatezza: la prima intesa come elemento ineludibile della vita e del business , la seconda come risposta umana a tutti gli elementi che derivano da questa complessità. Ed è necessario anche riuscire ad arrivare ad una “semplicità intelligente” che non è una condizione semplicistica e nemmeno utopica, ma la base per poter gestire con saggezza un’impresa.
Quanto scritto da Morieux e Tollman è cosa utile da leggere e magari rileggere mentre si cerca di lavorare nelle organizzazioni come indicato nel libro.
Smart simplicity. Sei regole per gestire la complessità senza diventare complicati
Yves Morieux, Peter Tollman.
Egea, 2017